Abstract Sesto Calende, un territorio in provincia di Varese a confine tra Lombardia e Piemonte, lungo le rive del Fiume Ticino e del Lago Maggiore. Un’affascinante area industriale dismessa (Ex Vetreria Avir) in prossimità del centro città, molti anni di desolazione e silenzio, diverse idee di riuso ma una soluzione finale legata esclusivamente al profitto. L’insoddisfazione di uno studente, che osserva la trasformazione della sua Città, e l’inevitabile presa di coscienza che il profitto, come unico scopo progettuale, risulti per la Città stessa la perdita di un’occasione. Da questa riflessione nasce l’idea di un progetto di tesi basato sull’osservazione, lo studio e la volontà di valorizzazione delle peculiarità dell’area. Un progetto che provi a tenere in considerazione le molteplici caratteristiche e potenzialità del territorio ed al tempo stesso tenti di risolvere anche le sue criticità. Il progetto presentato verte in una contro proposta rispetto a quella in attuazione. Da un nuovo centro unicamente economico, si esplicita attraverso questo lavoro di tesi, la volontà di considerare l’area un nuovo centro per la vita quotidiana privata e lavorativa. Utile e necessaria, ai fini del lavoro progettuale, la considerazione di potenzialità come la vastità del luogo a disposizione, la vicinanza a ferrovia, scuole, fiume, centro storico, aree verdi, ed inevitabile la consapevolezza dei punti critici del territorio, primo tra tutti il sovraffollamento della Strada Statale del Sempione, tracciato principale per grandezza ed importanza storica della Città. L’ipotesi definitiva risponde al tentativo di depotenziamento del Sempione ed al conseguente allargamento del centro, creando un’area ricca di funzioni e di possibili collegamenti tra esse, un nodo che unisca due zone della Città fino ad ora separate sia fisicamente che funzionalmente. L’intervento non si sviluppa solo attraverso la progettazione di edifici ex-novo ma anche di strade, luoghi dello stare e della collettività, e si confronta con l’immediata vicinanza di un ex edificio industriale, con proprie caratteristiche intrinseche, destinato a diventare un museo creando un dialogo tra l’esistente e la nuova costruzione, tra un passato in mattoni e vetro ed un futuro ricco di nuovi rapporti come ad esempio la convivenza di cemento e verde. Il progetto prevede spazi per le diverse attività della giornata, un luogo che contenga funzioni pensate in relazione ai bisogni della popolazione, di ogni età e provenienza, con la duplice valenza di punto cardine per il quartiere e caratteristica di attrattività per la città. E’ dunque attraverso la progettazione di un edificio residenziale, un centro congressi, un albergo, uno spazio polifunzionale dedicato al commercio ed alle associazioni locali, un nuovo collegamento stradale sopraelevato ed infine il coinvolgimento della stazione esistente all’interno dell’area (attraverso la riprogettazione di essa), che si persegue l’obiettivo della creazione di un centro nodale. Gli spazi pensati sono molteplici, multifunzionali, attrezzati, e versatili. Per questo motivo ogni elemento presenta differenti caratteristiche ben integrate tra loro, per giungere ad un livello di completezza del luogo attraverso le peculiarità di ogni singolo componente. Dall’edificio residenziale incentrato sull’idea di riprendere il concetto di bosco verticale, all’edificio delle associazioni adattabile ed elastico alle diverse esigenze giornaliere, passando dal volume puro del centro congressi, polo attrattivo a scala territoriale e non solo cittadina. La scelta delle funzioni presentate, basate sulle esigenze del cittadino e del luogo non porta all’eliminazione del centro commerciale proposto ma solo al suo spostamento in un luogo altrettanto raggiungibile, confermando così la necessità effettiva di esso e risolvendo nello stesso tempo le problematiche legate al suo posizionamento attuale.

