Aree archeologiche e progetto di architettura a Siracusa: il nuovo accesso al parco archeologico della Neapolis L'area di progetto si situa nell'attuale vuoto urbano di forma cuneiforme compreso tra due impianti edilizi di età arcaica, confina a sud con la ferrovia e a nord con la via Paolo Orsi (margine dell'impianto urbano della città e barriera urbana che separa il parco archeologico e la città). Il progetto prevede lo spostamento dell'accesso all'area archeologica dalla collocazione attuale a Nord-Est del parco della Neapolis, al termine del percorso Nord-Sud proposto da L. Mauceri nel piano del 1910, con l'attraversamento del frequentato corso. La nuova planimetria mette in evidenza la relazione tra la città ottocentesca e il parco archeologico, attraverso un sistema a L che disegna la continuità dell'asse (est-nord-est/ovest-sud-ovest) che inizia da piazza della Vittoria (fulcro dell'espansione di Acradina e sede di resti bizantini) e prosegue fino a piazza Adda, con l'asse perpendicolare proveniente dell'Ara di Ierone (monumento pervenuto dell’antico quartiere della Neapolis). Un ampio scavo situato tra la via Paolo Orsi e piazza Adda porta alla luce i resti archeologici databili all’età ieroniana e in particolare la struttura a pianta circolare della tholos, anticipando cosi l'area archeologica sotto il limite prefissato del corso. Per fronteggiare il taglio netto dell'asse verticale, è lasciato naturale il ciglio opposto, di traccia ottocentesca. L'attraversamento dello scavo è possibile tramite un elemento a ponte che collega le due parti di città, materializzazione dell'asse urbano, dando un idea di continuità (materica e formale). Il muretto del ponte si prolunga  e avvolge la piazza, che si manifesta come terrazze degradanti contenuta (in ambito circoscritto). Il sistema di stanze all'aperto, (con riferimento al Danteum nell'area piantumata secondo una griglia quadrata) permette due percorsi: uno in lenta discesa attraverso gradinate e l'altro più diretto con una rampa in leggera pendenza. Il ponte, concepito come elemento scenografico lineare crea un fondale alla piazza grazie al suo involucro in griglia metallica, avvolto intorno ad una struttura di portali. L'arrivo del ponte è graduale grazie allo scheletro metallico che prosegue fino a raggiungere con una rampa la quota urbana. Come sulla nuova piazza Adda, è proposto un setto che racchiude la piattaforma e un belvedere che guarda sullo scavo. L'affaccio è un raddoppio dimensionale del ponte, concepito anche al livello dello scavo come uno spazio voltato che offre l'ingresso al museo. Il muretto del ponte accompagna il visitatore verso lo snodo degli assi, progettato come un giardino di pietra, dalle pareti alte dal quale ci si può sprofondare nell'atrio sottostante. Il risvolto del setto guida in direzione dell'ara verso il terrapieno contenuto dall'asse verticale, nel quale si sviluppa verso ovest un parco piantatumato da agrumi a filari, indirizzati come il sistema urbano. Questo terrapieno/arginatura è scavato a livello dei resti, creando un museo sottoterraneo contenuto nelle dimensioni dell'ara in modo da alludere all'architettura ipogea Siracusana. Accoglie un largo percorso museale illuminato da lucernari dilatato in certi punti in modo da creare grandi stanze espositive, circondante patii, collegate con lo scavo archeologico da alcune gallerie. Al termine del museo si apre sullo scavo la biglietteria del parco archeologico della Neapolis, creando una rampa che sottopassa la via e riemerge nel verde del parco archeologico, accolto da un percorso pedonale in risalita che porta all'ara di Ierone e collega poi i diversi resti archeologici del parco della Neapolis.

