La tesi indaga le condizioni del paesaggio dell'abbandono in Italia e cerca di proporre soluzioni architettoniche che possano contrastare l'esito di scelte culturali, politiche e sociali che negli ultimi sessant'anni si sono rivelate insostenibili. I contesti abbandonati sono oggi oggetto di un rinnovato interesse in molti e diversificati ambiti disciplinari, a testimonianza del fatto che i tempi sono maturi per una riflessione sulla cura dell'ambiente costruito e sulle necessità del riuso e del riciclo soprattutto nei contesti territoriali compromessi. La ricchezza e la varietà di letture che provengono dal mondo dell'architettura, dell'arte, della letteratura, rappresentano una risorsa per chiunque si interroghi circa il futuro di dei territori abbandonati. Le politiche legate al consumo di suolo sono tra i motivi che hanno generato l'incontrollata proliferazione di rovine “contemporanee”. Il riuso di questi spazi e la loro re-immissione nel ciclo di vita dei territori abitati è probabilmente una delle possibili soluzioni per la salvaguardia del paesaggio italiano. Gli autori della tesi propongono il progetto di riuso del borgo di Consonno, un luogo singolare che ben documenta le contraddizioni italiane dopo il secondo dopoguerra. L’obiettivo è quello di riattivare connessioni con il contesto sociale e culturale che sono state recise da una complessa vicenda in tre atti: la demolizione del vecchio borgo rurale, la ricostruzione di un luogo interamente dedicato al gioco e allo svago, il suo successivo abbandono. Il riuso delle rovine e la valorizzazione delle tracce storiche diviene il punto di partenza per la creazione di un luogo votato alla cultura e alla memoria. Attraverso un’analisi territoriale e del contesto sociale viene configurata un programma per l’area di progetto, sviluppato attraverso i principi del “Cultural Planning”. Parallelamente viene delineato un “ciclo di progetto”, che porta alla definizione di competenze, tempi e risorse consistenti, prevedendo inoltre il coinvolgimento di autorità locali e di istituzioni private. Il risultato porta alla creazione di un “Parco delle Rovine”, ovvero un polo culturale che sfrutta le strutture preesistenti del luogo attraverso opere di riuso edilizio e rigenerazione territoriale. Tra gli edifici abbandonati, che costituivano il fantasmagorico progetto di città dei divertimenti voluta dal Conte Bagno, la galleria commerciale “La Spinada” e l’hotel “Plaza” diventano, rispettivamente, lo spunto per la creazione di uno spazio per arte e cultura e per la creazione di una struttura recettiva di supporto. La piana artificiale che fronteggia la galleria diviene invece l’oggetto di una progettazione paesaggistica volta alla creazione di un “Giardino della memoria”, a testimonianza degli sconvolgimenti territoriali che ne hanno segnato la condizione di “rovina della contemporaneità”.

Rovine contemporanee. Un esperimento progettuale nel borgo di Consonno

MARINO, FABIO;RISCINO, SANDRO;TRAINA, DAVIDE
2011/2012

Abstract

La tesi indaga le condizioni del paesaggio dell'abbandono in Italia e cerca di proporre soluzioni architettoniche che possano contrastare l'esito di scelte culturali, politiche e sociali che negli ultimi sessant'anni si sono rivelate insostenibili. I contesti abbandonati sono oggi oggetto di un rinnovato interesse in molti e diversificati ambiti disciplinari, a testimonianza del fatto che i tempi sono maturi per una riflessione sulla cura dell'ambiente costruito e sulle necessità del riuso e del riciclo soprattutto nei contesti territoriali compromessi. La ricchezza e la varietà di letture che provengono dal mondo dell'architettura, dell'arte, della letteratura, rappresentano una risorsa per chiunque si interroghi circa il futuro di dei territori abbandonati. Le politiche legate al consumo di suolo sono tra i motivi che hanno generato l'incontrollata proliferazione di rovine “contemporanee”. Il riuso di questi spazi e la loro re-immissione nel ciclo di vita dei territori abitati è probabilmente una delle possibili soluzioni per la salvaguardia del paesaggio italiano. Gli autori della tesi propongono il progetto di riuso del borgo di Consonno, un luogo singolare che ben documenta le contraddizioni italiane dopo il secondo dopoguerra. L’obiettivo è quello di riattivare connessioni con il contesto sociale e culturale che sono state recise da una complessa vicenda in tre atti: la demolizione del vecchio borgo rurale, la ricostruzione di un luogo interamente dedicato al gioco e allo svago, il suo successivo abbandono. Il riuso delle rovine e la valorizzazione delle tracce storiche diviene il punto di partenza per la creazione di un luogo votato alla cultura e alla memoria. Attraverso un’analisi territoriale e del contesto sociale viene configurata un programma per l’area di progetto, sviluppato attraverso i principi del “Cultural Planning”. Parallelamente viene delineato un “ciclo di progetto”, che porta alla definizione di competenze, tempi e risorse consistenti, prevedendo inoltre il coinvolgimento di autorità locali e di istituzioni private. Il risultato porta alla creazione di un “Parco delle Rovine”, ovvero un polo culturale che sfrutta le strutture preesistenti del luogo attraverso opere di riuso edilizio e rigenerazione territoriale. Tra gli edifici abbandonati, che costituivano il fantasmagorico progetto di città dei divertimenti voluta dal Conte Bagno, la galleria commerciale “La Spinada” e l’hotel “Plaza” diventano, rispettivamente, lo spunto per la creazione di uno spazio per arte e cultura e per la creazione di una struttura recettiva di supporto. La piana artificiale che fronteggia la galleria diviene invece l’oggetto di una progettazione paesaggistica volta alla creazione di un “Giardino della memoria”, a testimonianza degli sconvolgimenti territoriali che ne hanno segnato la condizione di “rovina della contemporaneità”.
AMARI, MONICA
ARC I - Scuola di Architettura e Società
23-apr-2013
2011/2012
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/80183