La tesi indaga le diverse implicazioni che si originano dalla scelta di utilizzare come strategia conservativa il Piano di Conservazione, tramite la redazione del documento per un caso studio: il monastero di Santa Maria del Lavello, situato sulle sponde dell'Adda, in Calolziocorte, Lecco. Gli aspetti teorici e applicativi che vengono affrontati sono strettamente legati tra loro, e si ordinano all'interno dei tre strumenti che compongono il Piano. Per prima cosa è stata indagata la storia del bene, le sue origini ed evoluzioni sia a livello architettonico, sia giuridico/gestionale, e tramite un regesto attento delle fonti e documenti che lo riguardano, è stato costituito un archivio digitale organizzato. Il Piano si articola seguendo una scomposizione analitica delle componenti che caratterizzano l’edificio e la loro codifica, permettendo una visione sistemica e unitaria, che rende possibile la riorganizzazione delle informazioni relative al bene in analisi, e la facilitazione nella redazione delle schede che compongono sia il Manuale Tecnico che il Programma di Conservazione. I dati raccolti durante i rilievi vengono così riorganizzati permettendo l'individuazione dei punti critici dell’edificio e le operazioni necessarie de eseguire per la sua corretta conservazione e conduzione nel tempo. Lo sviluppo poi del Manuale d'Uso ha implicato la presa di coscienza di quanto la gestione, nella sua duplice valenza spaziale e legislativa, sia fondamentale, infatti questo strumento specifica le reali responsabilità dei soggetti implicati e, grazie ad una struttura ed un linguaggio adeguati, è indirizzato agli utenti che quotidianamente fruiscono il bene. Ad essi infatti viene riconosciuto il ruolo di custodi del bene e, correttamente indirizzati e formati, costituiscono la risorsa fondamentale per la conservazione.

La conservazione preventiva e programmata come strategia : il caso studio del monastero di Santa Maria del Lavello

SABATINI, FEDERICA;FIOCCA, ELISABETTA
2011/2012

Abstract

La tesi indaga le diverse implicazioni che si originano dalla scelta di utilizzare come strategia conservativa il Piano di Conservazione, tramite la redazione del documento per un caso studio: il monastero di Santa Maria del Lavello, situato sulle sponde dell'Adda, in Calolziocorte, Lecco. Gli aspetti teorici e applicativi che vengono affrontati sono strettamente legati tra loro, e si ordinano all'interno dei tre strumenti che compongono il Piano. Per prima cosa è stata indagata la storia del bene, le sue origini ed evoluzioni sia a livello architettonico, sia giuridico/gestionale, e tramite un regesto attento delle fonti e documenti che lo riguardano, è stato costituito un archivio digitale organizzato. Il Piano si articola seguendo una scomposizione analitica delle componenti che caratterizzano l’edificio e la loro codifica, permettendo una visione sistemica e unitaria, che rende possibile la riorganizzazione delle informazioni relative al bene in analisi, e la facilitazione nella redazione delle schede che compongono sia il Manuale Tecnico che il Programma di Conservazione. I dati raccolti durante i rilievi vengono così riorganizzati permettendo l'individuazione dei punti critici dell’edificio e le operazioni necessarie de eseguire per la sua corretta conservazione e conduzione nel tempo. Lo sviluppo poi del Manuale d'Uso ha implicato la presa di coscienza di quanto la gestione, nella sua duplice valenza spaziale e legislativa, sia fondamentale, infatti questo strumento specifica le reali responsabilità dei soggetti implicati e, grazie ad una struttura ed un linguaggio adeguati, è indirizzato agli utenti che quotidianamente fruiscono il bene. Ad essi infatti viene riconosciuto il ruolo di custodi del bene e, correttamente indirizzati e formati, costituiscono la risorsa fondamentale per la conservazione.
MOIOLI, ROSSELLA
ARC I - Scuola di Architettura e Società
23-apr-2013
2011/2012
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/80341