The theme developed is about the pre-existences and the different methodology that we can find in the portugueses architects in working on the existence with a personal designing language, yet questioning about the identity of the architectonical manufact. After the last catastrophes in Italy (earth-quake in L’Aquila in 2009, flood in Liguria in 2011 and earthquake in Emilia this year), it could be reason to dialogue and discusse on how we should behave in relation to a historical centre that was damaged and, in case of complete ruin, it is no more about restoring. Thus, from this scenario it comes out the provocation about what it could be, after these events, the image of a destroyed city. For this reason, we wanted to learn from masters that could teach us what facing pre-existences and design means. Talking about the city, it is something that is always changing, the aspect of the city change, contemporary buildings stand next to medieval and XIX century buildings, people change and the way of perceiving the city itself change. However, in the evolving city, the founding character of the place persists, thus it is interesting pursue how important, in a architectonical project, factors such as the existent, the contest, the memory of the place are, and whether these factor reckon the permanences that are at the base of the changing. From this, the title “Mutevoli Permanenze”, in a contemporary situation in which even before thinking about the expansion of the city to the outside, it is necessary to re-discuss the consolidate urban structure, intervening in the urban empty spaces and in the unfinished or to-be-modified piece of city. It is fundamental the relation between project and designing methodology in Portugal nowadays, in which the permanences have a main role in the designing and building process of a project. More specifically, in Lisbon, differently form the Italian historical centre, a large number of the historical buildings was built after the earthquake of the 1755, due to this, of the previous buildings existing before it came to us just the physical track upon which another building had been built after, or the memory written track of the before-earthquake Lisbon. It turns to be a new way of what the memory of a place means, not only a layered permanence but also a starting point to undestand the particular character of the place. The work is about the study and development of three interventions in three areas of the Colina de Santana in Lisbona. The Colina de Santa, thanks to its physical conformation of hill between two rivers (nowadays underground) has always been an active centre of Lisbon life. Place for palaces and monasteries, more recently it turned to be place for culture in the healt-care area with hospitals and Medicine Faculties and other several universities. Next years, the Colina will change radically, it is planned that all the hospitals that now are occupying the monasteries in the Colina, will be reunited in a single hospital center in an other more easy-reaching area of the city, leaving the monasteries empty. This change produces an occasion to re-invent not only the re-use of the monasteries, questioning about their effective historical value and their space, but it is even an occasion to rethink the Colina as a whole, as a single organism with different layers of relations. Functions for the Colina and function for the city, so that to re-activate this place as public space for the Colina and for the city. Considering as starting point an intervention study made by the portoguese architect Inês Lobo on this part of Lisbon, the project develops three areas in the Colina (Pátio do Moca, Torel and Quartel) that establish a relation of continuity between the different parts and, at the same time, they are point of junction with the city around. All the three areas show interstitial spaces outside the boundaries of the monasteries in particular and unresolved point of this part of the city. The work method starts from a historical analysis meant as support to define the strategy in defining the programme and the project. In the case of the Quartel and Torel areas it was developed just an intervention strategy, whilst in the Pátio do Moca area the designing exercise re-discuss the relations inside the area and define a support services programme for the residents in the Colina.

