Frammenti. Progetto di un centro civico e per l'emergenza nei luoghi colpiti dal sisma del 29 maggio 2012

The theme of the emergency housing after a calamitous disaster is often translated into a search for a project which meets the requirements of economy, speed of execution and the ability to guarantee minimum benefits, all filtered through the lens of temporariness. Starting from these basis, the authorities responsible for the emergency management, first of all the Civil Protection, operate in the territory under standardized solutions, such as camps and temporary settlements. But in case of a catastrophic event like the earthquake that hit Emilia in May 2012, emerges the stiffness of this system that puts into practice standardized methodologies into those territories that have been already sorely tested by the events, putting them under the risk of an irreparable damage of the urban and social fabric. It is therefore necessary a reflection on the theme of reconstruction, which is the cornerstone of the restart of the affected communities, and on the relationship that the new temporary districts must establish with the pre-existing housing. It is also important the issue of sustainability, especially in times of restart where it is necessary to avoid wasteful or inefficient solutions. As for the welfare activities of the first hour it is desirable an approach programmed according to reliable models; the reconstruction needs to take account of the specific situations in which action is taken, aiming at the same time to reassemble the fragments of the urban fabric. The Thesis examines the construction of a civic center in the community of San Possidonio Forcello (MO), a building designed with sustainability criteria that in case of future emergencies can turn into a reception center for displaced persons, constituting a point of reference for the population both in time of “peace'' that in times of crisis. The building is located in the new temporary settlement, trying to involve this new fragment of the city, through its problems arising from a schematic and simplified design, into the complex dynamics of social and urban territory.

Il tema dell’emergenza abitativa dopo un evento calamitoso viene spesso tradotto nella ricerca di un progetto che possieda requisiti di economicità, rapidità di esecuzione e capacità di garantire le prestazioni minime, il tutto filtrato attraverso l’ottica della temporaneità. È partendo da questi presupposti che le autorità competenti per la gestione delle emergenze, prima fra tutte la Protezione Civile, operano nel territorio applicando soluzioni standardizzate, quali i campi di accoglienza e gli insediamenti abitativi provvisori. Ma in occasione di eventi catastrofici come il sisma che ha colpito l’Emilia nel maggio 2012, emerge la rigidità di questo sistema che applica metodologie decise ‘’a tavolino’’ in territori già messi a dura prova dagli eventi, rischiando di lacerarne irrimediabilmente il tessuto urbano e sociale. Si rende necessaria, quindi, una riflessione sul tema della ricostruzione, che rappresenta il cardine della ripresa per le comunità colpite, e sul rapporto che i nuovi quartieri abitativi temporanei devono stabilire con l’edificato preesistente. Centrale è, inoltre, il tema della sostenibilità, specialmente nel difficile momento della ripresa in cui bisogna evitare sprechi o soluzioni inefficienti. Mentre per le attività assistenziali delle prime ore è auspicabile un approccio programmato secondo modelli affidabili, la ricostruzione chiede di tenere conto delle situazioni specifiche in cui si interviene, mirando al contempo a ricomporre i frammenti del tessuto urbano dopo la crisi. La Tesi prende in esame la realizzazione di un centro civico nella comunità di Forcello a San Possidonio (MO), un edificio concepito con criteri di sostenibilità che in occasione di future emergenze può diventare un centro di accoglienza degli sfollati, costituendo quindi un punto di riferimento per la popolazione sia in tempo di ‘’pace’’ che in tempo di crisi. Inoltre l’edificio si situa in corrispondenza del nuovo insediamento abitativo provvisorio, cercando di coinvolgere questo nuovo frammento di città, con le sue criticità derivanti da una progettazione schematica e semplificata, nelle complesse dinamiche urbane e sociali del territorio.