L’architettura e l’urbanistica sono le più tecniche tra le discipline artistiche, quelle maggiormente soggette alle committenze e agli attori in gioco, alle condizioni economiche, sociali e ambientali del contesto. Ne deriva una molteplicità di vincoli che spesso sono usati (giustamente o ingiustamente) per giustificarne i fallimenti. E’ importante tenere presente che discipline così socialmente utili come l’architettura e l’urbanistica, producono i risultati migliori quando rispondono non solo a esigenze estetiche, ma soprattutto ai bisogni quotidiani delle persone, sia individuali sia collettivi. E’ altrettanto importante ricordare che sono le situazioni quotidiane quelle importanti, che regolano la vita e danno forma alle città. Da quì il tentativo della tesi di rendere tanto più sostenibile lo sviluppo delle città moderne, da sempre legata al potere e in difficoltà in un paese come l’Italia in crisi sotto vari aspetti. La questione è certo più complessa e richiede anni per ottenere dei risultati e cambiamenti profondi anche nella cultura delle persone, ma è urgente l’indicazione di un percorso. Si può notare come al momento, in una situazione confusa dalla rapida evoluzione della società, anche l’architettura e l’urbanistica fatichino a trovare regole e riferimenti. Gli effetti si vedono direttamente sulla società e sul territorio, in particolare in Italia, dove a al degrado qualitativo, si contrappone la “cultura delle scuole e delle riviste pervasa da intellettualismo e una sofisticata attenzione formale, spesso destinati al consumo delle mode” (L. Berna). E’ quindi il momento di guardare a un modo diverso di fare architettura urbana, rivolto ai fatti concreti della vita quotidiana tra gli edifici (Gehl) con l’intenzione di migliorare le condizioni ambientali in cui si svolgono. Lo stesso Gehl in Life Between Buildings, afferma che l’Italia offre una ricchezza di spazi urbani e una cultura dell’uso delle strade e delle piazze, che non esiste in nessun altro paese o cultura, anche quando alla metà degli anni 60, in tutta Europa, si costruivano i giganti di cemento del movimento Funzionalista e le vecchie città venivano modernizzate con grattacieli, strade larghe e immensi parcheggi. “In questo processo, la vita cittadina tradizionale veniva scacciata dalle strade e dalle piazze, ma non in città come Lucca, Siena, Venezia, Ascoli Piceno, in cui si conserva un approccio secolare umano nei confronti della città e della vita che vi si svolge” (Ghel, Life Between Buildings). La tesi mette in evidenza tradizioni culturali e politiche urbane diverse, ma anche come il comportamento e le attività delle persone si assomiglino se esistono spazi urbani di buona qualità: seppur tenendo conto delle differenze climatiche e culturali, gli schemi dei comportamenti umani e il desiderio di utilizzare spazi pubblici come luoghi di scambio sociale e culturale non cambiano in tutto il mondo. La ricerca si basa sulle ricerche di una vasta corrente di studi urbanistici, in particolare del Nord Europa e degli Stati Uniti, che hanno come campo di interesse il miglioramento dell’ambiente costruito a partire dal comportamento e dalle percezioni umane; per questo motivo si raccolgono anche contributi da parte di discipline specializzate come quelle della sociologia e della psicologia ambientale. Come queste ricerche hanno cercato di sollecitare un’attenzione maggiore verso le persone che si muovono e utilizzano gli spazi urbani, così vuole fare la ricerca di tesi, spingendo l’attenzione verso una serie di criteri di qualità da considerare nella progettazione degli spazi pubblici. La ricerca prende in considerazione una letteratura ampia e spesso tecnica, ma non ne estrae delle regole assolute di buona architettura e progettazione urbana; piuttosto di cerca di raccogliere le osservazioni sull’ambiente costruito e di capire quali caratteristiche influenzano maggiormente la vita sociale delle persone, rendendola possibile, impedendola o facilitandola. Gli oppositori di questo tipo di progettazione, che possiamo definire “dal volto umano”, nel corso dei decenni, ha mosso diverse critiche soprattutto rispetto a questo aspetto sociale. La tesi invece affianca alla progettazione tradizionale una serie di strumenti utili a capire la città moderna e i suoi abitanti: conoscenze storiche; tipologia e morfologia urbana; percezione umana; ecc.. E’ importante capire dunque che la città è formata di tante parti ed elementi diversi, ciascuno con esigenze funzionali e formali diverse, capaci di convivere benissimo se trattate in modo appropriato; che anche se l’evoluzione della società è accelerata, le esigenze umane restano quelle in ogni epoca storica e in ogni parte geografica.

