The main goal is framing how the spread of digital technologies can influence the public space use and design, in particular in historic centres. According to theoretical discussions, digital technologies are relevant in planning and urban design in different ways: Innovative manners of analyzing the public realm. There is a huge amount of invisible data daily produced by citizens: places are embedded with a series of media contents that once revealed can give new insights. Digital technologies could be considered as a tool for place-making, building a strong community upon a place. Digital technologies give an easy possibility to activities like sharing, collaborating, coordinating. The invisible infrastructure. The communication technology can connect long distant points in an invisible way. A new approach to design could be considered when planning: action points, one distant from the other that work together to each other, once they are digitally connected. Technologically oriented design for the public space. There are new uses of the public spaces observed by urban sociologist, which could be enhanced by a technologically oriented design. Based on those principles, we tested this praxis to the historic centre of Urbino. Our goal is to reactivate diffusely the public realm of the historic fabric, operating through some action points. All the points in the system are supposed to work together creating unforeseen synergies: what happens in one place is immediately communicated to the others, creating the effect of a spatial condensator, but diffused in the city. The selection of the action points has been supported by data generated by the use of social network related to the public spaces within Urbino. Moreover, the action to reactivate those points depends on the use of an application that we designed that allows to foster indentification between places and city users and introduce new uses, that consider even technologically oriented common activities: interactive systems of information, wired outside working places with laptop charger hotspots, media screens.

L’obiettivo principe della tesi sta nel tentativo di comprendere l’influenza che la diffusione delle tecnologie digitali ha avuto sull’uso e sulla progettazione degli spazi, in particolare nei centri storici. Le tecnologie digitali, ormai parte della vita quotidiana, sono già largamente oggetto di studio da parte dalle scienze sociali, economiche e politiche. Una delle prime questioni che ne deriva riguarda l’eventualità di impiegarle come strumento per la pianificazione e il disegno urbano. A tal fine, grazie all’osservazione di esempi significativi e a riferimenti teorici, si possono considerare le tecnologie digitali nella progettazione urbana da diversi punti di vista: • Nuovi modi di analizzare la sfera pubblica. Tramite l’uso di social media, i cittadini producono ogni giorno un già cospicuo e crescente numero di dati. D’altro canto, sempre più frequentemente ai luoghi della città sono allegati contenuti mediatici che, rivelati, possono evidenziare scenari d’uso inediti per tali spazi. Nuovi tipi di analisi sono conducibili partire i dati prodotti dagli utenti. • Place-making. Le tecnologie digitali possono incoraggiare la riscoperta del genius loci, offrendo l’opportunità di creare più agilmente una comunità geo-localizzata. Esse, infatti, permettono di coordinare e partecipare ad azioni collettive con maggiore facilità e in minor tempo rispetto al passato. Dunque, anche secondo quanto osservato da opportuni casi studio, è possibile sostenere che la condivisione di dati che provengono dai social media e che riguardano un luogo della città – così come la creazione di una piattaforma che permetta azioni collettive – può incoraggiare nuovi legami sociali all’interno delle comunità locali. • L’infrastruttura invisibile. Le tecnologie di comunicazione possono connettere in maniera invisibile punti anche piuttosto distanti tra loro. Lo stesso significato dei termini “isolamento”, “connesso”, “accessibile” risulta in tal senso mutato. Per questa ragione, anche i luoghi non perfettamente collegati fisicamente possono diventare nodi del sistema urbano, qualora dotati dell’opportuna infrastruttura digitale. Un nuovo approccio alla pianificazione pare prender forma: considerare la possibilità che punti della città distanti possano funzionare sinergicamente come fossero compresenti all’interno di un medesimo spazio architettonico di condensazione. • Progettazione degli spazi pubblici orientata all’impiego delle tecnologie digitali. I sociologi hanno osservato l’esistenza di nuove pratiche d’uso dello spazio pubblico incentivate dall’introduzione di dispositivi tecnologi e che possono essere incentivate tramite una progettazione che consideri queste nuove possibilità e che le indirizzi. La progettazione dovrebbe dunque restituire spazi che offrono la possibilità di trovare l’attrezzatura necessaria per lavorare in qualsiasi luogo della città – permettendo l’uso di dispositivi digitali e mobili, nonché la visualizzazione di contenuti condivisi – e di incorporare elementi