Nel progetto per l’area di Porta Romana si approfondisce un’idea di città alternativa a quella ottocentesca che a Milano si identifica con il Piano Beruto. La città a sud dello scalo si presenta come apparentemente disordinata, composta da un’edilizia casuale e basata generalmente su isolati aperti, ma ancora legati agli assi viari. Si può affermare che non esista un piano alla base della sua espansione ma questa casualità odierna è solo superficiale. Attraverso la lettura delle carte storiche si ritrovano infatti giaciture e trame che si originano dal corso delle acque e dalla divisione dei campi, linee capaci ieri, di misurare il suolo con elementi concreti, oggi di definire tracciati troppo elementariamente ricondotti a percorsi viabilistici e quindi incapaci di misurare alcuna cosa. Il progetto ha le sue basi teoriche in un’idea di città costruita per tipi misti, capace di andare oltre la città ottocentesca costituita da strade ed isolati, capace di progettare luoghi attraverso l’alternarsi tipologico di case alte, case basse ed edifici ad aula. Luoghi dove le strade non siano che una mera necessità tecnica, dove l’isolato scompaia e dove gli spazi siano definiti dalla relazione che queste diverse tipologie sono in grado di creare tra di esse e la città. Luoghi dove il rapporto con la natura sia centrale, dove il verde, inteso come verde strutturante, progettuale e non come arredo urbano, sia una caratteristica imprescindibile delle vite degli uomini. A tutti questi temi il progetto cerca di dare una risposta partendo sempre da un linguaggio architettonico severo e sereno, silenzioso ma non muto.

Progetto per l'area di Porta Romana

DEGLI ANTONI, MASSIMILIANO;COLLI, ANTONIA CRISTINA
2011/2012

Abstract

Nel progetto per l’area di Porta Romana si approfondisce un’idea di città alternativa a quella ottocentesca che a Milano si identifica con il Piano Beruto. La città a sud dello scalo si presenta come apparentemente disordinata, composta da un’edilizia casuale e basata generalmente su isolati aperti, ma ancora legati agli assi viari. Si può affermare che non esista un piano alla base della sua espansione ma questa casualità odierna è solo superficiale. Attraverso la lettura delle carte storiche si ritrovano infatti giaciture e trame che si originano dal corso delle acque e dalla divisione dei campi, linee capaci ieri, di misurare il suolo con elementi concreti, oggi di definire tracciati troppo elementariamente ricondotti a percorsi viabilistici e quindi incapaci di misurare alcuna cosa. Il progetto ha le sue basi teoriche in un’idea di città costruita per tipi misti, capace di andare oltre la città ottocentesca costituita da strade ed isolati, capace di progettare luoghi attraverso l’alternarsi tipologico di case alte, case basse ed edifici ad aula. Luoghi dove le strade non siano che una mera necessità tecnica, dove l’isolato scompaia e dove gli spazi siano definiti dalla relazione che queste diverse tipologie sono in grado di creare tra di esse e la città. Luoghi dove il rapporto con la natura sia centrale, dove il verde, inteso come verde strutturante, progettuale e non come arredo urbano, sia una caratteristica imprescindibile delle vite degli uomini. A tutti questi temi il progetto cerca di dare una risposta partendo sempre da un linguaggio architettonico severo e sereno, silenzioso ma non muto.
BRUNO, FRANCESCO
ARC II - Scuola di Architettura Civile
22-apr-2013
2011/2012
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/80427