La Convenzione Europea del Paesaggio, ponendo la percezione dell’uomo quale elemento fondante del concetto stesso di paesaggio, ha sottolineato come quest’ultimo sia ontologicamente un prodotto sociale, il risultato, ovvero, delle interrelazioni tra una popolazione e il proprio ambiente di vita e, in quanto tale, si trova ovunque questo rapporto reciproco avvenga. Estendendo il concetto di paesaggio a tutto il territorio, la C.E.P. lo riconosce ovunque quale fondamento dell’identità di una popolazione che in esso può ritrovare tracce di sé, della propria cultura e dei valori che la animano. Questa nuova declinazione semantica porta al centro dell’attenzione del progetto paesaggistico la relazione esistente tra popolazione e paesaggio, la quale definisce la precisa identità culturale nella quale quella stessa popolazione si identifica e si riconosce. Secondo Benedetta Castiglioni, il rapporto tra popolazione e paesaggio si sviluppa attraverso tre modalità: ricerca, educazione e partecipazione, attività propedeutiche che scandiscono il nuovo approccio metodologico al paesaggio proposto dalla Convenzione. Il paesaggio, per dirla alla Corboz , non è altro che un deposito di segni e intenzioni, un palinsesto dove, stratificazioni di progetti spontanei o razionali si susseguono nello spazio e nel tempo, creando quello che Augustine Berque definisce ècoumene, in greco οικουμένη, ovvero terra abitata. Alla luce di queste considerazioni, la conoscenza e dunque la rappresentazione, appaiano fondamentali per la costruzione del paesaggio identitario. Conoscere e comprendere i contesti dove ogni giorno viviamo, significa non solo iniziare ad appassionarci di ciò che ci circonda, ma anche pretendere per noi stessi paesaggi sempre di maggiore qualità. Come scrive Franco La Cecla, con un’espressione semplice ed efficace, “ogni gestione del territorio è in primo luogo una questione di conoscenza locale” , una presa di coscienza dei luoghi intima e profonda, di quel rapporto ancestrale tra l’uomo e il territorio che abita. Nei molti casi di amnesia dei luoghi dei paesaggi della vita quotidiana leggere il paesaggio, utilizzando tutti i parametri che la cultura ci offre andando oltre il suo mondo sensibile, assume un significato ancora più particolare e rappresenta una sfida verso la realizzazione di paesaggi identitari di qualità. Lo scopo di questa ricerca dunque, mira alla definizione, attraverso modelli di rappresentazione identitaria del territorio, di una conoscenza condivisa del comune di Sovico, realtà locale immersa nel cuore dell’area metropolitana milanese nonché mio paese d’origine, al fine di redigere delle linee guida per la stesura di un bando di concorso d’idee per un ambito di trasformazione individuato dal PGT comunale. Il nuovo strumento di pianificazione comunale, approvato dal comune di Sovico nel luglio 2011, offre un ottimo pretesto non sono per affrontare il tema della progettazione identitaria nei paesaggi della dispersione, ma per verificare, attraverso la ricerca sul campo, se l’effettiva partecipazione della cittadinanza alla tematiche urbanistiche, fortemente auspicata prima dalla CEP in seguito dalla legge regionale 12/05, abbia effettivamente contribuito alla definizione di una maggiore consapevolezza da parte della popolazione sovicese del valore del luogo in cui abitano. Nella prima parte del lavoro proposto vengono illustrati alcuni riferimenti teorici riguardo il concetto di paesaggio, ponendo l’accento su come esso definisca in maniera inequivocabile la cultura identitaria di una popolazione. Queste premesse introducono alla seconda parte dell’elaborato, dove il caso studio viene introdotto e dove si illustra la metodologia analitica utilizzata nonché i risultati raggiunti. L’approccio analitico al paesaggio sovicese è iniziato dalla definizione, attraverso indagini dirette sul campo, del rapporto esistente tra territorio e popolazione, confermando quanto la restituzione del senso comune di paesaggio di un determinato luogo sia il punto di partenza per qualsiasi strategia di gestione dei nostri territori. La scarsa conoscenza del proprio paesaggio e la limitata capacità di attribuire ad esso significati e valori, emerse dai colloqui con la popolazione, sottolinea come l’educazione al paesaggio sia una necessità primaria nella definizione di politiche partecipative coerenti ed efficaci: la presa di coscienza del proprio paesaggio, attraverso la comprensione dei suoi caratteri fisici e sociali, deve essere facilitata dal sapere tecnico, il quale, come sottolinea la C.E.P, ha il dovere di “accrescere la sensibilizzazione della società civile, delle organizzazioni private e delle autorità pubbliche, al valore dei paesaggi, al loro ruolo e alla loro trasformazione.” Partecipazione, in questi termini, significa innanzitutto