ABSTRACT: La Croazia, nazione resasi indipendente dopo il disfacimento dell'ex Yugoslavia e le guerre balcaniche (1991-95), sia prima che dopo il conflitto é meta di flussi turistici di notevole intensità, considerando che il 90 % del loro sviluppo si concentra nella sottile fascia costiera e sulle 1085 isole che costellano il mar Adriatico e che tale settore influenza del 20 % il P.I.L nazionale, qualificandosi come primo elemento trainante dell'economia. Ciò, ha portato, soprattutto durante gli anni '70-'80, con il turismo di massa ad un'elevata pressione antropica sull'ecosistema naturale costiero, attrattiva predominante del paese, proprio per le sua condizione di selvaggia autenticità, da sempre accostata al motto: Adriatic sea as it was once”. Il crollo del turismo durante la guerra ha permesso che tale condizione non fosse compromessa e la gestione odierna di tale patrimonio tenta di attuare politiche di riconoscimento e tutela, consapevole che proprio l'autenticità e la qualità dell'ambiente naturale rappresentino le condizioni “sine qua non” di tutto il sistema. Il problema é che l'intensità dei flussi, stagionale e in continua e sproporzionata crescita rispetto all'estensione del territorio ed al numero di residenti, tende a sovvertire questo ordine proprio per la necessità di nuovi spazi, dedicati alla recettività e ad attività attrattive, che spesso non agiscono in sintonia con l'integrità del paesaggio. Il turismo croato, dunque, assume una duplice valenza, potenziale, per lo sviluppo economico della Croazia e critica, proprio perché compromette ciò di cui va in cerca: il contatto con una natura incontaminata. Una condizione che offre premesse differenti e suggerimenti risolutivi per questo tipo di conflitto va ricercata passando dalla scala “macro” al “micro” e concentrando l' attenzione su una delle isole meno conosciute di tutta la Croazia: Lastovo Isolata dal sistema di colonizzazione costiera e lontana dalle rotte turistiche dei traghetti si presta, grazie alla centralità nelle acque dell'Adriatico, ad essere il crocevia di un altro tipo di rotte, basate sul turismo nautico. L'apertura di Lastovo al turismo si è concretizzata ed intensificata dopo la guerra (1991-95) proprio perché l'isola, a causa della posizione strategica era divenuta avamposto militare, chiudendo ogni tipo di relazione con l'esterno. Tale situazione di isolamento ha contribuito ulteriormente a mantenere condizioni ambientali e culturali uniche e autentiche che non sono state compromesse anche grazie a flussi turistici più controllati e dinamici, basati principalmente sull'utilizzo imbarcazioni, che utilizzano l'isola più come tappa che come meta privilegiata. (Nel 2006 diventa parco naturale) D'altro canto, La condizione di generale cristallizzazione, con flussi turistici in aumento ma legati alla stagionalità ed il difficile accesso ai servizi fondamentali, rende difficile la vita della comunità isolana che sta mettendo in atto un generale processo di abbandono, in direzione della costa croata, in cerca di nuove opportunità e maggiori comodità. Il destino dell'isola ed il suo futuro, dunque, sono legati ai tre elementi principali e interdipendenti quali la Comunità locale, l'ambiente naturale, ed il turismo nautico. Partendo da tali premesse, la sfida e l'obiettivo che si pone questa tesi, è quello di offrire condizioni e scenari di sviluppo turistico sostenibile riconoscendo tramite interventi di recupero e microinserimento il valore del patrimonio naturale e artificiale dell'isola, in modo che l'equilibrio fra i tre elementi non sia compromesso. Al contrario, partendo da una strategia cronoprogrammatica di intervento, si prospetta che l'arrivo e la gestione mirata di nuovi flussi e investimenti aiuterà, da una parte a garantire servizi e opportunità per la comunità autoctona (frenando l'abbandono) e dall'altra a riconoscere e valorizzare tramite progetti di ricerca le condizioni peculiari dell'ecosistema naturale.

