La crisi finanziaria scoppiata nell’estate del 2007 negli Stati Uniti ha mostrato con chiarezza che l’economia dei paesi ad alto reddito pro-capite sta subendo, e in parte ha già subito, un lungo processo di deindustrializzazione che ha determinato la trasformazione del modello di accumulazione del capitale nell’economia. Più precisamente, le imprese di questi paesi sono passate da un modello di accumulazione della ricchezza che può essere definito ‘capitalistico industriale’ a un modello ‘capitalistico industriale - finanziario’. Il primo modello si riferisce alla produzione in fabbrica, alla trasformazione di materie prime e beni intermedi in prodotti finiti tramite una o più fasi del processo produttivo, che rimane nazionalmente integrato. Invece, il secondo modello basa la sua accumulazione di capitale su un nuovo modo di organizzare il processo produttivo, che prevede la separazione delle fasi di produzione delle imprese industriali tra più paesi. Inoltre, a differenza di quanto avveniva con il modello capitalistico industriale, nel nuovo modello l’azionista che fornisce liquidità all’impresa e, di conseguenza, si aspetta di ricevere profitti da essa, ne reclama quote crescenti in forma di dividendi distribuiti. In questa tesi si sostiene che la trasformazione del modello di accumulazione del capitale nell’economia dei paesi ad alto reddito pro-capite ha portato alla deindustrializzazione delle economie nazionali. L’obiettivo di questa tesi è dimostrare che tale trasformazione è determinata da due processi, considerati finora disgiunti e distanti: la frammentazione internazionale della produzione e la finanziarizzazione delle imprese industriali. Oltre ad influenzarsi reciprocamente essi sono espressione di un comune e più ampio processo di deindustrializzazione delle economie ad alto reddito pro-capite, in particolare dell’economia statunitense. Nel contesto delineato da questo processo, essi sono inoltre determinati da un medesimo fattore: la riduzione del rendimento degli investimenti in capitale industriale nel settore secondario di tali paesi.
Deindustrializzazione e finanziarizzazione. Con un'applicazione agli Stati Uniti, 1950-2011
LANGIU, DANIELE;MORELLO, FRANCESCO
2011/2012
Abstract
La crisi finanziaria scoppiata nell’estate del 2007 negli Stati Uniti ha mostrato con chiarezza che l’economia dei paesi ad alto reddito pro-capite sta subendo, e in parte ha già subito, un lungo processo di deindustrializzazione che ha determinato la trasformazione del modello di accumulazione del capitale nell’economia. Più precisamente, le imprese di questi paesi sono passate da un modello di accumulazione della ricchezza che può essere definito ‘capitalistico industriale’ a un modello ‘capitalistico industriale - finanziario’. Il primo modello si riferisce alla produzione in fabbrica, alla trasformazione di materie prime e beni intermedi in prodotti finiti tramite una o più fasi del processo produttivo, che rimane nazionalmente integrato. Invece, il secondo modello basa la sua accumulazione di capitale su un nuovo modo di organizzare il processo produttivo, che prevede la separazione delle fasi di produzione delle imprese industriali tra più paesi. Inoltre, a differenza di quanto avveniva con il modello capitalistico industriale, nel nuovo modello l’azionista che fornisce liquidità all’impresa e, di conseguenza, si aspetta di ricevere profitti da essa, ne reclama quote crescenti in forma di dividendi distribuiti. In questa tesi si sostiene che la trasformazione del modello di accumulazione del capitale nell’economia dei paesi ad alto reddito pro-capite ha portato alla deindustrializzazione delle economie nazionali. L’obiettivo di questa tesi è dimostrare che tale trasformazione è determinata da due processi, considerati finora disgiunti e distanti: la frammentazione internazionale della produzione e la finanziarizzazione delle imprese industriali. Oltre ad influenzarsi reciprocamente essi sono espressione di un comune e più ampio processo di deindustrializzazione delle economie ad alto reddito pro-capite, in particolare dell’economia statunitense. Nel contesto delineato da questo processo, essi sono inoltre determinati da un medesimo fattore: la riduzione del rendimento degli investimenti in capitale industriale nel settore secondario di tali paesi.Campo DC | Valore | Lingua |
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dc.collection.id.s | a81cb057-a56d-616b-e053-1605fe0a889a | * |
dc.collection.name | Tesi di laurea Magistrale | * |
dc.contributor.author | LANGIU, DANIELE | - |
dc.contributor.author | MORELLO, FRANCESCO | - |
dc.contributor.supervisor | SDOGATI, FABIO | - |
dc.date.issued | 2013-04-23 | - |
dc.description.abstractita | La crisi finanziaria scoppiata nell’estate del 2007 negli Stati Uniti ha mostrato con chiarezza che l’economia dei paesi ad alto reddito pro-capite sta subendo, e in parte ha già subito, un lungo processo di deindustrializzazione che ha determinato la trasformazione del modello di accumulazione del capitale nell’economia. Più precisamente, le imprese di questi paesi sono passate da un modello di accumulazione della ricchezza che può essere definito ‘capitalistico industriale’ a un modello ‘capitalistico industriale - finanziario’. Il primo modello si riferisce alla produzione in fabbrica, alla trasformazione di materie prime e beni intermedi in prodotti finiti tramite una o più fasi del processo produttivo, che rimane nazionalmente integrato. Invece, il secondo modello basa la sua accumulazione di capitale su un nuovo modo di organizzare il processo produttivo, che prevede la separazione delle fasi di produzione delle imprese industriali tra più paesi. Inoltre, a differenza di quanto avveniva con il modello capitalistico industriale, nel nuovo modello l’azionista che fornisce liquidità all’impresa e, di conseguenza, si aspetta di ricevere profitti da essa, ne reclama quote crescenti in forma di dividendi distribuiti. In questa tesi si sostiene che la trasformazione del modello di accumulazione del capitale nell’economia dei paesi ad alto reddito pro-capite ha portato alla deindustrializzazione delle economie nazionali. L’obiettivo di questa tesi è dimostrare che tale trasformazione è determinata da due processi, considerati finora disgiunti e distanti: la frammentazione internazionale della produzione e la finanziarizzazione delle imprese industriali. Oltre ad influenzarsi reciprocamente essi sono espressione di un comune e più ampio processo di deindustrializzazione delle economie ad alto reddito pro-capite, in particolare dell’economia statunitense. Nel contesto delineato da questo processo, essi sono inoltre determinati da un medesimo fattore: la riduzione del rendimento degli investimenti in capitale industriale nel settore secondario di tali paesi. | it_IT |
dc.description.tipolaurea | LAUREA MAGISTRALE | it_IT |
dc.identifier.uri | http://hdl.handle.net/10589/79541 | - |
dc.language.iso | ita | it_IT |
dc.publisher.country | Italy | it_IT |
dc.publisher.name | Politecnico di Milano | it_IT |
dc.relation.academicyear | 2011/2012 | it_IT |
dc.relation.course | INGEGNERIA GESTIONALE | it_IT |
dc.relation.school | ING II - Scuola di Ingegneria dei Sistemi | it_IT |
dc.subject.keywordseng | deindustrialization; international fragmentation of production; financialization; transformation of capital accumulation model | it_IT |
dc.subject.keywordsita | deindustrializzazione; frammentazione internazionale della produzione; finanziarizzazione; trasformazione del modello di accumulazione del capitale | it_IT |
dc.subject.miur | SECS-P/01 ECONOMIA POLITICA | it_IT |
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Appare nelle tipologie: | Tesi di laurea Magistrale |
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Descrizione: Testo della tesi di laurea magistrale
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