Nel 1990 la Regione Lombardia istituisce il parco regionale di cintura metropolitana “Parco Agricolo Sud Milano”, un parco che comprende i vasti territori agricoli a sud di Milano, tra il Ticino e l’Adda, fino ai confini delle provincie di Lodi e di Pavia. Si tratta del primo parco in Italia, connotato come “parco agricolo”. Il Parco copre un’estensione di oltre 46.000 ettari; alla data della sua istituzione la popolazione di Milano contava 1.371.000 abitanti e quella degli altri comuni del parco assommava a 690.000 abitanti, per un totale di 2.061.000 abitanti. L’obiettivo della nostra tesi di Laurea è quello di dare una nuova rappresentazione al Parco Agricolo Sud Milano, in particolare a quella porzione di territorio collocato a sud di Milano, che funge da frangia tra urbano e agricolo, mancante di identità per via dell’assenza di un’attenta progettazione, che permetta la fruizione del Parco nel pieno rispetto del paesaggio e delle attività agricole. Un luogo vive nel momento in cui viene utilizzato dai cittadini, qualora manchi la fruizione quel luogo muore, diventa sede di traffici illeciti o discarica a cielo aperto. La ragione del nostro lavoro risiede quindi nella volontà di dare nuova vita al Parco Agricolo, attraverso la creazione di una serie di “portali di ingresso”, che consentano ai cittadini di lasciarsi alle spalle la città e addentrarsi in quell’atmosfera rurale e contadina che rende unico questo luogo. Attraverso la progettazione di molteplici servizi quali mercati a Km0, fattorie didattiche, orti botanici, serre e parchi vetrina, abbiamo regalato un nuovo disegno a quella porzione di Parco che maggiormente si avvicina alla città, quella parte degradata, poco sfruttata e maltrattata che fino a questo momento è stata considerata una semplice quinta urbana, retro di quartieri residenziali e, di conseguenza abbandonata a se stessa. Tutte le “porte di ingresso” progettate, dotate di punti bike sharing, diventano quindi un mezzo per “invitare” il cittadino a parcheggiare l’automobile e addentrarsi nel Parco a piedi o in bicicletta. Rappresentano quindi una zona filtro tra natura e città che gradualmente conduce il cittadino dal caos e dall’inquinamento urbano alla tranquillità di quel paesaggio agricolo ricco di tradizioni, che deve essere salvaguardato con ogni mezzo.

PortaMI al parco. Progetto di riqualificazione del territorio di frangia tra tessuto urbano e paesaggio agricolo nell'area Sud di Milano

RONCHI, AMBRA;ZUCCARINI, CHIARA
2012/2013

Abstract

Nel 1990 la Regione Lombardia istituisce il parco regionale di cintura metropolitana “Parco Agricolo Sud Milano”, un parco che comprende i vasti territori agricoli a sud di Milano, tra il Ticino e l’Adda, fino ai confini delle provincie di Lodi e di Pavia. Si tratta del primo parco in Italia, connotato come “parco agricolo”. Il Parco copre un’estensione di oltre 46.000 ettari; alla data della sua istituzione la popolazione di Milano contava 1.371.000 abitanti e quella degli altri comuni del parco assommava a 690.000 abitanti, per un totale di 2.061.000 abitanti. L’obiettivo della nostra tesi di Laurea è quello di dare una nuova rappresentazione al Parco Agricolo Sud Milano, in particolare a quella porzione di territorio collocato a sud di Milano, che funge da frangia tra urbano e agricolo, mancante di identità per via dell’assenza di un’attenta progettazione, che permetta la fruizione del Parco nel pieno rispetto del paesaggio e delle attività agricole. Un luogo vive nel momento in cui viene utilizzato dai cittadini, qualora manchi la fruizione quel luogo muore, diventa sede di traffici illeciti o discarica a cielo aperto. La ragione del nostro lavoro risiede quindi nella volontà di dare nuova vita al Parco Agricolo, attraverso la creazione di una serie di “portali di ingresso”, che consentano ai cittadini di lasciarsi alle spalle la città e addentrarsi in quell’atmosfera rurale e contadina che rende unico questo luogo. Attraverso la progettazione di molteplici servizi quali mercati a Km0, fattorie didattiche, orti botanici, serre e parchi vetrina, abbiamo regalato un nuovo disegno a quella porzione di Parco che maggiormente si avvicina alla città, quella parte degradata, poco sfruttata e maltrattata che fino a questo momento è stata considerata una semplice quinta urbana, retro di quartieri residenziali e, di conseguenza abbandonata a se stessa. Tutte le “porte di ingresso” progettate, dotate di punti bike sharing, diventano quindi un mezzo per “invitare” il cittadino a parcheggiare l’automobile e addentrarsi nel Parco a piedi o in bicicletta. Rappresentano quindi una zona filtro tra natura e città che gradualmente conduce il cittadino dal caos e dall’inquinamento urbano alla tranquillità di quel paesaggio agricolo ricco di tradizioni, che deve essere salvaguardato con ogni mezzo.
ARC I - Scuola di Architettura e Società
22-lug-2013
2012/2013
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/81802