che incentivano l’interazione tra gli individui e alimentano il senso di comunità. Partendo da tali presupposti, si è provato ad applicare la seguente prassi al centro storico della città marchigiana di Urbino, oggetto della tutela UNESCO sul patrimonio storico e culturale. Infatti, pur dotata di un sistema di spazi pubblici d’innegabile qualità estetica, sussistono delle questioni portate all’attenzione dagli abitanti del luogo e osservate nell’analisi. • La prima concerne la composizione della popolazione, costituita per la metà da studenti universitari, che mostrano uno scarso senso di responsabilità verso gli spazi pubblici, utilizzandoli alla stregua di beni di consumo; • Una seconda questione riguarda la mancata diversificazione degli spazi pubblici. Benché la città sia dotata di un sistema di luoghi formalmente ed esteticamente impeccabile, la maggior parte delle attività e delle interazioni sociali dei principali utenti di Urbino (studenti, residenti nativi, turisti) restano concentrate esclusivamente in Piazza della Repubblica; • Numerosi altri spazi pubblici, trovandosi in disparte di poche decine di metri rispetto ai flussi principali restano sottoutilizzati. Non hanno alcuna rilevanza nella sfera sociale (analizzata tramite social network geo-localizzati) e benché aperti al pubblico, non vi sono insediate attività, non vigono abitudini, non sussistono memorie, né è riscontrabile alcuna volontà di appropriazione. Nostro obiettivo è riattivare diffusamente la sfera pubblica del costruito storico, operando attraverso dei punti di azione: spazi aperti pubblici selezionati per il potenziale di ospitare nuovi usi e per loro qualità estetica. La selezione dei punti di azione è stata condotta tramite un’analisi costituita da molteplici che, come evidenziato nella teoria in Nuovi modi di analizzare la sfera pubblica, considera anche dati e contributi provenienti dai social network. Infatti, una volta definito il tipo di uso che delle diverse piattaforme sociali su dispositivo mobile si fa nei luoghi, si possono interpretare i dati generati dagli utenti, in termini di rappresentatività sociale di un luogo per una comunità, tipo di utenza e uso dello spazio. L’analisi condotta si è quindi mossa su due direzioni complementari, una tradizionale tramite osservazioni empiriche in luogo, interviste e una digitale tramite l’analisi di dati provenienti dai social network, entrambe finalizzate a distinguere i punti di azione di progetto, allo stato attuale sottoutilizzati, dai punti di ancoraggio, ossia dai fulcri della vita sociale per le diverse categorie di utenti a Urbino. L’azione proposta per riattivare i luoghi selezionati corre su due filoni complementari. Da una parte un’application da noi progettata, pensata in modo da creare un collegamento tra i luoghi della città e la comunità locale, favorendo fenomeni di appropriazione e rafforzando i legami sociali locali. A partire dalla possibilità di attivare azioni di finalizzate alla creazione di luoghi, tramite piattaforme digitali che facilitano azioni collettive su questi, l’application permette agli abitanti di condividere contenuti mediatici localizzati, di proporre e sostenere progetti collettivi auto-finanziati, rafforzando il legame con i luoghi, nonché sviluppando affezione e responsabilizzazione verso gli spazi pubblici. L’application, inoltre, creerà un database riguardo luoghi, eventi, persone e progetti d’interesse comune all’interno del centro storico di Urbino. Questi dati saranno utilizzati come risorsa del masterplan, pensato in termini di punti di azione, convertiti a nuovi usi, che lavoreranno sinergicamente grazie all’Infrastruttura invisibile: un continuo passaggio d’informazioni da un luogo all’altro – streaming audio-video, reciproca comunicazione riguardo persone, eventi e progetti in tempo reale. Il masterplan è stato pensato anche cercando di rendere accessibili i luoghi d’intervento nella sfera digitale: oltre che comunicare tra loro, essi, infatti, saranno in continua connessione con certi punti – detti punti di ancoraggio – e considerati il fulcro della vita sociale urbinate. Per riattivare i luoghi di azione si è pensato di agire sia attraverso la disposizione di attrezzature che supportano particolari attività negli spazi pubblici aperti, sia attraverso la riconversione di alcuni edifici sottoutilizzati prospicienti le aree selezionate. Le attrezzature in questione in questione, seguendo il principio della Progettazione degli spazi pubblici orientata all’impiego delle tecnologie digitali, sono pensate per supportare attività collettive all’aperto, anche tramite dispostivi tecnologici: sistemi interattivi d’informazione, spazi per lavoro all’aperto dotati di sistemi per ricaricare gli oggetti digitali, schermi di trasmissione. Le funzioni introdotte negli edifici pubblici sottoutilizzati prospicenti i punti di azione, sono progettate col fine di coinvolgere i differenti utenti della città (studenti, residenti nativi, turisti), creando inedite sinergie.

Urbino : can digital media technologies enhance the liveability of the historic public realm ?

