Il discorso sull’architettura di Marc-Antoine Laugier può essere considerato un insospettabile traghettatore di temi appartenenti ad un contesto temporale “millenario” debitrice di “sopravvivenze antiche”, mediate dal mondo gotico, e legate al tema dell’Imago filosofica ed architettonica del Tempio di Salomone e ad alcuni aspetti “isiaci” ad esso congiunti. La Chiesa immaginata da Laugier a conclusione del percorso generato dalla piccola capanna vitruviana evoca una esotica foresta di palme, arcaica e al contempo strutturalmente avveneristica, in cui la luce rimanda pienamente alla spazialità gotica. Quanto il discorso filosofico ed architettonico di Laugier sia debitrice, in che modo ed in che misura, di elementi e temi “anticlassici”, rinvenibili nella filosofia scientifica di Roberto Grossatesta e nella geometria di Villard de Honnecourt, nelle opere di Villalpanda o nel Polifilo non ci è dato sapere con esattezza. Quel “contesto sociologico” tuttavia, che tra luci ed ombre, ha formato il “clima” in cui si è determinato nel Settecento il pensiero laugeriano, suggerisce delle piste. L’interessante e stimolante ipotesi è che alcuni temi rinvenibili nella teoria architettonica di Laugier possano fondamentalmente ascriversi all’universo anti-classico. Con la conseguente possibilità che il tema del Tempio biblico che in sé sintetizza ogni sapere e geometria - anche nella sua visione filtrata dall’occidente gotico-medievale- concorra a costituire, per il tramite degli scritti di Laugier, le fondamenta stesse del moderno concetto di architettura, veicolando l’archetipo del Tempio come punto di incontro tra l’uomo e il divino e generando un ripensamento continuo del rapporto tra uomo, spazio e luce.

Aspetti anticlassici in Marc-Antoine Laugier (1713-1769)

BELLOTTI, GABRIELE
2012/2013

Abstract

Il discorso sull’architettura di Marc-Antoine Laugier può essere considerato un insospettabile traghettatore di temi appartenenti ad un contesto temporale “millenario” debitrice di “sopravvivenze antiche”, mediate dal mondo gotico, e legate al tema dell’Imago filosofica ed architettonica del Tempio di Salomone e ad alcuni aspetti “isiaci” ad esso congiunti. La Chiesa immaginata da Laugier a conclusione del percorso generato dalla piccola capanna vitruviana evoca una esotica foresta di palme, arcaica e al contempo strutturalmente avveneristica, in cui la luce rimanda pienamente alla spazialità gotica. Quanto il discorso filosofico ed architettonico di Laugier sia debitrice, in che modo ed in che misura, di elementi e temi “anticlassici”, rinvenibili nella filosofia scientifica di Roberto Grossatesta e nella geometria di Villard de Honnecourt, nelle opere di Villalpanda o nel Polifilo non ci è dato sapere con esattezza. Quel “contesto sociologico” tuttavia, che tra luci ed ombre, ha formato il “clima” in cui si è determinato nel Settecento il pensiero laugeriano, suggerisce delle piste. L’interessante e stimolante ipotesi è che alcuni temi rinvenibili nella teoria architettonica di Laugier possano fondamentalmente ascriversi all’universo anti-classico. Con la conseguente possibilità che il tema del Tempio biblico che in sé sintetizza ogni sapere e geometria - anche nella sua visione filtrata dall’occidente gotico-medievale- concorra a costituire, per il tramite degli scritti di Laugier, le fondamenta stesse del moderno concetto di architettura, veicolando l’archetipo del Tempio come punto di incontro tra l’uomo e il divino e generando un ripensamento continuo del rapporto tra uomo, spazio e luce.
ARC I - Scuola di Architettura e Società
2-ott-2013
2012/2013
Tesi di laurea Magistrale
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