“Struttura è creazione di una rete di eccitanti relazioni tra elementi di natura molto differente” Carrilho da Graca L’oggetto del nostro intervento progettuale riguarda un lotto, inserito nel più vasto progetto di riconquista dei Docks de Saint Ouen, ex quartiere industriale, situato alle porte di Parigi, isolato e marginale rispetto al tessuto urbano comunale. L’area dell’intervento è caratterizzata dalla presenza della Senna, che ne detta il margine a nord-ovest, dalla grande arteria viaria, Boulevard Victor Hugo, che delimita quello a sud-est, e dalla stazione della linea ferroviaria RER C, che stabilisce il confine con il limitrofo Comune di Clichy, a sud-ovest. Le finalità dell’intervento a scala urbana riguardano non solo l’offerta di abitazioni per differenti classi sociali e di attività, servizi, negozi e uffici che garantiscono un mix sociale e funzionale, quanto la riconnessione alla Senna attraverso la progettazione di corridoi ecologici; la valorizzazione delle sue rive attraverso lo scalo portuario e la pista ciclabile; la realizzazione di un ponte ciclo-pedonale che collega il Comune all’isola di Saint-Denis; la progettazione sostenibile, che interessa tutte le dimensioni del progetto, dal recupero dell’acqua piovana, ai materiali, e alle energie rinnovabili. Questa condizione introduce e indirizza il nostro percorso progettuale. Il campo urbano preso in considerazione, è, dunque, inserito in un “ritaglio di città”, in una condizione che è possibile considerare marginale: un grande vuoto, presidiato dalle fabbriche e dai capannoni industriali, alcuni in disuso. Il paesaggio urbano, privato delle sue funzioni e svuotato della presenza dell’uomo, palesa il suo naturale destino di rovina. Il nostro primo atto progettuale è consistito nell’individuare le questioni significative che, ancor prima di essere tradotte in forma fisica, strutturano il progetto: il senso, il pensiero e i concetti sui quali si fonda il nostro percorso. Il progetto è, prima di tutto, uno strumento conoscitivo basato sul confronto e sul riconoscimento delle differenze, sul rilevamento dello spazio di separazione delle condizioni indagate, che diviene esso stesso margine concreto di azione. Il lotto considerato rappresenta, infatti, una tessera importante del puzzle che costituisce il contesto nel quale esso è inserito: è posizionato lungo una fascia, direttrice principale del progetto, che mette in relazione il centro del Comune di Saint-Ouen, con l’isola di Saint-Denis, attraversando più paesaggi urbani differenti: il tessuto degli isolati dell’eco-quartiere, gli spazi collettivi del mercato coperto, del centro della cultura, e del centro commerciale, il parco di 12 ettari con il castello che ospita esposizioni d’arte, le rive della Senna, il fiume, e l’isola che ospita il centro sportivo di Saint-Ouen. Questa fascia, che attraversa anche il lotto oggetto di studio, è dunque costituita dalle interferenze che si susseguono perpendicolarmente ad essa, e non è solo una linea geometrica, astratta e concettuale. Gli intervalli e le differenze identificabili lungo questo asse di tensione, possono così attivare un sistema che le pone in sequenza. Le sequenze di spazi permettono un nuovo orientamento dello sguardo: composizioni aperte e successioni, che definiscono un progetto permeabile, fatto di connessioni tra spazi mutanti. Il nostro progetto può essere considerato, infatti, un nodo di un sistema di spazi pubblici, che suggerisce l’articolazione dei percorsi, la collocazione degli spazi aperti e d’incontro, la misura, la posizione, e la forma degli altri edifici. Gli spazi pubblici sono messi in relazione attraverso una rete nella quale natura, strada, accessi e servizi coincidono. L’edificio stesso genera dei livelli interconnessi tra loro, ma anche di connessione con l’intorno. Gli elementi architettonici, che come layer sovrapposti uno sull’altro, costituiscono i componenti della costruzione dei luoghi, sono il percorso, la sequenza, la modulazione dello spazio, la costruzione del vuoto. Essi sono espressi dalla sospensione della massa, dallo sbalzo, dal contrasto tra opacità e trasparenza, e dal tema del muro “come segno orizzontale che unisce, separa, chiude, inquadra, duplica, nega, si stacca dall’edificio a cui è appeso, per diventare schermo, oggetto autonomo che fluttua nell’aria sospeso da terra” . L’obiettivo è, dunque, quello di dare forza allo spazio pubblico