TOMARCHIO, LUDOVICA;STOJANOVIC, BOGDAN;PALMIERI, RICCARDO
2011/2012

Abstract

The main goal is framing how the spread of digital technologies can influence the public space use and design, in particular in historic centres. According to theoretical discussions, digital technologies are relevant in planning and urban design in different ways: Innovative manners of analyzing the public realm. There is a huge amount of invisible data daily produced by citizens: places are embedded with a series of media contents that once revealed can give new insights. Digital technologies could be considered as a tool for place-making, building a strong community upon a place. Digital technologies give an easy possibility to activities like sharing, collaborating, coordinating. The invisible infrastructure. The communication technology can connect long distant points in an invisible way. A new approach to design could be considered when planning: action points, one distant from the other that work together to each other, once they are digitally connected. Technologically oriented design for the public space. There are new uses of the public spaces observed by urban sociologist, which could be enhanced by a technologically oriented design. Based on those principles, we tested this praxis to the historic centre of Urbino. Our goal is to reactivate diffusely the public realm of the historic fabric, operating through some action points. All the points in the system are supposed to work together creating unforeseen synergies: what happens in one place is immediately communicated to the others, creating the effect of a spatial condensator, but diffused in the city. The selection of the action points has been supported by data generated by the use of social network related to the public spaces within Urbino. Moreover, the action to reactivate those points depends on the use of an application that we designed that allows to foster indentification between places and city users and introduce new uses, that consider even technologically oriented common activities: interactive systems of information, wired outside working places with laptop charger hotspots, media screens.
CECCARELLI, PAOLO
SPAZIANTE, AGATA
ARC I - Scuola di Architettura e Società
23-apr-2013
2011/2012
L’obiettivo principe della tesi sta nel tentativo di comprendere l’influenza che la diffusione delle tecnologie digitali ha avuto sull’uso e sulla progettazione degli spazi, in particolare nei centri storici. Le tecnologie digitali, ormai parte della vita quotidiana, sono già largamente oggetto di studio da parte dalle scienze sociali, economiche e politiche. Una delle prime questioni che ne deriva riguarda l’eventualità di impiegarle come strumento per la pianificazione e il disegno urbano. A tal fine, grazie all’osservazione di esempi significativi e a riferimenti teorici, si possono considerare le tecnologie digitali nella progettazione urbana da diversi punti di vista: • Nuovi modi di analizzare la sfera pubblica. Tramite l’uso di social media, i cittadini producono ogni giorno un già cospicuo e crescente numero di dati. D’altro canto, sempre più frequentemente ai luoghi della città sono allegati contenuti mediatici che, rivelati, possono evidenziare scenari d’uso inediti per tali spazi. Nuovi tipi di analisi sono conducibili partire i dati prodotti dagli utenti. • Place-making. Le tecnologie digitali possono incoraggiare la riscoperta del genius loci, offrendo l’opportunità di creare più agilmente una comunità geo-localizzata. Esse, infatti, permettono di coordinare e partecipare ad azioni collettive con maggiore facilità e in minor tempo rispetto al passato. Dunque, anche secondo quanto osservato da opportuni casi studio, è possibile sostenere che la condivisione di dati che provengono dai social media e che riguardano un luogo della città – così come la creazione di una piattaforma che permetta azioni collettive – può incoraggiare nuovi legami sociali all’interno delle comunità locali. • L’infrastruttura invisibile. Le tecnologie di comunicazione possono connettere in maniera invisibile punti anche piuttosto distanti tra loro. Lo stesso significato dei termini “isolamento”, “connesso”, “accessibile” risulta in tal senso mutato. Per questa ragione, anche i luoghi non perfettamente collegati fisicamente possono diventare nodi del sistema urbano, qualora dotati dell’opportuna infrastruttura digitale. Un nuovo approccio alla pianificazione pare prender forma: considerare la possibilità che punti della città distanti possano funzionare sinergicamente come fossero compresenti all’interno di un medesimo spazio architettonico di condensazione. • Progettazione degli spazi pubblici orientata all’impiego delle tecnologie digitali. I sociologi hanno osservato l’esistenza di nuove pratiche d’uso dello spazio pubblico incentivate dall’introduzione di dispositivi tecnologi e che possono essere incentivate tramite una progettazione che consideri queste nuove possibilità e che le indirizzi. La progettazione dovrebbe dunque restituire spazi che offrono la possibilità di trovare l’attrezzatura necessaria per lavorare in qualsiasi luogo della città – permettendo l’uso di dispositivi digitali e mobili, nonché la visualizzazione di contenuti condivisi – e di incorporare elementi che