La presente tesi ha come oggetto Berat, città di fondazione illirico-ottomana e una delle tre città albanesi patrimonio Unesco. Il lavoro illustrato ha come premessa il patrimonio diffuso, materiale e immateriale, di Berat, non sempre riconosciuto come tale dalla comunità locale; il progetto ecomuseale viene utilizzato, nella città e nel territorio, come strumento di valorizzazione, conservazione e partecipazione della popolazione. Una particolare attenzione è stata rivolta al tema dell’archeologia industriale e alla città di Kuçovë, fondata dagli italiani durante il periodo del colonialismo fascista. Sempre in epoca contemporanea, la dittatura comunista di Enver Hoxha, segnò drammaticamente l’Albania, con la repressione politica e l’isolamento dal resto d’Europa; tuttavia il regime diede un notevole impulso al settore agricolo e industriale e anche a Berat sono ancora presenti testimonianze di quel periodo. Dopo aver analizzato le criticità e le potenzialità dei tre quartieri storici che compongono la città, Mangalem, Gorica e Kala, partecipando al dibattito durante la Charette “Historic City Conservation and Urban Regeneration Module within the Sustainable Cities Initiative in Europe and Central Asia” e dopo aver individuato possibili ipotesi di valorizzazione, ci si è soffermati sulla Kala, la sommità fortificata della città. Il quartiere, oggi, racconta la ricca stratificazione storica e culturale della città, ma risulta essere carente di servizi e in via di spopolamento. Nonostante ciò, un notevole richiamo è dato dalla presenza della Cattedrale ortodossa di Shën Merise. Nell’annesso museo di icone spiccano le opere di Onufri, uno dei maggiori esponenti della pittura albanese del sec. XVI, a cui è intitolato il museo. Oltre al ri-allestimento delle opere, il progetto si occupa dell’ampliamento del museo al fine di dotarlo di nuovi spazi per servizi. La Kala è da considerare come un’opportunità di sviluppo culturale e il borgo viene rivitalizzato attraverso l’implementazione di strutture di accoglienza; si propone l’albergo diffuso, del quale vengono progettati la reception e uno spazio ricettivo-aggregativo sui resti di un’abitazione tradizionale. I nuovi locali saranno adibiti alla vendita dei prodotti tipici che promuovono il territorio e coinvolgono la popolazione locale e gli stessi potranno essere consumati nella sala eno-gastronomica di nuova realizzazione.

Berat, patrimonio Unesco : il progetto ecomuseale e la Kala come opportunità di sviluppo culturale. Ampliamento e riallestimento del Museo Onufri e progetto di un nuovo spazio per la ricettività sui resti di un'abitazione tradizionale

BORDINA, ARIANNA;NICOLA, VALENTINA;GIACOSA, DUNIA
2012/2013

Abstract

La presente tesi ha come oggetto Berat, città di fondazione illirico-ottomana e una delle tre città albanesi patrimonio Unesco. Il lavoro illustrato ha come premessa il patrimonio diffuso, materiale e immateriale, di Berat, non sempre riconosciuto come tale dalla comunità locale; il progetto ecomuseale viene utilizzato, nella città e nel territorio, come strumento di valorizzazione, conservazione e partecipazione della popolazione. Una particolare attenzione è stata rivolta al tema dell’archeologia industriale e alla città di Kuçovë, fondata dagli italiani durante il periodo del colonialismo fascista. Sempre in epoca contemporanea, la dittatura comunista di Enver Hoxha, segnò drammaticamente l’Albania, con la repressione politica e l’isolamento dal resto d’Europa; tuttavia il regime diede un notevole impulso al settore agricolo e industriale e anche a Berat sono ancora presenti testimonianze di quel periodo. Dopo aver analizzato le criticità e le potenzialità dei tre quartieri storici che compongono la città, Mangalem, Gorica e Kala, partecipando al dibattito durante la Charette “Historic City Conservation and Urban Regeneration Module within the Sustainable Cities Initiative in Europe and Central Asia” e dopo aver individuato possibili ipotesi di valorizzazione, ci si è soffermati sulla Kala, la sommità fortificata della città. Il quartiere, oggi, racconta la ricca stratificazione storica e culturale della città, ma risulta essere carente di servizi e in via di spopolamento. Nonostante ciò, un notevole richiamo è dato dalla presenza della Cattedrale ortodossa di Shën Merise. Nell’annesso museo di icone spiccano le opere di Onufri, uno dei maggiori esponenti della pittura albanese del sec. XVI, a cui è intitolato il museo. Oltre al ri-allestimento delle opere, il progetto si occupa dell’ampliamento del museo al fine di dotarlo di nuovi spazi per servizi. La Kala è da considerare come un’opportunità di sviluppo culturale e il borgo viene rivitalizzato attraverso l’implementazione di strutture di accoglienza; si propone l’albergo diffuso, del quale vengono progettati la reception e uno spazio ricettivo-aggregativo sui resti di un’abitazione tradizionale. I nuovi locali saranno adibiti alla vendita dei prodotti tipici che promuovono il territorio e coinvolgono la popolazione locale e gli stessi potranno essere consumati nella sala eno-gastronomica di nuova realizzazione.
AUGELLI, FRANCESCO
NALLBANI, AJET
ARC II - Scuola di Architettura Civile
23-lug-2013
2012/2013
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/82101