poiché esso è fonte percepibile della qualità del luogo. A Parigi, nello specifico, lo spazio pubblico mette in scena il paesaggio, e la natura in città è uno degli obiettivi urbanistici attuali. La redazione di un progetto urbano, infatti, parte sempre dallo spazio pubblico, che è spesso uno spazio aperto, quasi sempre uno spazio verde. Intorno al 1990, in alcune importanti città europee sono stati realizzati grandi interventi che mettono in risalto la duplice necessità di trasformazione da una parte, e d’integrazione e ricostruzione dall’altra. Queste si traducono in due tendenze: una dinamica (ammodernamento), l’altra conservatrice (salvaguardia), mettendo così in luce la problematica legata al rapporto tra il nuovo e la preesistenza. Ad esempio, nel caso di Barcellona, la progettazione parte dalla strada e dallo spazio pubblico, e la riqualificazione di zone periferiche avviene attraverso la creazione di “nuove centralità” (polarizzazione). A Berlino, invece, le potenzialità della modernizzazione non sono localizzate nei nodi, ma nella qualità della rete degli spazi pubblici, all’interno della tessitura complessiva. Anche dall’analisi e dal confronto della progettazione di quartieri sostenibili realizzati negli ultimi vent’anni, emerge che la definizione di “sostenibilità” abbraccia tre componenti che dovrebbero essere in equilibrio tra loro: quella ambientale, quella economica, (attualmente predominanti), e quella sociale. Lo sviluppo economico, deve oggi però trasformarsi in uno sviluppo sociale, della persona. Le basi del cambiamento sono l’educazione, la cultura, e la partecipazione degli attori, dunque la presa di coscienza è la condizione primaria affinchè lo sviluppo durevole abbia una chance per essere messo in pratica. Quindi, in realtà, ai tre pilastri legati al concetto di sostenibilità (economia, ambiente e società), vanno affiancati altri tre pilastri che permettono di rendere effettivo questo tipo di sviluppo, anche attraverso politiche concrete e locali: educazione, cultura e partecipazione.

Tra fiume parco e città : costruire il luogo dell'incontro. Nuovi spazi comunitari per il quartiere di Saint Ouen

PERUZZI, MICHELA;VRIZ, MARIA CHIARA
2011/2012

Abstract

“Struttura è creazione di una rete di eccitanti relazioni tra elementi di natura molto differente” Carrilho da Graca L’oggetto del nostro intervento progettuale riguarda un lotto, inserito nel più vasto progetto di riconquista dei Docks de Saint Ouen, ex quartiere industriale, situato alle porte di Parigi, isolato e marginale rispetto al tessuto urbano comunale. L’area dell’intervento è caratterizzata dalla presenza della Senna, che ne detta il margine a nord-ovest, dalla grande arteria viaria, Boulevard Victor Hugo, che delimita quello a sud-est, e dalla stazione della linea ferroviaria RER C, che stabilisce il confine con il limitrofo Comune di Clichy, a sud-ovest. Le finalità dell’intervento a scala urbana riguardano non solo l’offerta di abitazioni per differenti classi sociali e di attività, servizi, negozi e uffici che garantiscono un mix sociale e funzionale, quanto la riconnessione alla Senna attraverso la progettazione di corridoi ecologici; la valorizzazione delle sue rive attraverso lo scalo portuario e la pista ciclabile; la realizzazione di un ponte ciclo-pedonale che collega il Comune all’isola di Saint-Denis; la progettazione sostenibile, che interessa tutte le dimensioni del progetto, dal recupero dell’acqua piovana, ai materiali, e alle energie rinnovabili. Questa condizione introduce e indirizza il nostro percorso progettuale. Il campo urbano preso in considerazione, è, dunque, inserito in un “ritaglio di città”, in una condizione che è possibile considerare marginale: un grande vuoto, presidiato dalle fabbriche e dai capannoni industriali, alcuni in disuso. Il paesaggio urbano, privato delle sue funzioni e svuotato della presenza dell’uomo, palesa il suo naturale destino di rovina. Il nostro primo atto progettuale è consistito nell’individuare le questioni significative che, ancor prima di essere tradotte in forma fisica, strutturano il progetto: il senso, il pensiero e i concetti sui quali si fonda il nostro percorso. Il progetto è, prima di tutto, uno strumento conoscitivo basato sul confronto e sul riconoscimento delle differenze, sul rilevamento dello spazio di separazione delle condizioni indagate, che diviene esso stesso margine concreto di