Vivibilità e qualità degli spazi pubblici. Un progetto per la riqualificazione del sistema degli spazi aperti lungo l'asse Porta Romana-Duomo

CRUPI, LIA
2011/2012

Abstract

L’architettura e l’urbanistica sono le più tecniche tra le discipline artistiche, quelle maggiormente soggette alle committenze e agli attori in gioco, alle condizioni economiche, sociali e ambientali del contesto. Ne deriva una molteplicità di vincoli che spesso sono usati (giustamente o ingiustamente) per giustificarne i fallimenti. E’ importante tenere presente che discipline così socialmente utili come l’architettura e l’urbanistica, producono i risultati migliori quando rispondono non solo a esigenze estetiche, ma soprattutto ai bisogni quotidiani delle persone, sia individuali sia collettivi. E’ altrettanto importante ricordare che sono le situazioni quotidiane quelle importanti, che regolano la vita e danno forma alle città. Da quì il tentativo della tesi di rendere tanto più sostenibile lo sviluppo delle città moderne, da sempre legata al potere e in difficoltà in un paese come l’Italia in crisi sotto vari aspetti. La questione è certo più complessa e richiede anni per ottenere dei risultati e cambiamenti profondi anche nella cultura delle persone, ma è urgente l’indicazione di un percorso. Si può notare come al momento, in una situazione confusa dalla rapida evoluzione della società, anche l’architettura e l’urbanistica fatichino a trovare regole e riferimenti. Gli effetti si vedono direttamente sulla società e sul territorio, in particolare in Italia, dove a al degrado qualitativo, si contrappone la “cultura delle scuole e delle riviste pervasa da intellettualismo e una sofisticata attenzione formale, spesso destinati al consumo delle mode” (L. Berna). E’ quindi il momento di guardare a un modo diverso di fare architettura urbana, rivolto ai fatti concreti della vita quotidiana tra gli edifici (Gehl) con l’intenzione di migliorare le condizioni ambientali in cui si svolgono. Lo stesso Gehl in Life Between Buildings, afferma che l’Italia offre una ricchezza di spazi urbani e una cultura dell’uso delle strade e delle piazze, che non esiste in nessun altro paese o cultura, anche quando alla metà degli anni 60, in tutta Europa, si costruivano i giganti di cemento del movimento Funzionalista e le vecchie città venivano modernizzate con grattacieli, strade larghe e immensi parcheggi. “In questo processo, la vita cittadina tradizionale veniva scacciata dalle strade e dalle piazze, ma non in città come Lucca, Siena, Venezia, Ascoli Piceno, in cui si conserva un approccio secolare umano nei confronti della città e della vita che vi si svolge” (Ghel, Life Between Buildings). La tesi mette in evidenza tradizioni culturali e politiche urbane diverse, ma anche come il comportamento e le attività delle persone si assomiglino se esistono spazi urbani di buona qualità: seppur tenendo conto delle differenze climatiche e culturali, gli schemi dei comportamenti umani e il desiderio di utilizzare spazi pubblici come luoghi di scambio sociale e culturale non cambiano in tutto il mondo. La ricerca si basa sulle ricerche di una vasta corrente di studi urbanistici, in particolare del Nord Europa e degli Stati Uniti, che hanno come campo di interesse il miglioramento dell’ambiente costruito a partire dal comportamento e dalle percezioni umane; per questo motivo si raccolgono anche contributi da parte di discipline specializzate come quelle della sociologia e della psicologia ambientale. Come queste ricerche hanno cercato di sollecitare un’attenzione maggiore verso le persone che si muovono e utilizzano gli spazi urbani, così vuole fare la ricerca di tesi, spingendo l’attenzione verso una serie di criteri di qualità da considerare nella progettazione degli spazi pubblici. La ricerca prende in considerazione una letteratura ampia e spesso tecnica, ma non ne estrae delle regole assolute di buona architettura e progettazione urbana; piuttosto di cerca di raccogliere le osservazioni sull’ambiente costruito e di capire quali caratteristiche influenzano maggiormente la vita sociale delle persone, rendendola possibile, impedendola o facilitandola. Gli oppositori di questo tipo di progettazione, che possiamo definire “dal volto umano”, nel corso dei decenni, ha mosso diverse critiche soprattutto rispetto a questo aspetto sociale. La tesi invece affianca alla progettazione tradizionale una serie di strumenti utili a capire la città moderna e i suoi abitanti: conoscenze storiche; tipologia e morfologia urbana; percezione umana; ecc.. E’ importante capire dunque che la città è formata di tante parti ed elementi diversi, ciascuno con esigenze funzionali e formali diverse, capaci di convivere benissimo se trattate in modo appropriato; che anche se l’evoluzione della società è accelerata, le esigenze umane restano quelle in ogni epoca storica e in ogni parte geografica.
ARC I - Scuola di Architettura e Società
23-apr-2013
2011/2012
Tesi di laurea Magistrale
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