Luoghi urbani ed innovazione : la città di Sesto Calende tra identità locale e densità

PENZO, GIACOMO
2011/2012

Abstract

Abstract Sesto Calende, un territorio in provincia di Varese a confine tra Lombardia e Piemonte, lungo le rive del Fiume Ticino e del Lago Maggiore. Un’affascinante area industriale dismessa (Ex Vetreria Avir) in prossimità del centro città, molti anni di desolazione e silenzio, diverse idee di riuso ma una soluzione finale legata esclusivamente al profitto. L’insoddisfazione di uno studente, che osserva la trasformazione della sua Città, e l’inevitabile presa di coscienza che il profitto, come unico scopo progettuale, risulti per la Città stessa la perdita di un’occasione. Da questa riflessione nasce l’idea di un progetto di tesi basato sull’osservazione, lo studio e la volontà di valorizzazione delle peculiarità dell’area. Un progetto che provi a tenere in considerazione le molteplici caratteristiche e potenzialità del territorio ed al tempo stesso tenti di risolvere anche le sue criticità. Il progetto presentato verte in una contro proposta rispetto a quella in attuazione. Da un nuovo centro unicamente economico, si esplicita attraverso questo lavoro di tesi, la volontà di considerare l’area un nuovo centro per la vita quotidiana privata e lavorativa. Utile e necessaria, ai fini del lavoro progettuale, la considerazione di potenzialità come la vastità del luogo a disposizione, la vicinanza a ferrovia, scuole, fiume, centro storico, aree verdi, ed inevitabile la consapevolezza dei punti critici del territorio, primo tra tutti il sovraffollamento della Strada Statale del Sempione, tracciato principale per grandezza ed importanza storica della Città. L’ipotesi definitiva risponde al tentativo di depotenziamento del Sempione ed al conseguente allargamento del centro, creando un’area ricca di funzioni e di possibili collegamenti tra esse, un nodo che unisca due zone della Città fino ad ora separate sia fisicamente che funzionalmente. L’intervento non si sviluppa solo attraverso la progettazione di edifici ex-novo ma anche di strade, luoghi dello stare e della collettività, e si confronta con l’immediata vicinanza di un ex edificio industriale, con proprie caratteristiche intrinseche, destinato a diventare un museo creando un dialogo tra l’esistente e la nuova costruzione, tra un passato in mattoni e vetro ed un futuro ricco di nuovi rapporti come ad esempio la convivenza di cemento e verde. Il progetto prevede spazi per le diverse attività della giornata, un luogo che contenga funzioni pensate in relazione ai bisogni della popolazione, di ogni età e provenienza, con la duplice valenza di punto cardine per il quartiere e caratteristica di attrattività per la città. E’ dunque attraverso la progettazione di un edificio residenziale, un centro congressi, un albergo, uno spazio polifunzionale dedicato al commercio ed alle associazioni locali, un nuovo collegamento stradale sopraelevato ed infine il coinvolgimento della stazione esistente all’interno dell’area (attraverso la riprogettazione di essa), che si persegue l’obiettivo della creazione di un centro nodale. Gli spazi pensati sono molteplici, multifunzionali, attrezzati, e versatili. Per questo motivo ogni elemento presenta differenti caratteristiche ben integrate tra loro, per giungere ad un livello di completezza del luogo attraverso le peculiarità di ogni singolo componente. Dall’edificio residenziale incentrato sull’idea di riprendere il concetto di bosco verticale, all’edificio delle associazioni adattabile ed elastico alle diverse esigenze giornaliere, passando dal volume puro del centro congressi, polo attrattivo a scala territoriale e non solo cittadina. La scelta delle funzioni presentate, basate sulle esigenze del cittadino e del luogo non porta all’eliminazione del centro commerciale proposto ma solo al suo spostamento in un luogo altrettanto raggiungibile, confermando così la necessità effettiva di esso e risolvendo nello stesso tempo le problematiche legate al suo posizionamento attuale.
ARC I - Scuola di Architettura e Società
23-apr-2013
2011/2012
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/80118