Aree archeologiche e progetto di architettura a Siracusa. Il nuovo accesso al parco archeologico della Neapolis

MANCINI, EMILIE
2011/2012

Abstract

Aree archeologiche e progetto di architettura a Siracusa: il nuovo accesso al parco archeologico della Neapolis L'area di progetto si situa nell'attuale vuoto urbano di forma cuneiforme compreso tra due impianti edilizi di età arcaica, confina a sud con la ferrovia e a nord con la via Paolo Orsi (margine dell'impianto urbano della città e barriera urbana che separa il parco archeologico e la città). Il progetto prevede lo spostamento dell'accesso all'area archeologica dalla collocazione attuale a Nord-Est del parco della Neapolis, al termine del percorso Nord-Sud proposto da L. Mauceri nel piano del 1910, con l'attraversamento del frequentato corso. La nuova planimetria mette in evidenza la relazione tra la città ottocentesca e il parco archeologico, attraverso un sistema a L che disegna la continuità dell'asse (est-nord-est/ovest-sud-ovest) che inizia da piazza della Vittoria (fulcro dell'espansione di Acradina e sede di resti bizantini) e prosegue fino a piazza Adda, con l'asse perpendicolare proveniente dell'Ara di Ierone (monumento pervenuto dell’antico quartiere della Neapolis). Un ampio scavo situato tra la via Paolo Orsi e piazza Adda porta alla luce i resti archeologici databili all’età ieroniana e in particolare la struttura a pianta circolare della tholos, anticipando cosi l'area archeologica sotto il limite prefissato del corso. Per fronteggiare il taglio netto dell'asse verticale, è lasciato naturale il ciglio opposto, di traccia ottocentesca. L'attraversamento dello scavo è possibile tramite un elemento a ponte che collega le due parti di città, materializzazione dell'asse urbano, dando un idea di continuità (materica e formale). Il muretto del ponte si prolunga  e avvolge la piazza, che si manifesta come terrazze degradanti contenuta (in ambito circoscritto). Il sistema di stanze all'aperto, (con riferimento al Danteum nell'area piantumata secondo una griglia quadrata) permette due percorsi: uno in lenta discesa attraverso gradinate e l'altro più diretto con una rampa in leggera pendenza. Il ponte, concepito come elemento scenografico lineare crea un fondale alla piazza grazie al suo involucro in griglia metallica, avvolto intorno ad una struttura di portali. L'arrivo del ponte è graduale grazie allo scheletro metallico che prosegue fino a raggiungere con una rampa la quota urbana. Come sulla nuova piazza Adda, è proposto un setto che racchiude la piattaforma e un belvedere che guarda sullo scavo. L'affaccio è un raddoppio dimensionale del ponte, concepito anche al livello dello scavo come uno spazio voltato che offre l'ingresso al museo. Il muretto del ponte accompagna il visitatore verso lo snodo degli assi, progettato come un giardino di pietra, dalle pareti alte dal quale ci si può sprofondare nell'atrio sottostante. Il risvolto del setto guida in direzione dell'ara verso il terrapieno contenuto dall'asse verticale, nel quale si sviluppa verso ovest un parco piantatumato da agrumi a filari, indirizzati come il sistema urbano. Questo terrapieno/arginatura è scavato a livello dei resti, creando un museo sottoterraneo contenuto nelle dimensioni dell'ara in modo da alludere all'architettura ipogea Siracusana. Accoglie un largo percorso museale illuminato da lucernari dilatato in certi punti in modo da creare grandi stanze espositive, circondante patii, collegate con lo scavo archeologico da alcune gallerie. Al termine del museo si apre sullo scavo la biglietteria del parco archeologico della Neapolis, creando una rampa che sottopassa la via e riemerge nel verde del parco archeologico, accolto da un percorso pedonale in risalita che porta all'ara di Ierone e collega poi i diversi resti archeologici del parco della Neapolis.
SORTINO, GIANLUCA
COMI, GIOVANNI
ARC II - Scuola di Architettura Civile
22-apr-2013
2011/2012
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/80462