Alps, not so long ago abandoned and marginal, are now rising again as the land of the sustainable alternative to the post-industrial city. Throughout this work, a designer deals with alpine natural-cultural landscape, its productive resources (namely craftmanship) and durable development models, taking Valle d’Aosta region as a case study. Meetings have been attended with Dislivelli Association (which works on development models in the western italian Alps), IAM (Mountain Architecture Institute), mountain sport gear firm Blue Ice, IVAT (Traditional Craftmanship Institute of Valle d’Aosta) and nine local craftsmen. Concepts proposed are coherent yet not definitive answers to the questions raised throughout the research, and they have been discussed with all of the people here named before going through development. The three chosen objects have been turned into prototypes by three artisans: a hemp headband, a swiss pine spinning top/scent diffuser and a soapstone bedwarmer. The result of this work is an exploration in designing for the Alps, dealing with the complex Valle d’Aosta’s natural and cultural background and the durable development models. This work aims at opening new insights on alpine project, including contributions from different fields such as geography, sociology, ethnography and architecture.

Le Alpi, fino a poco tempo fa abbandonate e marginali, oggi risorgono come luogo dell’alternativa sostenibile alla città post-industriale. Questo lavoro mette a confronto un designer con il territorio naturale-culturale alpino, le sue risorse produttive (in particolare l’artigianato) e i modelli di sviluppo durabile, assumendo come caso di studio la Valle d’Aosta. Sono stati svolti incontri con l’Associazione Dislivelli (che si occupa di modelli di sviluppo nelle Alpi occidentali), l’Istituto di Architettura Montana (IAM), l’azienda di equipaggiamento sportivo da montagna Blue Ice, l’Istituto Valdostano Artigianato di Tradizione (IVAT) e nove artigiani valdostani. I concept proposti, risposte coerenti ma non definitive alle domande poste nella ricerca, sono stati passati al vaglio di tutti questi enti e infine tre prototipi sono stati realizzati da altrettanti artigiani: una fettuccia in canapa, una trottola/diffusore di profumi in legno di cirmolo, e uno scaldaletto in pietra ollare. Risultato del lavoro è un’esplorazione su come progettare per le Alpi, producendo nelle Alpi, tenendo conto del complesso tessuto naturale e culturale Valdostano e dei modelli di innovazione durabile. Questo lavoro ambisce ad aprire nuove prospettive sul progetto alpino nel campo del product design, con contributi provenienti da discipline come la geografia, la sociologia, l'etnografia e l'architettura.

Il filo spezzato. Progettazione di prodotti per le Alpi. Produzione artigianale in Valle d’Aosta

FERRARI, JACOPO
2012/2013

Abstract

Alps, not so long ago abandoned and marginal, are now rising again as the land of the sustainable alternative to the post-industrial city. Throughout this work, a designer deals with alpine natural-cultural landscape, its productive resources (namely craftmanship) and durable development models, taking Valle d’Aosta region as a case study. Meetings have been attended with Dislivelli Association (which works on development models in the western italian Alps), IAM (Mountain Architecture Institute), mountain sport gear firm Blue Ice, IVAT (Traditional Craftmanship Institute of Valle d’Aosta) and nine local craftsmen. Concepts proposed are coherent yet not definitive answers to the questions raised throughout the research, and they have been discussed with all of the people here named before going through development. The three chosen objects have been turned into prototypes by three artisans: a hemp headband, a swiss pine spinning top/scent diffuser and a soapstone bedwarmer. The result of this work is an exploration in designing for the Alps, dealing with the complex Valle d’Aosta’s natural and cultural background and the durable development models. This work aims at opening new insights on alpine project, including contributions from different fields such as geography, sociology, ethnography and architecture.
BRIATORE, VIRGINIO
ARC III - Scuola del Design
26-lug-2013
2012/2013
Le Alpi, fino a poco tempo fa abbandonate e marginali, oggi risorgono come luogo dell’alternativa sostenibile alla città post-industriale. Questo lavoro mette a confronto un designer con il territorio naturale-culturale alpino, le sue risorse produttive (in particolare l’artigianato) e i modelli di sviluppo durabile, assumendo come caso di studio la Valle d’Aosta. Sono stati svolti incontri con l’Associazione Dislivelli (che si occupa di modelli di sviluppo nelle Alpi occidentali), l’Istituto di Architettura Montana (IAM), l’azienda di equipaggiamento sportivo da montagna Blue Ice, l’Istituto Valdostano Artigianato di Tradizione (IVAT) e nove artigiani valdostani. I concept proposti, risposte coerenti ma non definitive alle domande poste nella ricerca, sono stati passati al vaglio di tutti questi enti e infine tre prototipi sono stati realizzati da altrettanti artigiani: una fettuccia in canapa, una trottola/diffusore di profumi in legno di cirmolo, e uno scaldaletto in pietra ollare. Risultato del lavoro è un’esplorazione su come progettare per le Alpi, producendo nelle Alpi, tenendo conto del complesso tessuto naturale e culturale Valdostano e dei modelli di innovazione durabile. Questo lavoro ambisce ad aprire nuove prospettive sul progetto alpino nel campo del product design, con contributi provenienti da discipline come la geografia, la sociologia, l'etnografia e l'architettura.
Tesi di laurea Magistrale
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