intervenire sulla popolazione, ovvero contribuire nella formazione di un atteggiamento attento e competente riguardo le politiche urbanistiche attraverso la conoscenza del patrimonio paesaggistico del territorio sovicese e delle sue problematicità. La comprensione del luogo, passaggio successivo del processo analitico proposto, attraverso rappresentazione innovative e fortemente identitarie, vuole fornire alla cittadinanza sovicese non solo un apparato conoscitivo del proprio ambiente di vita, ma anche gli strumenti necessari per avanzare proposte progettuali responsabili e coerenti rispetto ad una precisa area del proprio comune. Nella terza ed ultima parte della ricerca, sulla base della lettura qualitativa del luogo e sulle riflessioni dedotte dal coinvolgimento della popolazione, sono state individuate delle linee guida per redigere il futuro bando che l’amministrazione intende bandire sull’ambito di trasformazione “Coordinamento P.A.”. Il contribuito analitico, nato con l’intento di favorire un progetto identitario per il paese di Sovico capace di una rivitalizzazione sociale ed economica del contesto, vuole essere un atto anticipatore alla partecipazione diretta dei cittadini i quali, prendendo consapevolezza dello stato dei luoghi del territorio e delle dinamiche territoriali, saranno maggiormente in grado di esprimere il proprio contributo nella definizione degli obiettivi di qualità paesaggistica per l’ambito di trasformazione “Coordinamento P.A.” partendo proprio dalla riflessione proposta dalla linee guida individuate. Questo impostazione metodologica lascia intendere un tipo di progetto non assimilabile ad un atto concluso, ma ad un processo aperto modificabile in base agli attori in gioco, alle mutevoli esigenze e sempre pronto verso nuove ipotesi, secondo quella stessa elasticità che ci consente di comprendere il territorio come un continuum, fatto anche di contraddizioni e disarmonie. Il paesaggio diventa così un “momento comunicativo” tra popolazione e territorio, dove il passaggio tra la lettura e conoscenza dei luoghi e la definizione degli obiettivi di qualità paesaggistica, si traduce in un atto cosciente e condiviso che si declina attraverso il sapere esperto e le aspettative e aspirazioni delle popolazioni.

Linee guida per la redazione di un bando per l'area di trasformazione TC3 del Comune di Sovico

SCANZIANI, VALENTINA
2012/2013

Abstract

La Convenzione Europea del Paesaggio, ponendo la percezione dell’uomo quale elemento fondante del concetto stesso di paesaggio, ha sottolineato come quest’ultimo sia ontologicamente un prodotto sociale, il risultato, ovvero, delle interrelazioni tra una popolazione e il proprio ambiente di vita e, in quanto tale, si trova ovunque questo rapporto reciproco avvenga. Estendendo il concetto di paesaggio a tutto il territorio, la C.E.P. lo riconosce ovunque quale fondamento dell’identità di una popolazione che in esso può ritrovare tracce di sé, della propria cultura e dei valori che la animano. Questa nuova declinazione semantica porta al centro dell’attenzione del progetto paesaggistico la relazione esistente tra popolazione e paesaggio, la quale definisce la precisa identità culturale nella quale quella stessa popolazione si identifica e si riconosce. Secondo Benedetta Castiglioni, il rapporto tra popolazione e paesaggio si sviluppa attraverso tre modalità: ricerca, educazione e partecipazione, attività propedeutiche che scandiscono il nuovo approccio metodologico al paesaggio proposto dalla Convenzione. Il paesaggio, per dirla alla Corboz , non è altro che un deposito di segni e intenzioni, un palinsesto dove, stratificazioni di progetti spontanei o razionali si susseguono nello spazio e nel tempo, creando quello che Augustine Berque definisce ècoumene, in greco οικουμένη, ovvero terra abitata. Alla luce di queste considerazioni, la conoscenza e dunque la rappresentazione, appaiano fondamentali per la costruzione del paesaggio identitario. Conoscere e comprendere i contesti dove ogni giorno viviamo, significa non solo iniziare ad appassionarci di ciò che ci circonda, ma anche pretendere per noi stessi paesaggi sempre di maggiore qualità. Come scrive Franco La Cecla, con un’espressione semplice ed efficace, “ogni gestione del territorio è in primo luogo una questione di conoscenza locale” , una presa di coscienza dei luoghi intima e profonda, di quel rapporto ancestrale tra l’uomo e il territorio che abita. Nei molti casi di amnesia dei luoghi dei paesaggi della vita quotidiana leggere il paesaggio, utilizzando tutti i parametri che la cultura ci offre andando oltre il suo mondo sensibile, assume un significato ancora più particolare e rappresenta una sfida verso la realizzazione di paesaggi identitari di qualità. Lo scopo di questa ricerca dunque, mira alla definizione, attraverso