Nuovo rifugio Entova Scerscen, quota 3000m. Ricerca dell’autosufficienza e autonomia in quota per un progetto utopico...

At 3000 m, on a rocky ridge from where you can enjoy a panoramic view over the Val Malenco and the Bernina group (the only four thousand of the Central Alps!) survives an old abandoned refuge, closed because of vandalism and because of its state of degradation that makes it unsafe. The place is just wonderful and has a very important potential with regard to tourism and mountaineering activities. The thesis project aims at proposing an appropriate solution to rehabilitate this place. The term “appropriate” means that the solution must be suitable for the environment where is located the new project, must respond to current issues in the management of energy and resources, and must take advantage of the new possibilities offered by modern technologies. The purpose of the thesis for the new refuge Entova Scerscen is to present a building placed in a rigid and severe environment such as the high mountains, capable of responding independently to its own energy and water needs, using modern technological solutions to optimize both the construction phase and the whole life of the refuge, but without scarifying the ecological aspect in the various design choices. To address these issues the thesis is developed as explained below: First, the study is divided into two main parts, a preliminary study of the context from which comes a more specific part that is the design of the new refuge Entova Scerscen. The first part begins with the general aspects of the architecture in the high mountains such as the history, characteristics and issues (technical and conceptual) related to the construction at high altitude and the legislation on the subject, concluding with current examples. In a second step, I analysed a closest context defining the geographical, climatic, geological and touristic aspects of the Scerscen in Val Malenco. Always closer, I present the old building with its history and the current proportions to reach the conclusion that it's not worth updating. In order to avoid wasting energy bringing down the "waste", we decided to "recycle" the material of the demolition in order to improve the support base of the new project, which will also exploit the foundations of the former refuge. The first part ends with a transition, which aims at defining the requirements for the project in the light of the previous study and some remarks about the site problems. It is therefore the starting point of the development of the project. The second part is divided into four chapters and presents the project himself. I chose to start with the architectural design and explain the design strategies that I have adopted such as the position and the physical orientation, the internal organization and the final appearance. All these points are illustrated by several drawings. Then comes the structural design, with the choices of materials and strength checks of each item. The end of this section explains in broad terms how the structure and its connections will be handled in the construction phase. Follows the technological project, which presents the choice of the materials with some checks of suitability for the project and the unions between technological units illustrated by details on a smaller scale. The last chapter, but not least, demonstrate that this shelter can be self-sufficient in energy and independent with regard to the management of water resources thanks to the design of adequate facilities, thus achieving one of the main objectives of the project.

A 3000 m, su una cresta rocciosa da dove si può apprezzare una vista panoramica su tutta la Val Malenco e sul gruppo del Bernina (l’unico quattromila delle Alpi Centrali!) sopravvive un vecchio rifugio abbandonato, chiuso per colpa di atti di vandalismo e del suo stato di degrado che di fatto crea delle situazioni di pericolosità. Il luogo e il paesaggio sono dotati di un grande valore naturalistico e ambientale, presentando un potenziale molto importante per quanto riguarda l’attività turistica ed alpinistica. Il progetto di tesi ha l’obiettivo di proporre una soluzione adeguata alle condizioni al contorno, per riqualificare e rivalorizzare l’oggetto architettonico e il luogo in cui esso è inserito. Nello specifico, con il termine “adeguata” s’intende una soluzione adatta all’ambiente dove si inserisce il nuovo progetto, che risponde alle problematiche attuali in materia di gestione dell’energia e delle risorse, e che riesce a sfruttare le nuove possibilità offerte dalle tecnologie moderne. La proposta progettuale per il nuovo rifugio Entova Scerscen consiste nella realizzazione di un edificio inserito in un contesto rigido e severo come l’alta montagna, capace di rispondere in modo autonomo al suo proprio fabbisogno energetico e idrico, usando delle soluzioni tecnologiche moderne per ottimizzare sia la fase di costruzione che la fase di vita del rifugio, senza tuttavia rinunciare all’aspetto ecologico nelle varie scelte progettuali. L’intero lavoro di tesi, per rispondere ai suoi obiettivi è stato affrontato considerando una serie di aspetti: dalla conoscenza del tema affrontato, all’analisi del luogo e dell’oggetto con la sua storia, alla fase di progettazione vera e propria che ha abbracciato una serie di approfondimenti specifici legati strettamente alle scelte architettoniche e tecnologiche applicate nel progetto. La tesi si struttura nel dettaglio in due parti: una ricerca preliminare sul contesto dalla quale nasce una parte più specifica che è la progettazione del nuovo rifugio Entova Scerscen. La prima parte inizia con gli aspetti generali sull’architettura in alta montagna come la storia, le caratteristiche e le problematiche (tecniche e concettuali) legate alla costruzione in alta quota o la normativa riguardante il tema, concludendo con degli esempi attuali. In un secondo tempo, si analizza il contesto più vicino definendole le caratteristiche geografiche, climatiche, geologiche e gli aspetti turistici dello Scerscen in Val Malenco. Sempre più nello specifico, l’edificio vecchio viene presentato con la sua storia e dei rielevi attuali per giustificare la scelta della demolizione del fabbricato. Nell’ottica di non sprecare energia portando a valle i “rifiuti”, si è deciso di “riciclare” il materiale di demolizione per migliorare la base d’appoggio del nuovo progetto, sfruttando anche le fondazioni dell’ex rifugio. La prima parte finisce con una transizione che a luce dello studio precedente e di alcune considerazioni sulle problematiche di cantiere, ha per obiettivo di definire i requisiti per il progetto. La seconda parte, divisa in quattro capitoli, presenta la parte di progetto. Il progetto architettonico introduce questa parte spiegando le strategie progettuali adottate come la posizione e l’orientamento fisico, l’organizzazione interna e l’estetica del rifugio. Tutti questi punti sono illustrati da vari disegni progettuali. Dopodiché viene il progetto strutturale, con scelte dei materiali e verifiche di resistenza dei diversi elementi. La fine di questa parte spiega a grandi linee come la struttura sarà gestita in fase di cantiere. Segue il progetto tecnologico che presenta la scelta delle stratigrafie con le varie verifiche d’idoneità e le unioni tra i pacchetti tecnologici illustrati da dettagli a scala più ridotta. L’ultimo capitolo, ma non il meno importante, si propone di dimostrare che questo rifugio può essere autosufficiente al livello energetico e autonomo per quanto riguarda la gestione delle risorse idriche con un sistema impiantistico adeguato, raggiungendo cosi uno degli obiettivi principali del progetto.