La mia tesi vuole essere un ritorno al “villaggio vivente” nella memoria, un recupero dei simboli della cultura del Salento e in senso lato della Puglia. Vuole essere una microstoria, che si costituisce quale cellula della Storia. Flessibilità è la parola chiave del nuovo progettare, nell’era del globale e del perenne divenire. Il progetto deve incubare, fin dal suo primordio, la possibilità di cambiamento, di reinterpretazione per necessità, di adattamento ad esigenze future. Parallelamente allo sviluppo di nuovi principi, si assiste anche a quello di nuovi materiali, che diventano sempre più leggeri e riutilizzabili. Si abbandona la storica edilizia del costruire “pietra su pietra”, per approcciarsi all’assemblare. Sulla base dello scenario appena descritto, ho analizzato l’evoluzione architettonica delle masserie (strutture coeve di una progettazione “pietra su pietra”), cercando di capire come esse abbiano risposto alle esigenze nel passato, come riescano a farlo nel presente e come potrebbero in un auspicato futuro. Mi sono avvalsa di documentazione storica, anche se scarna, e di un meticoloso lavoro sul campo, cercando di comprendere le genti che hanno vissuto e vivono questi luoghi; ciò mi ha permesso di tracciare uno profilo storico dello sviluppo della masseria nel tempo. Questo lavoro è stato coadiuvato dall’analisi svolta su alcune masserie prese come casi di studio; grazie a questi mi è stato possibile delineare il percorso che la struttura ed il paesaggio intorno hanno svolto negli anni, come siano riusciti ad adeguarsi alle nuove esigenze di mercato e se tale adeguamento sia stato sempre rispettoso del genius loci. L’amore ritrovato per queste strutture, la necessità di adeguarle per non decretarne la morte, la possibilità di renderle economicamente attive ha spinto vecchi proprietari, imprenditori, architetti, designer a riadattarle. Ciò ha comportato da una parte una riqualifica rispettosa del preesistente e dei suoi legami con il paesaggio, dall’ altra la realizzazione di strutture quasi totalmente snaturate, avulse dal contesto.
Le masserie : silenziosi giganti del divenire. Le pietre hanno risposto ai bisogni, oggi possono realizzare sogni : living, hosting, marketing
LIGORI, CARLOTTA
2012/2013
Abstract
La mia tesi vuole essere un ritorno al “villaggio vivente” nella memoria, un recupero dei simboli della cultura del Salento e in senso lato della Puglia. Vuole essere una microstoria, che si costituisce quale cellula della Storia. Flessibilità è la parola chiave del nuovo progettare, nell’era del globale e del perenne divenire. Il progetto deve incubare, fin dal suo primordio, la possibilità di cambiamento, di reinterpretazione per necessità, di adattamento ad esigenze future. Parallelamente allo sviluppo di nuovi principi, si assiste anche a quello di nuovi materiali, che diventano sempre più leggeri e riutilizzabili. Si abbandona la storica edilizia del costruire “pietra su pietra”, per approcciarsi all’assemblare. Sulla base dello scenario appena descritto, ho analizzato l’evoluzione architettonica delle masserie (strutture coeve di una progettazione “pietra su pietra”), cercando di capire come esse abbiano risposto alle esigenze nel passato, come riescano a farlo nel presente e come potrebbero in un auspicato futuro. Mi sono avvalsa di documentazione storica, anche se scarna, e di un meticoloso lavoro sul campo, cercando di comprendere le genti che hanno vissuto e vivono questi luoghi; ciò mi ha permesso di tracciare uno profilo storico dello sviluppo della masseria nel tempo. Questo lavoro è stato coadiuvato dall’analisi svolta su alcune masserie prese come casi di studio; grazie a questi mi è stato possibile delineare il percorso che la struttura ed il paesaggio intorno hanno svolto negli anni, come siano riusciti ad adeguarsi alle nuove esigenze di mercato e se tale adeguamento sia stato sempre rispettoso del genius loci. L’amore ritrovato per queste strutture, la necessità di adeguarle per non decretarne la morte, la possibilità di renderle economicamente attive ha spinto vecchi proprietari, imprenditori, architetti, designer a riadattarle. Ciò ha comportato da una parte una riqualifica rispettosa del preesistente e dei suoi legami con il paesaggio, dall’ altra la realizzazione di strutture quasi totalmente snaturate, avulse dal contesto.File | Dimensione | Formato | |
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