Scenari di sviluppo del turismo nautico attraverso la riconversione e il microinserimento puntuale nel parco naturale dell'isola di Lastovo

GALANTE, TELEMACO
2012/2013

Abstract

ABSTRACT: La Croazia, nazione resasi indipendente dopo il disfacimento dell'ex Yugoslavia e le guerre balcaniche (1991-95), sia prima che dopo il conflitto é meta di flussi turistici di notevole intensità, considerando che il 90 % del loro sviluppo si concentra nella sottile fascia costiera e sulle 1085 isole che costellano il mar Adriatico e che tale settore influenza del 20 % il P.I.L nazionale, qualificandosi come primo elemento trainante dell'economia. Ciò, ha portato, soprattutto durante gli anni '70-'80, con il turismo di massa ad un'elevata pressione antropica sull'ecosistema naturale costiero, attrattiva predominante del paese, proprio per le sua condizione di selvaggia autenticità, da sempre accostata al motto: Adriatic sea as it was once”. Il crollo del turismo durante la guerra ha permesso che tale condizione non fosse compromessa e la gestione odierna di tale patrimonio tenta di attuare politiche di riconoscimento e tutela, consapevole che proprio l'autenticità e la qualità dell'ambiente naturale rappresentino le condizioni “sine qua non” di tutto il sistema. Il problema é che l'intensità dei flussi, stagionale e in continua e sproporzionata crescita rispetto all'estensione del territorio ed al numero di residenti, tende a sovvertire questo ordine proprio per la necessità di nuovi spazi, dedicati alla recettività e ad attività attrattive, che spesso non agiscono in sintonia con l'integrità del paesaggio. Il turismo croato, dunque, assume una duplice valenza, potenziale, per lo sviluppo economico della Croazia e critica, proprio perché compromette ciò di cui va in cerca: il contatto con una natura incontaminata. Una condizione che offre premesse differenti e suggerimenti risolutivi per questo tipo di conflitto va ricercata passando dalla scala “macro” al “micro” e concentrando l' attenzione su una delle isole meno conosciute di tutta la Croazia: Lastovo Isolata dal sistema di colonizzazione costiera e lontana dalle rotte turistiche dei traghetti si presta, grazie alla centralità nelle acque dell'Adriatico, ad essere il crocevia di un altro tipo di rotte, basate sul turismo nautico. L'apertura di Lastovo al turismo si è concretizzata ed intensificata dopo la guerra (1991-95) proprio perché l'isola, a causa della posizione strategica era divenuta avamposto militare, chiudendo ogni tipo di relazione con l'esterno. Tale situazione di isolamento ha contribuito ulteriormente a mantenere condizioni ambientali e culturali uniche e autentiche che non sono state compromesse anche grazie a flussi turistici più controllati e dinamici, basati principalmente sull'utilizzo imbarcazioni, che utilizzano l'isola più come tappa che come meta privilegiata. (Nel 2006 diventa parco naturale) D'altro canto, La condizione di generale cristallizzazione, con flussi turistici in aumento ma legati alla stagionalità ed il difficile accesso ai servizi fondamentali, rende difficile la vita della comunità isolana che sta mettendo in atto un generale processo di abbandono, in direzione della costa croata, in cerca di nuove opportunità e maggiori comodità. Il destino dell'isola ed il suo futuro, dunque, sono legati ai tre elementi principali e interdipendenti quali la Comunità locale, l'ambiente naturale, ed il turismo nautico. Partendo da tali premesse, la sfida e l'obiettivo che si pone questa tesi, è quello di offrire condizioni e scenari di sviluppo turistico sostenibile riconoscendo tramite interventi di recupero e microinserimento il valore del patrimonio naturale e artificiale dell'isola, in modo che l'equilibrio fra i tre elementi non sia compromesso. Al contrario, partendo da una strategia cronoprogrammatica di intervento, si prospetta che l'arrivo e la gestione mirata di nuovi flussi e investimenti aiuterà, da una parte a garantire servizi e opportunità per la comunità autoctona (frenando l'abbandono) e dall'altra a riconoscere e valorizzare tramite progetti di ricerca le condizioni peculiari dell'ecosistema naturale.
ARC I - Scuola di Architettura e Società
22-lug-2013
2012/2013
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/81644