La tesi indaga l’analisi degli aspetti percettivi dell’ambiente urbano e approfondisce uno strumento di tipo quantitativo per l’analisi visiva: l’isovista. Introdotta nell’ambito architettonico da Micheal Benedikt nel 1979, è definita come l’insieme di tutti i punti visibili da una specifica posizione nello spazio e si concretizza in un poligono che rappresenta l’area (isovista 2D) o il volume (isovista 3D) visibile. Ripetuta per tutti i punti di un’area dà origine al cosiddetto isovist field. La tesi comprende una revisione della letteratura sul tema e dei principali strumenti disponibili per il calcolo. Un’applicazione pratica è condotta sull’area del Campus Leonardo in Città Studi, Milano, con l’analisi di singole isoviste, loro sequenze ed isovist field degli spazi aperti. Le isoviste possono restituire, attraverso le loro proprietà, le relazioni tra il soggetto e l’ambiente, come ad esempio, openness, enclosure e spaciousness, che definiscono lo spazio percepito e suggeriscono valutazioni e preferenze degli individui. Trovano quindi applicazione non solo nell’indagine sulla visibilità degli elementi, ma nella definizione delle specificità che contraddistinguono spazi pubblici e loro uso. In tal modo le isoviste costituiscono un’applicazione per l’analisi ed il progetto, qualificandosi come potenziale strumento scientifico a supporto di una progettazione che parta dall’esperienza effettiva del reale, dallo spazio percepito, piuttosto che da quello astratto della geometria.

La misura dello spazio percepito : l'isovista come strumento d'indagine e di progetto dell'ambiente urbano

MAGRI, ROSA ANNALISA
2011/2012

Abstract

La tesi indaga l’analisi degli aspetti percettivi dell’ambiente urbano e approfondisce uno strumento di tipo quantitativo per l’analisi visiva: l’isovista. Introdotta nell’ambito architettonico da Micheal Benedikt nel 1979, è definita come l’insieme di tutti i punti visibili da una specifica posizione nello spazio e si concretizza in un poligono che rappresenta l’area (isovista 2D) o il volume (isovista 3D) visibile. Ripetuta per tutti i punti di un’area dà origine al cosiddetto isovist field. La tesi comprende una revisione della letteratura sul tema e dei principali strumenti disponibili per il calcolo. Un’applicazione pratica è condotta sull’area del Campus Leonardo in Città Studi, Milano, con l’analisi di singole isoviste, loro sequenze ed isovist field degli spazi aperti. Le isoviste possono restituire, attraverso le loro proprietà, le relazioni tra il soggetto e l’ambiente, come ad esempio, openness, enclosure e spaciousness, che definiscono lo spazio percepito e suggeriscono valutazioni e preferenze degli individui. Trovano quindi applicazione non solo nell’indagine sulla visibilità degli elementi, ma nella definizione delle specificità che contraddistinguono spazi pubblici e loro uso. In tal modo le isoviste costituiscono un’applicazione per l’analisi ed il progetto, qualificandosi come potenziale strumento scientifico a supporto di una progettazione che parta dall’esperienza effettiva del reale, dallo spazio percepito, piuttosto che da quello astratto della geometria.
PIGA, BARBARA E.A.
ARC I - Scuola di Architettura e Società
23-apr-2013
2011/2012
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/80217