Il tema da sviluppare riguarda le pre-esistenze e la differente metodologia che si riscontra negli architetti in Portogallo di intervenire sull’esistente con un linguaggio compositivo personale interrogandosi sull’identità del manufatto architettonico. Dopo le ultime catastrofi successe in Italia (terremoto all’Aquila nel 2009, alluvione in Liguria nel 2011, e terremoto in Emilia questo anno), può essere un motivo di dialogo e discussione su come ci si comporta nei confronti di un centro storico che ha subito danni e in cui, nel caso di completo crollo, non si può parlare di restauro manutentivo. La provocazione che sorge in questo caso è su quale può essere, in seguito a questi eventi, l’immagine che ne deriva di città. Per questo motivo sentiamo il bisogno di imparare da maestri che ci possano insegnare cosa vuol dire confrontarsi con delle preesistenze. Parlando di città si parla di qualcosa che continuamente è soggetto a mutazione, muta l’aspetto della città, edifici contemporanei si succedono a edifici medievali e ottocenteschi, mutano le persone e muta il modo di percepire la città stessa. Eppure, nella città in divenire, il carattere fondante del luogo permane, così diventa interessante ricercare in che modo, in un progetto di architettura, entrano in gioco fattori quali l’esistente, il contesto, la memoria del luogo che tengano in conto delle permanenze che soggiacciono al cambiamento. Da qui il titolo “Mutevoli Permanenze”, in una situazione attuale in cui ancora prima di pensare all’espansione di una città verso i limiti esterni si cerca di ridiscutere il tessuto urbano consolidato, si vuole intervenire sui vuoti urbani e sui brani “incompiuti” o da modificare di città. Fondamentale risulta la stretta relazione tra progetto e metodologia di progetto in Portogallo oggi, in cui le permanenze svolgono un ruolo fondante del processo compositivo e realizzativo di un progetto. In particolare, nella città di Lisbona, a differenza del centro storico italiano, una grande parte degli edifici “storici” è successiva al terremoto del 1755, e quindi rispetto agli edifici che esistevano prima ci rimane oggi o la traccia fisica su cui si è costruito in seguito o la traccia della memoria scritta della Lisbona pre-terremoto. Diventa quindi un modo nuovo di intendere la memoria del luogo non solo come permanenza stratificata ma anche come ritrovamento del carattere proprio del luogo. Nello specifico, il lavoro verterà sullo studio e elaborazione di tre interventi in tre aree della Collina di Santana a Lisbona. La Collina di Santana, grazie alla sua conformazione fisica di collina tra due fiumi (ora interrati) é stata sempre un attivo centro nella vita di Lisbona. Sede di palazzi e monasteri, piú recentemente é diventata il luogo della cultura in campo medico con ospedali e facoltà di Medicina e altri poli universitari. Nei prossimi anni, sarà oggetto di un cambiamento radicale: é previsto che gli ospedali che attualmente occupano i monasteri della collina, saranno riuniti in un unico complesso ospedaliero in un’altra parte della città, lasciando vuoti i monasteri che, in seguito all’abolizione degli ordini monastici, erano stati adibiti a sede ospedaliera. Questo cambiamento genera un’occasione per ripensare non solo al riuso dei monasteri interrogandosi sul valore storico dei manufatti e sui nuovi usi degli spazi, ma anche per ripensare alla collina nella sua totalità come un unico organismo con differenti livelli di relazione. Funzioni per la collina e funzioni per la città, così da riattivare questo luogo come spazio pubblico per la collina e per la città. Prendendo come punto di partenza uno studio di intervento svolto dall’arch. Inês Lobo su questa parte di Lisbona, il progetto si sviluppa in tre aree della collina (Pátio do Moca, Torel e Quartel) che instaurano un rapporto di continuità tra la differenti parti, ma, allo stesso tempo, sono punto di congiunzione con la città attorno. Tutte le tre aree si presentano come spazi interstiziali fuori dalle aree dei monasteri in punti delicati e incompiuti di questa parte di città. Il metodo di lavoro si sviluppa a partire da un’analisi storica intesa come appoggio al lavoro di strategia e progetto e alla definizione del programma. Nel caso del Quartel e del Torel è stata elaborata una strategia di intervento, nel Pátio do Moca l’esercizio progettuale di un edificio che ridiscute le relazioni all’interno della area e definisce un programma di appoggio agli abitanti.

