Le turbolenze, i terremoti, le forme indefinibili e disomogenee della superficie terrestre, le infinite metamorfosi del mondo animale e vegetale ci ricordano che nulla è stabile in natura, ma ogni cosa è pronta ad evolversi e mutare in continuazione. Tutto si trasforma, dalla materia all’energia, fino agli stati d’animo, in un susseguirsi imprevedibile di momenti evolutivi che, pur lentamente, non avvengono mai gradualmente e con ordine. Stabilità, linearità e regolarità sono rintracciabili solo nei modelli fisici, semplificazioni della realtà che riconducono la complessità del vivente a sistemi più approssimati e, quindi, più prevedibili. Al contrario, è la non-linearità a caratterizzare la maggior parte dei fenomeni naturali, sensibili, instabili e dal decorso imprevedibile. Osservando la natura si nota che il mondo di forme perfette della geometria euclidea non corrisponde al mondo che ci circonda, ma ne rappresenta una semplice idealizzazione. Al contrario, le più reali caratteristiche di instabilità e imperfezione sono fondamentali all’evoluzione perché consentono il formidabile gioco delle mutazioni e il continuo cambiamento e miglioramento della selezione naturale. È chiaro che questo cambiamento di visione sta investendo ogni campo dell’attività umana: arte, architettura, design e moda si muovono, oggi più che mai, verso nuovi orizzonti e diventano espressione dell’instabile, del fragile, del provvisorio, dell’indeterminato, del fluido. L’Errore, dapprima involontario e in seguito risultato programmato, diventa la prova tangibile e manifesta dell’irregolarità presente nei processi, dell’estrema sensibilità alle variabili in atto, ed elemento che non deve essere nascosto per la progettazione di un prodotto perfetto, bensì essere conosciuto e studiato come nuovo spunto creativo e diventare simbolo di un oggetto libero e spontaneo. Come nella meccanica cosmica, retta da equazioni impeccabili e precise come orologi, può prendere vita l’instabilità, così dovremmo abituarci al cambiamento, all’imprevedibilità, agli elementi di disturbo, alle interferenze, alle oscillazioni, all’irregolarità e all’imperfezione anche nelle forme dei prodotti e nei loro materiali.

O.d.d. Occasional disaster design. L'instabilità nel progetto

POMARI, ELISABETTA
2012/2013

Abstract

Le turbolenze, i terremoti, le forme indefinibili e disomogenee della superficie terrestre, le infinite metamorfosi del mondo animale e vegetale ci ricordano che nulla è stabile in natura, ma ogni cosa è pronta ad evolversi e mutare in continuazione. Tutto si trasforma, dalla materia all’energia, fino agli stati d’animo, in un susseguirsi imprevedibile di momenti evolutivi che, pur lentamente, non avvengono mai gradualmente e con ordine. Stabilità, linearità e regolarità sono rintracciabili solo nei modelli fisici, semplificazioni della realtà che riconducono la complessità del vivente a sistemi più approssimati e, quindi, più prevedibili. Al contrario, è la non-linearità a caratterizzare la maggior parte dei fenomeni naturali, sensibili, instabili e dal decorso imprevedibile. Osservando la natura si nota che il mondo di forme perfette della geometria euclidea non corrisponde al mondo che ci circonda, ma ne rappresenta una semplice idealizzazione. Al contrario, le più reali caratteristiche di instabilità e imperfezione sono fondamentali all’evoluzione perché consentono il formidabile gioco delle mutazioni e il continuo cambiamento e miglioramento della selezione naturale. È chiaro che questo cambiamento di visione sta investendo ogni campo dell’attività umana: arte, architettura, design e moda si muovono, oggi più che mai, verso nuovi orizzonti e diventano espressione dell’instabile, del fragile, del provvisorio, dell’indeterminato, del fluido. L’Errore, dapprima involontario e in seguito risultato programmato, diventa la prova tangibile e manifesta dell’irregolarità presente nei processi, dell’estrema sensibilità alle variabili in atto, ed elemento che non deve essere nascosto per la progettazione di un prodotto perfetto, bensì essere conosciuto e studiato come nuovo spunto creativo e diventare simbolo di un oggetto libero e spontaneo. Come nella meccanica cosmica, retta da equazioni impeccabili e precise come orologi, può prendere vita l’instabilità, così dovremmo abituarci al cambiamento, all’imprevedibilità, agli elementi di disturbo, alle interferenze, alle oscillazioni, all’irregolarità e all’imperfezione anche nelle forme dei prodotti e nei loro materiali.
VACCA, FEDERICA
ARC III - Scuola del Design
26-lug-2013
2012/2013
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/81890