Milano : nella cittadella militare di baggio un intervento per l'accoglienza della nuova immigrazione, il troppo pieno carcerario, distaccamenti dipartimentali e residenza temporanea

Reflecting and evaluating the problematic aspects and supporting the design to keep the home district of San Vittore in its historic home, the idea was born to build a new support structure to be placed on the urban semi-suburban city of Milan, the former Square in-arms via the Armed Forces. Piazza d 'Armi, also known as the field of Mars, is the site considered and currently looks like a breaking point with the urban fabric of the city. So the hypothesis of the project work is based on the ability to take the complex reality of the citadel of the militia, in terms of resource, acting as a goal to reconfigure the area of ​​the barracks, as a hinge between the city and the extensions, so to reconnect the various forms of segregation, seeking a dialogue with the whole surrounding area and resulting in the previously mentioned buildings called "exclusion" to give the project a strong identity. Taking into account the 'ideology of design used by V. Viganò and the critical situation of the prison of San Vittore, the chronic overcrowding burden significantly for several years problematic nature of social or health, the project faces in fact a problem of great interest: that of immigration, the integration the immigrant population and the structures for the first reception, but inspired by the model of so-called concentrazionale Cpt (detention centers), subsequently converted into Cie (Centres for Identification and Expulsion.) The goal is to create new spaces for temporary residence, education, vocational training and cultural exchange between the contexts of origin. Great importance is given by the relationship with the environment, through consistent morphological solutions and the inclusion of social functions, while in the area, but further enhanced and qualified as libraries, conference rooms, open spaces and green for the meeting.

Riflettendo e valutando gli aspetti problematici e sostenendo il disegno di mantenere la casa circondariale di San Vittore nella sua sede storica, nasce l’idea di realizzare una nuova struttura di supporto da collocarsi sull’area urbana semiperiferica della città di Milano, l’ex Piazza d’armi di via delle Forze Armate. Piazza d' Armi, detto anche campo di Marte, è il sito preso in considerazione ed attualmente si presenta come un punto di rottura con il tessuto urbanistico della città. Quindi l’ipotesi del lavoro progettuale si fonda sulla possibilità di assumere la realtà complessa della cittadella delle milizie, in termini di risorsa, ponendosi come obbiettivo di riconfigurare l’area della caserma, come cerniera fra la città ed i suoi prolungamenti, così di riallacciare quelle varie forme di segregazione, cercando un dialogo con l’intera zona circostante e confrontandosi con gli edifici in precedenza citati detti “dell’esclusione”, per conferire al progetto una forte identità. Tenendo conto l’ ideologia progettuale utilizzata da V. Viganò e la situazione critica della casa circondariale di San Vittore, sul sovraffollamento cronico che grava in maniera rilevante da vari anni problematiche di natura sociali o sanitarie, il progetto affronta di fatto un problema di grande attualità: quello dell’immigrazione, quello dell’integrazione della popolazione immigrata e quello delle strutture per la prima accoglienza, ma non ispirate al modello concentrazionale dei cosiddetti Cpt (Centri di permanenza temporanea), successivamente convertiti in Cie ( Centri di identificazione ed espulsione).L’obbiettivo è di creare nuovi spazi per la residenza temporanea, l’istruzione, la formazione professionale e lo scambio culturale tra i contesti di provenienza. Grande importanza è data dal rapporto con il contesto, attraverso coerenti soluzioni morfologiche e l’inserimento di funzioni sociali, pur presenti nella zona, ma ulteriormente incrementate e qualificate, come biblioteche, sale conferenze, spazi aperti per l’incontro e verde.