modelli di rappresentazione identitaria del territorio, di una conoscenza condivisa del comune di Sovico, realtà locale immersa nel cuore dell’area metropolitana milanese nonché mio paese d’origine, al fine di redigere delle linee guida per la stesura di un bando di concorso d’idee per un ambito di trasformazione individuato dal PGT comunale. Il nuovo strumento di pianificazione comunale, approvato dal comune di Sovico nel luglio 2011, offre un ottimo pretesto non sono per affrontare il tema della progettazione identitaria nei paesaggi della dispersione, ma per verificare, attraverso la ricerca sul campo, se l’effettiva partecipazione della cittadinanza alla tematiche urbanistiche, fortemente auspicata prima dalla CEP in seguito dalla legge regionale 12/05, abbia effettivamente contribuito alla definizione di una maggiore consapevolezza da parte della popolazione sovicese del valore del luogo in cui abitano. Nella prima parte del lavoro proposto vengono illustrati alcuni riferimenti teorici riguardo il concetto di paesaggio, ponendo l’accento su come esso definisca in maniera inequivocabile la cultura identitaria di una popolazione. Queste premesse introducono alla seconda parte dell’elaborato, dove il caso studio viene introdotto e dove si illustra la metodologia analitica utilizzata nonché i risultati raggiunti. L’approccio analitico al paesaggio sovicese è iniziato dalla definizione, attraverso indagini dirette sul campo, del rapporto esistente tra territorio e popolazione, confermando quanto la restituzione del senso comune di paesaggio di un determinato luogo sia il punto di partenza per qualsiasi strategia di gestione dei nostri territori. La scarsa conoscenza del proprio paesaggio e la limitata capacità di attribuire ad esso significati e valori, emerse dai colloqui con la popolazione, sottolinea come l’educazione al paesaggio sia una necessità primaria nella definizione di politiche partecipative coerenti ed efficaci: la presa di coscienza del proprio paesaggio, attraverso la comprensione dei suoi caratteri fisici e sociali, deve essere facilitata dal sapere tecnico, il quale, come sottolinea la C.E.P, ha il dovere di “accrescere la sensibilizzazione della società civile, delle organizzazioni private e delle autorità pubbliche, al valore dei paesaggi, al loro ruolo e alla loro trasformazione.” Partecipazione, in questi termini, significa innanzitutto intervenire sulla popolazione, ovvero contribuire nella formazione di un atteggiamento attento e competente riguardo le politiche urbanistiche attraverso la conoscenza del patrimonio paesaggistico del territorio sovicese e delle sue problematicità. La comprensione del luogo, passaggio successivo del processo analitico proposto, attraverso rappresentazione innovative e fortemente identitarie, vuole fornire alla cittadinanza sovicese non solo un apparato conoscitivo del proprio ambiente di vita, ma anche gli strumenti necessari per avanzare proposte progettuali responsabili e coerenti rispetto ad una precisa area del proprio comune. Nella terza ed ultima parte della ricerca, sulla base della lettura qualitativa del luogo e sulle riflessioni dedotte dal coinvolgimento della popolazione, sono state individuate delle linee guida per redigere il futuro bando che l’amministrazione intende bandire sull’ambito di trasformazione “Coordinamento P.A.”. Il contribuito analitico, nato con l’intento di favorire un progetto identitario per il paese di Sovico capace di una rivitalizzazione sociale ed economica del contesto, vuole essere un atto anticipatore alla partecipazione diretta dei cittadini i quali, prendendo consapevolezza dello stato dei luoghi del territorio e delle dinamiche territoriali, saranno maggiormente in grado di esprimere il proprio contributo nella definizione degli obiettivi di qualità paesaggistica per l’ambito di trasformazione “Coordinamento P.A.” partendo proprio dalla riflessione proposta dalla linee guida individuate. Questo impostazione metodologica lascia intendere un tipo di progetto non assimilabile ad un atto concluso, ma ad un processo aperto modificabile in base agli attori in gioco, alle mutevoli esigenze e sempre pronto verso nuove ipotesi, secondo quella stessa elasticità che ci consente di comprendere il territorio come un continuum, fatto anche di contraddizioni e disarmonie. Il paesaggio diventa così un “momento comunicativo” tra popolazione e territorio, dove il passaggio tra la lettura e conoscenza dei luoghi e la definizione degli obiettivi di qualità paesaggistica, si traduce in un atto cosciente e condiviso che si declina attraverso il sapere esperto e le aspettative e aspirazioni delle popolazioni.
ARC I - Scuola di Architettura e Società
22-lug-2013
2012/2013
Tesi di laurea Magistrale
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