Il progetto si inserisce in un lotto segnato dalla presenza della centrale del latte di Milano, e del conseguente recinto entro la quale era contenuta. Fin da subito è stata quindi chiara la necessità di spezzare questo recinto garantendo permebilità all’interno del lotto, al fine di restituire alla città un intero isolato che finora aveva vissuto solo dall’esterno. L’analisi del contesto ha portato ad un ribaltamento del masterplan originario e delle scelte tipologiche adottate, nel tentativo di ricucire quest’area con il suo intorno sia sotto il punto di vista morfo-tipologico che funzionale. L’area si trova a margine della circonvallazione esterna che, in questa zona di Milano, rappresenta idealmente il limite tra la città compatta e la città diffusa. Al fine di garantire questa transizione morfologica si è operato dando una duplice natura agli edifici progettati: massivi corpi stereotomici, concettualmente nati dal terreno e incisi dalle forze naturali, gestiscono questo passaggio sull’asse Nord-Sud, mentre leggeri corpi tettonici, idealmente appoggiati dall’alto sopra i primi, segnano l’appartenenza ed il collegamento ad un isolato più ampio, indicando la continuità del lotto sia con il tessuto di villette presente ad Ovest, sia con la porzione di spazio pubblico che si unisce poi nel Parco Ravizza a Est. Queste due diverse nature sono in costante dialogo e intersezione, al fine di costituire un complesso coerente ed unitario. La corte che viene idealmente creata dal corpo tettonico si apre risentendo dell’intrusione del corpo degli uffici dei professori e dalla sede del pane quotidiano. Il primo la supera alzandosi e il secondo la evita abbassandosi. Questa apertura permette la permeabilità e la continuità tra il campus e il Parco Ravizza. Il nuovo complesso può essere schematicamente scomposto in tre blocchi principali che ospitano le tre grandi funzioni inserite nel progetto: la didattica, la residenza, lo sport.
Campus quotidiano. Progetto di espansione dell'Università commerciale Luigi Bocconi sull'area dell'ex centrale del latte di Milano
ROSSON, FEDERICO
2012/2013
Abstract
Il progetto si inserisce in un lotto segnato dalla presenza della centrale del latte di Milano, e del conseguente recinto entro la quale era contenuta. Fin da subito è stata quindi chiara la necessità di spezzare questo recinto garantendo permebilità all’interno del lotto, al fine di restituire alla città un intero isolato che finora aveva vissuto solo dall’esterno. L’analisi del contesto ha portato ad un ribaltamento del masterplan originario e delle scelte tipologiche adottate, nel tentativo di ricucire quest’area con il suo intorno sia sotto il punto di vista morfo-tipologico che funzionale. L’area si trova a margine della circonvallazione esterna che, in questa zona di Milano, rappresenta idealmente il limite tra la città compatta e la città diffusa. Al fine di garantire questa transizione morfologica si è operato dando una duplice natura agli edifici progettati: massivi corpi stereotomici, concettualmente nati dal terreno e incisi dalle forze naturali, gestiscono questo passaggio sull’asse Nord-Sud, mentre leggeri corpi tettonici, idealmente appoggiati dall’alto sopra i primi, segnano l’appartenenza ed il collegamento ad un isolato più ampio, indicando la continuità del lotto sia con il tessuto di villette presente ad Ovest, sia con la porzione di spazio pubblico che si unisce poi nel Parco Ravizza a Est. Queste due diverse nature sono in costante dialogo e intersezione, al fine di costituire un complesso coerente ed unitario. La corte che viene idealmente creata dal corpo tettonico si apre risentendo dell’intrusione del corpo degli uffici dei professori e dalla sede del pane quotidiano. Il primo la supera alzandosi e il secondo la evita abbassandosi. Questa apertura permette la permeabilità e la continuità tra il campus e il Parco Ravizza. Il nuovo complesso può essere schematicamente scomposto in tre blocchi principali che ospitano le tre grandi funzioni inserite nel progetto: la didattica, la residenza, lo sport.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/83841