incentivano l’interazione tra gli individui e alimentano il senso di comunità. Partendo da tali presupposti, si è provato ad applicare la seguente prassi al centro storico della città marchigiana di Urbino, oggetto della tutela UNESCO sul patrimonio storico e culturale. Infatti, pur dotata di un sistema di spazi pubblici d’innegabile qualità estetica, sussistono delle questioni portate all’attenzione dagli abitanti del luogo e osservate nell’analisi. • La prima concerne la composizione della popolazione, costituita per la metà da studenti universitari, che mostrano uno scarso senso di responsabilità verso gli spazi pubblici, utilizzandoli alla stregua di beni di consumo; • Una seconda questione riguarda la mancata diversificazione degli spazi pubblici. Benché la città sia dotata di un sistema di luoghi formalmente ed esteticamente impeccabile, la maggior parte delle attività e delle interazioni sociali dei principali utenti di Urbino (studenti, residenti nativi, turisti) restano concentrate esclusivamente in Piazza della Repubblica; • Numerosi altri spazi pubblici, trovandosi in disparte di poche decine di metri rispetto ai flussi principali restano sottoutilizzati. Non hanno alcuna rilevanza nella sfera sociale (analizzata tramite social network geo-localizzati) e benché aperti al pubblico, non vi sono insediate attività, non vigono abitudini, non sussistono memorie, né è riscontrabile alcuna volontà di appropriazione. Nostro obiettivo è riattivare diffusamente la sfera pubblica del costruito storico, operando attraverso dei punti di azione: spazi aperti pubblici selezionati per il potenziale di ospitare nuovi usi e per loro qualità estetica. La selezione dei punti di azione è stata condotta tramite un’analisi costituita da molteplici che, come evidenziato nella teoria in Nuovi modi di analizzare la sfera pubblica, considera anche dati e contributi provenienti dai social network. Infatti, una volta definito il tipo di uso che delle diverse piattaforme sociali su dispositivo mobile si fa nei luoghi, si possono interpretare i dati generati dagli utenti, in termini di rappresentatività sociale di un luogo per una comunità, tipo di utenza e uso dello spazio. L’analisi condotta si è quindi mossa su due direzioni complementari, una tradizionale tramite osservazioni empiriche in luogo, interviste e una digitale tramite l’analisi di dati provenienti dai social network, entrambe finalizzate a distinguere i punti di azione di progetto, allo stato attuale sottoutilizzati, dai punti di ancoraggio, ossia dai fulcri della vita sociale per le diverse categorie di utenti a Urbino. L’azione proposta per riattivare i luoghi selezionati corre su due filoni complementari. Da una parte un’application da noi progettata, pensata in modo da creare un collegamento tra i luoghi della città e la comunità locale, favorendo fenomeni di appropriazione e rafforzando i legami sociali locali. A partire dalla possibilità di attivare azioni di finalizzate alla creazione di luoghi, tramite piattaforme digitali che facilitano azioni collettive su questi, l’application permette agli abitanti di condividere contenuti mediatici localizzati, di proporre e sostenere progetti collettivi auto-finanziati, rafforzando il legame con i luoghi, nonché sviluppando affezione e responsabilizzazione verso gli spazi pubblici. L’application, inoltre, creerà un database riguardo luoghi, eventi, persone e progetti d’interesse comune all’interno del centro storico di Urbino. Questi dati saranno utilizzati come risorsa del masterplan, pensato in termini di punti di azione, convertiti a nuovi usi, che lavoreranno sinergicamente grazie all’Infrastruttura invisibile: un continuo passaggio d’informazioni da un luogo all’altro – streaming audio-video, reciproca comunicazione riguardo persone, eventi e progetti in tempo reale. Il masterplan è stato pensato anche cercando di rendere accessibili i luoghi d’intervento nella sfera digitale: oltre che comunicare tra loro, essi, infatti, saranno in continua connessione con certi punti – detti punti di ancoraggio – e considerati il fulcro della vita sociale urbinate. Per riattivare i luoghi di azione si è pensato di agire sia attraverso la disposizione di attrezzature che supportano particolari attività negli spazi pubblici aperti, sia attraverso la riconversione di alcuni edifici sottoutilizzati prospicienti le aree selezionate. Le attrezzature in questione in questione, seguendo il principio della Progettazione degli spazi pubblici orientata all’impiego delle tecnologie digitali, sono pensate per supportare attività collettive all’aperto, anche tramite dispostivi tecnologici: sistemi interattivi d’informazione, spazi per lavoro all’aperto dotati di sistemi per ricaricare gli oggetti digitali, schermi di trasmissione. Le funzioni introdotte negli edifici pubblici sottoutilizzati prospicenti i punti di azione, sono progettate col fine di coinvolgere i differenti utenti della città (studenti, residenti nativi, turisti), creando inedite sinergie.
Tesi di laurea Magistrale
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URBINO- CAN DIGITAL MEDIA TECHNOLOGIES ENHANCE THE LIVEABILITY OF THE HISTORIC PUBLIC REALM? (Riccardo Palmieri, Ludovica Tomarchio, Bogdan Stojanovic) TESI.pdf

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