Il polietilen-tereftalato, prodotto in decine di tonnellate annue, rappresenta oggi la fibra sintetica più diffusa. Uno dei problemi dell’ utilizzo del poliestere è la sua difficoltà di tintura: a causa della sua natura sono necessari coloranti dispersi ed una temperatura del bagno acquoso di 130 °C; ciò comporta un utilizzo di apparecchiature in pressione con grandi consumi energetici. Una soluzione per abbattere i costi in fase di tintura è quella di apportare, tramite un pretrattamento a microonde con l’ utilizzo di un adeguato solvente, delle modifiche morfologico e chimico-fisiche tali da permettere una tintura a temperature inferiori ai 100°C. Lo studio di fattibilità di questo pre-trattamento, oggetto della tesi, ha avuto come prima fase l’ analisi critica dei documenti bibliografici riguardanti l’ argomento. Una volta individuate le apparecchiature necessarie, si è definita la quantità di tessuto processabile per volta (pezze circa 10 x 10 cm) e si è esplorato il campo dei vari parametri operativi (solvente, tempo, potenza), cercando di identificare le condizioni ottimali che garantissero una tintura efficace senza modificare la mano del tessuto. Le modifiche apportate sono state monitorate con varie tecniche di indagine (XRD, SEM, TGA, DSC) sia sui PET tal quali disponibili (greggio, purgato e termofissato) che su quelli trattati. Infine, si è verificata l’ efficacia del trattamento con il fine ultimo della ricerca, cioè la tintura. Sono state effettuate prove di tintura a 98°C su scala di laboratorio: sia visivamente sia in termini dei tradizionali parametri colorimetrici si evidenzia da un lato un netto miglioramento dell’ intensità del colore passando da un campione non trattato ad uno trattato, dall’ altro una tinta del campione trattato e tinto a 98°C assolutamente comparabile con quella di una fibra tinta tradizionalmente a 130 °C senza alcun trattamento. Considerando il basso costo della fibra, questa modifica al ciclo produttivo, consentirebbe ampi risparmi sia sui costi fissi, quali apparecchiature non in pressione, che su quelli di esercizio, quali risparmio energetico, di colorante e di tempo.

Studio di fattibilità su pretrattamento a microonde di poliestere per tintura a bassa temperatura

SAMMARTANO, DARIO
2011/2012

Abstract

Il polietilen-tereftalato, prodotto in decine di tonnellate annue, rappresenta oggi la fibra sintetica più diffusa. Uno dei problemi dell’ utilizzo del poliestere è la sua difficoltà di tintura: a causa della sua natura sono necessari coloranti dispersi ed una temperatura del bagno acquoso di 130 °C; ciò comporta un utilizzo di apparecchiature in pressione con grandi consumi energetici. Una soluzione per abbattere i costi in fase di tintura è quella di apportare, tramite un pretrattamento a microonde con l’ utilizzo di un adeguato solvente, delle modifiche morfologico e chimico-fisiche tali da permettere una tintura a temperature inferiori ai 100°C. Lo studio di fattibilità di questo pre-trattamento, oggetto della tesi, ha avuto come prima fase l’ analisi critica dei documenti bibliografici riguardanti l’ argomento. Una volta individuate le apparecchiature necessarie, si è definita la quantità di tessuto processabile per volta (pezze circa 10 x 10 cm) e si è esplorato il campo dei vari parametri operativi (solvente, tempo, potenza), cercando di identificare le condizioni ottimali che garantissero una tintura efficace senza modificare la mano del tessuto. Le modifiche apportate sono state monitorate con varie tecniche di indagine (XRD, SEM, TGA, DSC) sia sui PET tal quali disponibili (greggio, purgato e termofissato) che su quelli trattati. Infine, si è verificata l’ efficacia del trattamento con il fine ultimo della ricerca, cioè la tintura. Sono state effettuate prove di tintura a 98°C su scala di laboratorio: sia visivamente sia in termini dei tradizionali parametri colorimetrici si evidenzia da un lato un netto miglioramento dell’ intensità del colore passando da un campione non trattato ad uno trattato, dall’ altro una tinta del campione trattato e tinto a 98°C assolutamente comparabile con quella di una fibra tinta tradizionalmente a 130 °C senza alcun trattamento. Considerando il basso costo della fibra, questa modifica al ciclo produttivo, consentirebbe ampi risparmi sia sui costi fissi, quali apparecchiature non in pressione, che su quelli di esercizio, quali risparmio energetico, di colorante e di tempo.
DAGHETTA, MATTEO
ING III - Scuola di Ingegneria dei Processi Industriali
22-apr-2013
2011/2012
Tesi di laurea Magistrale
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