Permanenze mutevoli. Continuità e trasformazione

FUMAGALLI, MICHELE;BORGHESI, TOMMASO
2012/2013

Abstract

The theme developed is about the pre-existences and the different methodology that we can find in the portugueses architects in working on the existence with a personal designing language, yet questioning about the identity of the architectonical manufact. After the last catastrophes in Italy (earth-quake in L’Aquila in 2009, flood in Liguria in 2011 and earthquake in Emilia this year), it could be reason to dialogue and discusse on how we should behave in relation to a historical centre that was damaged and, in case of complete ruin, it is no more about restoring. Thus, from this scenario it comes out the provocation about what it could be, after these events, the image of a destroyed city. For this reason, we wanted to learn from masters that could teach us what facing pre-existences and design means. Talking about the city, it is something that is always changing, the aspect of the city change, contemporary buildings stand next to medieval and XIX century buildings, people change and the way of perceiving the city itself change. However, in the evolving city, the founding character of the place persists, thus it is interesting pursue how important, in a architectonical project, factors such as the existent, the contest, the memory of the place are, and whether these factor reckon the permanences that are at the base of the changing. From this, the title “Mutevoli Permanenze”, in a contemporary situation in which even before thinking about the expansion of the city to the outside, it is necessary to re-discuss the consolidate urban structure, intervening in the urban empty spaces and in the unfinished or to-be-modified piece of city. It is fundamental the relation between project and designing methodology in Portugal nowadays, in which the permanences have a main role in the designing and building process of a project. More specifically, in Lisbon, differently form the Italian historical centre, a large number of the historical buildings was built after the earthquake of the 1755, due to this, of the previous buildings existing before it came to us just the physical track upon which another building had been built after, or the memory written track of the before-earthquake Lisbon. It turns to be a new way of what the memory of a place means, not only a layered permanence but also a starting point to undestand the particular character of the place. The work is about the study and development of three interventions in three areas of the Colina de Santana in Lisbona. The Colina de Santa, thanks to its physical conformation of hill between two rivers (nowadays underground) has always been an active centre of Lisbon life. Place for palaces and monasteries, more recently it turned to be place for culture in the healt-care area with hospitals and Medicine Faculties and other several universities. Next years, the Colina will change radically, it is planned that all the hospitals that now are occupying the monasteries in the Colina, will be reunited in a single hospital center in an other more easy-reaching area of the city, leaving the monasteries empty. This change produces an occasion to re-invent not only the re-use of the monasteries, questioning about their effective historical value and their space, but it is even an occasion to rethink the Colina as a whole, as a single organism with different layers of relations. Functions for the Colina and function for the city, so that to re-activate this place as public space for the Colina and for the city. Considering as starting point an intervention study made by the portoguese architect Inês Lobo on this part of Lisbon, the project develops three areas in the Colina (Pátio do Moca, Torel and Quartel) that establish a relation of continuity between the different parts and, at the same time, they are point of junction with the city around. All the three areas show interstitial spaces outside the boundaries of the monasteries in particular and unresolved point of this part of the city. The work method starts from a historical analysis meant as support to define the strategy in defining the programme and the project. In the case of the Quartel and Torel areas it was developed just an intervention strategy, whilst in the Pátio do Moca area the designing exercise re-discuss the relations inside the area and define a support services programme for the residents in the Colina.
LOBO, INES
ARC I - Scuola di Architettura e Società
22-lug-2013
2012/2013
Il tema da sviluppare riguarda le pre-esistenze e la differente metodologia che si riscontra negli architetti in Portogallo di intervenire sull’esistente con un linguaggio compositivo personale interrogandosi sull’identità del manufatto architettonico. Dopo le ultime catastrofi successe in Italia (terremoto all’Aquila nel 2009, alluvione in Liguria nel 2011, e terremoto in Emilia questo anno), può essere un motivo di dialogo e discussione su come ci si comporta nei confronti di un centro storico che ha subito danni e in cui, nel caso di completo crollo, non si può parlare di restauro manutentivo. La provocazione che sorge in questo caso è su quale può essere, in seguito a questi eventi, l’immagine che ne deriva di città. Per questo motivo sentiamo il bisogno di imparare da maestri che ci possano insegnare cosa vuol dire confrontarsi con delle preesistenze. Parlando di città si parla di qualcosa che continuamente è soggetto a mutazione, muta l’aspetto della città, edifici contemporanei si succedono a edifici medievali e ottocenteschi, mutano le persone e muta il modo di percepire la città stessa. Eppure, nella città in divenire, il carattere fondante del luogo permane, così diventa interessante ricercare in che modo, in un progetto di architettura, entrano in gioco fattori quali l’esistente, il contesto, la memoria del luogo che tengano in conto delle permanenze che soggiacciono al cambiamento. Da qui il titolo “Mutevoli Permanenze”, in una situazione attuale in cui ancora prima di pensare all’espansione di una città verso i limiti esterni si cerca di ridiscutere il tessuto urbano consolidato, si vuole intervenire sui vuoti urbani e sui brani “incompiuti” o da modificare di città. Fondamentale risulta la stretta relazione tra progetto e metodologia di progetto in Portogallo oggi, in cui le permanenze svolgono un ruolo fondante del processo compositivo e realizzativo di un progetto. In particolare, nella città di Lisbona, a differenza del centro storico italiano, una grande parte degli edifici “storici” è successiva al terremoto del 1755, e quindi rispetto agli edifici che esistevano prima ci rimane oggi o la traccia fisica su cui si è costruito in seguito o la traccia della memoria scritta della Lisbona pre-terremoto. Diventa quindi un modo nuovo di intendere la memoria del luogo non solo come permanenza stratificata ma anche come ritrovamento del carattere proprio del luogo. Nello specifico, il lavoro verterà sullo studio e elaborazione di tre interventi in tre aree della Collina di Santana a Lisbona. La Collina di Santana, grazie alla sua conformazione fisica di collina tra due fiumi (ora interrati) é stata sempre un attivo centro nella vita di Lisbona. Sede di palazzi e monasteri, piú recentemente é diventata il luogo della cultura in campo medico con ospedali e facoltà di Medicina e altri poli universitari. Nei prossimi anni, sarà oggetto di un cambiamento radicale: é previsto che gli ospedali che attualmente occupano i monasteri della collina, saranno riuniti in un unico complesso ospedaliero in un’altra parte della città, lasciando vuoti i monasteri che, in seguito all’abolizione degli ordini monastici, erano stati adibiti a sede ospedaliera. Questo cambiamento genera un’occasione per ripensare non solo al riuso dei monasteri interrogandosi sul valore storico dei manufatti e sui nuovi usi degli spazi, ma anche per ripensare alla collina nella sua totalità come un unico organismo con differenti livelli di relazione. Funzioni per la collina e funzioni per la città, così da riattivare questo luogo come spazio pubblico per la collina e per la città. Prendendo come punto di partenza uno studio di intervento svolto dall’arch. Inês Lobo su questa parte di Lisbona, il progetto si sviluppa in tre aree della collina (Pátio do Moca, Torel e Quartel) che instaurano un rapporto di continuità tra la differenti parti, ma, allo stesso tempo, sono punto di congiunzione con la città attorno. Tutte le tre aree si presentano come spazi interstiziali fuori dalle aree dei monasteri in punti delicati e incompiuti di questa parte di città. Il metodo di lavoro si sviluppa a partire da un’analisi storica intesa come appoggio al lavoro di strategia e progetto e alla definizione del programma. Nel caso del Quartel e del Torel è stata elaborata una strategia di intervento, nel Pátio do Moca l’esercizio progettuale di un edificio che ridiscute le relazioni all’interno della area e definisce un programma di appoggio agli abitanti.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/81727