azione. Il lotto considerato rappresenta, infatti, una tessera importante del puzzle che costituisce il contesto nel quale esso è inserito: è posizionato lungo una fascia, direttrice principale del progetto, che mette in relazione il centro del Comune di Saint-Ouen, con l’isola di Saint-Denis, attraversando più paesaggi urbani differenti: il tessuto degli isolati dell’eco-quartiere, gli spazi collettivi del mercato coperto, del centro della cultura, e del centro commerciale, il parco di 12 ettari con il castello che ospita esposizioni d’arte, le rive della Senna, il fiume, e l’isola che ospita il centro sportivo di Saint-Ouen. Questa fascia, che attraversa anche il lotto oggetto di studio, è dunque costituita dalle interferenze che si susseguono perpendicolarmente ad essa, e non è solo una linea geometrica, astratta e concettuale. Gli intervalli e le differenze identificabili lungo questo asse di tensione, possono così attivare un sistema che le pone in sequenza. Le sequenze di spazi permettono un nuovo orientamento dello sguardo: composizioni aperte e successioni, che definiscono un progetto permeabile, fatto di connessioni tra spazi mutanti. Il nostro progetto può essere considerato, infatti, un nodo di un sistema di spazi pubblici, che suggerisce l’articolazione dei percorsi, la collocazione degli spazi aperti e d’incontro, la misura, la posizione, e la forma degli altri edifici. Gli spazi pubblici sono messi in relazione attraverso una rete nella quale natura, strada, accessi e servizi coincidono. L’edificio stesso genera dei livelli interconnessi tra loro, ma anche di connessione con l’intorno. Gli elementi architettonici, che come layer sovrapposti uno sull’altro, costituiscono i componenti della costruzione dei luoghi, sono il percorso, la sequenza, la modulazione dello spazio, la costruzione del vuoto. Essi sono espressi dalla sospensione della massa, dallo sbalzo, dal contrasto tra opacità e trasparenza, e dal tema del muro “come segno orizzontale che unisce, separa, chiude, inquadra, duplica, nega, si stacca dall’edificio a cui è appeso, per diventare schermo, oggetto autonomo che fluttua nell’aria sospeso da terra” . L’obiettivo è, dunque, quello di dare forza allo spazio pubblico poiché esso è fonte percepibile della qualità del luogo. A Parigi, nello specifico, lo spazio pubblico mette in scena il paesaggio, e la natura in città è uno degli obiettivi urbanistici attuali. La redazione di un progetto urbano, infatti, parte sempre dallo spazio pubblico, che è spesso uno spazio aperto, quasi sempre uno spazio verde. Intorno al 1990, in alcune importanti città europee sono stati realizzati grandi interventi che mettono in risalto la duplice necessità di trasformazione da una parte, e d’integrazione e ricostruzione dall’altra. Queste si traducono in due tendenze: una dinamica (ammodernamento), l’altra conservatrice (salvaguardia), mettendo così in luce la problematica legata al rapporto tra il nuovo e la preesistenza. Ad esempio, nel caso di Barcellona, la progettazione parte dalla strada e dallo spazio pubblico, e la riqualificazione di zone periferiche avviene attraverso la creazione di “nuove centralità” (polarizzazione). A Berlino, invece, le potenzialità della modernizzazione non sono localizzate nei nodi, ma nella qualità della rete degli spazi pubblici, all’interno della tessitura complessiva. Anche dall’analisi e dal confronto della progettazione di quartieri sostenibili realizzati negli ultimi vent’anni, emerge che la definizione di “sostenibilità” abbraccia tre componenti che dovrebbero essere in equilibrio tra loro: quella ambientale, quella economica, (attualmente predominanti), e quella sociale. Lo sviluppo economico, deve oggi però trasformarsi in uno sviluppo sociale, della persona. Le basi del cambiamento sono l’educazione, la cultura, e la partecipazione degli attori, dunque la presa di coscienza è la condizione primaria affinchè lo sviluppo durevole abbia una chance per essere messo in pratica. Quindi, in realtà, ai tre pilastri legati al concetto di sostenibilità (economia, ambiente e società), vanno affiancati altri tre pilastri che permettono di rendere effettivo questo tipo di sviluppo, anche attraverso politiche concrete e locali: educazione, cultura e partecipazione.
FERRARI, DAVIDE
ARC I - Scuola di Architettura e Società
23-apr-2013
2011/2012
Tesi di laurea Magistrale
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