In passato la città di Atene era composta da luoghi autonomi diversamente specializzati legati tra loro da percorsi. La forma della città antica risiedeva nei luoghi, ma altrettanto nei percorsi che la tenevano unita sul territorio. Al pari dell’Acropoli, l’Accademia e l’altura di Colono costituivano uno di questi distretti ed erano collegati all’agorà da un tracciato che aveva inizio dalla porta del Dypilon. Il progetto di tesi sul sedime dell’Accademia di Platone appartiene al più ampio sistema del Parco Archeologico di Atene la cui articolazione porta alla luce l’antica topografia della città. Inoltre le fonti letterarie riportano che l’Accademia, irrigata dal fiume Cefisio, fosse l’unica zona boschiva della città; tuttavia attualmente l’area versa in uno stato di abbandono tale da celarne il carattere archeologico. L’intervento prende le mosse dallo studio delle tracce antiche dell’Accademia. Si appropria del passato, creando un nuovo ordine capace di mettere in crisi quello precedente. Il progetto riscrive così la storia svelando le relazioni sottese tra gli elementi e crea la catena attraverso la quale leggere l’esistente. Si ha un rovesciamento del punto di vista: il nuovo rende leggibile le concatenazioni storiche che senza di esso non sarebbero state visibili. La prima operazione progettuale è la definizione del Parco Archeologico dell’Accademia, che riporta alla luce il tracciato delle mura che fin dal VI secolo recingevano l’area. Questo segno è rievocato mediante la ricostruzione della parte del recinto mancante e dalla sistemazione del verde: che risulta geometrico verso la città e boschivo al di là delle mura, come rievocazione della foresta sacra delle Eumenidi. L’intervento è pensato come una passeggiata archeologica che dal Dypilon giunge fino all’Accademia. Il progetto del Museo della città di Atene costituisce l’ultimo isolato della via Platonica e segna l’accesso al Parco Archeologico dell’Accademia, dal quale si possono raggiungere gli scavi interni all’area risalenti al Neolitico e al periodo romano. Il Museo della Città di Atene, è costruito all’interno del sedime dei resti di quello che gli archeologi ritengono fosse il ginnasio di Platone. La giacitura tracciata dai reperti archeologici si scontra con quella della città. La contrapposizione tra le due direttrici è svelata dal basamento che, a differenza del museo, segue gli allineamenti urbani e non quello dei resti. Il progetto, oltre a creare un nuovo ordine sulle tracce del passato, si pone come un fatto urbano nel frammentato tessuto edilizio dell’intorno.

Aree archeologiche e progetto di architettura. Il Museo della Città di Atene nell'area dell'Accademia di Platone

COCCHIARO, SARAH ALICE;BRUNO, VALENTINA;CORBETTA, ANNA
2011/2012

Abstract

In passato la città di Atene era composta da luoghi autonomi diversamente specializzati legati tra loro da percorsi. La forma della città antica risiedeva nei luoghi, ma altrettanto nei percorsi che la tenevano unita sul territorio. Al pari dell’Acropoli, l’Accademia e l’altura di Colono costituivano uno di questi distretti ed erano collegati all’agorà da un tracciato che aveva inizio dalla porta del Dypilon. Il progetto di tesi sul sedime dell’Accademia di Platone appartiene al più ampio sistema del Parco Archeologico di Atene la cui articolazione porta alla luce l’antica topografia della città. Inoltre le fonti letterarie riportano che l’Accademia, irrigata dal fiume Cefisio, fosse l’unica zona boschiva della città; tuttavia attualmente l’area versa in uno stato di abbandono tale da celarne il carattere archeologico. L’intervento prende le mosse dallo studio delle tracce antiche dell’Accademia. Si appropria del passato, creando un nuovo ordine capace di mettere in crisi quello precedente. Il progetto riscrive così la storia svelando le relazioni sottese tra gli elementi e crea la catena attraverso la quale leggere l’esistente. Si ha un rovesciamento del punto di vista: il nuovo rende leggibile le concatenazioni storiche che senza di esso non sarebbero state visibili. La prima operazione progettuale è la definizione del Parco Archeologico dell’Accademia, che riporta alla luce il tracciato delle mura che fin dal VI secolo recingevano l’area. Questo segno è rievocato mediante la ricostruzione della parte del recinto mancante e dalla sistemazione del verde: che risulta geometrico verso la città e boschivo al di là delle mura, come rievocazione della foresta sacra delle Eumenidi. L’intervento è pensato come una passeggiata archeologica che dal Dypilon giunge fino all’Accademia. Il progetto del Museo della città di Atene costituisce l’ultimo isolato della via Platonica e segna l’accesso al Parco Archeologico dell’Accademia, dal quale si possono raggiungere gli scavi interni all’area risalenti al Neolitico e al periodo romano. Il Museo della Città di Atene, è costruito all’interno del sedime dei resti di quello che gli archeologi ritengono fosse il ginnasio di Platone. La giacitura tracciata dai reperti archeologici si scontra con quella della città. La contrapposizione tra le due direttrici è svelata dal basamento che, a differenza del museo, segue gli allineamenti urbani e non quello dei resti. Il progetto, oltre a creare un nuovo ordine sulle tracce del passato, si pone come un fatto urbano nel frammentato tessuto edilizio dell’intorno.
FERRO, LUISA
MONTANARI, MARIALUISA
PROTASONI, SARA
CASOLO, SIRO
BAGAROTTI, ERICA
ARC II - Scuola di Architettura Civile
22-apr-2013
2011/2012
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/80441