Il progetto ha come obiettivo quello della conoscenza, promozione e valorizzazione di un particolare territorio e dei suoi prodotti, quello Umbro delle terre del Sagrantino DOCG di Montefalco, in rapporto al fenomeno dell’ eno-turismo che negli ultimi anni lo interessa in maniera crescente e ne delinea un’identità sempre più marcata nello scenario italiano ed internazionale. Il Sagrantino è oggi considerato uno dei prodotti di eccellenza del territorio umbro, frutto della terra che rappresenta in maniera esemplare il forte e quasi sacrale legame tra esso e la gente che per secoli ne ha avuto cura. Rappresenta la massima espressione della coltivazione della vite che nel tempo, in queste terre si è perfezionata sino a raggiungere i grandi risultati odierni. Un Vino Sacro, coltivato in origine esclusivamente all’interno delle mura monastiche e prodotto solo per la celebrazione della liturgia. Un prodotto in cui si possono far convergere molti caratteri dell’Umbria, dall’intensa spiritualità che si respira nell'aria, all’arte raffinata degli affreschi di Giotto, del Gozzoli e del Perugino, dalla forza delle rocche e dei castelli, alla bellezza dei suoi paesaggi e alla passione della sua gente per i suoi prodotti ed il grande amore per la propria terra. Il progetto cerca di interpretare tutto questo fornendo una risposta ad una domanda di un turismo che cerca sempre di più nuove esperienze culturali, e ricreative intorno al fenomeno del vino. Un progetto quindi per far conoscere la storia di questo prodotto seguendo il suo percorso nei secoli e nei significati che esso ha rappresentato per l’uomo e che si sono modificati nel corso del tempo. Il paesaggio rurale è lo scenario dove questo percorso di conoscenza si snoda,e come un tronco di una vite si aggrappa a dei sostegni, in questo caso delle vecchie case rurali abbandonate che circondano la Cantina monumentale di Scacciadiavoli. La scelta dell’area di progetto è data dalla collocazione della cantina al centro dell’area del Territorio del Sagrantino (costituito da 5 comuni) che risulta essere altamente strategica per la sua facile accessibilità e il suo collegamento ai principali snodi autostradali e ferroviari della regione. Inoltre la cantina Scacciadiavoli rappresenta l’esempio più forte della memoria storica della produzione del vino essendo la cantina più antica del territorio di Montefalco e di grande interesse storico-culturale. Il percorso, che è un percorso sia fisico che conoscitivo e di graduale scoperta, segue la morfologia del terreno ed è un crescendo di immagini, scorci viste sul paesaggio che mano a mano si svela all’osservatore, il quale potrà comprenderne meglio, alla luce di questa nuova esperienza, la sua storia e la sua identità. Un racconto della storia del Vino che si divide in tre momenti. In un primo tempo si ripercorre il significato che la vite ha rappresentato nella storia dell’uomo accompagnandolo nei suoi spostamenti e segnando, quale prodotto agricolo per eccellenza, il passaggio dell’uomo dalla pastorizia all’agricoltura, il suo radicamento al territorio. Quindi tutti gli spazi della cascina, un tempo usati per l’allevamento del bestiame in un momento storico in cui la vite aveva perso la sua forza economica, vengono riusati in funzione di una nuova destinazione che vede come protagonista il prodotto vino. Si vedrà come l’inizio del percorso avviene attraverso una rampa che scende e che rappresenta quindi il segno, l’incisione nel paesaggio da parte dell’uomo, il momento della scelta e della permanenza in un territorio nel quale far crescere i propri prodotti e al quale legare la propria esistenza e sussistenza. Lo scavo è anche il segno della coltivazione della vite , lo scasso nel terreno per preparare un fondo adatto all’innesto delle piantine, e permetterne una crescita rigogliosa e duratura. Da questo momento prende forma il tronco che rigenera il vecchio orto dei contadini e lo avvolge come a simboleggiare uno orto di qualche convento: un orto aromatico che raccoglie le essenze vegetali che compongono il bouquet dei vini umbri. Il percorso continua e diventa ora aula didattica, ora sala degustazione ora uno spazio di sosta e una terrazza affacciata sul paesaggio. Continua quindi muovendosi tra la corte della cascina ed entra nella casa rigenerando e reinterpretando gli ambienti, gli spazi e la storia stessa della casa rurale. Gli elementi architettonici sono sostituiti e convertiti nello stesso linguaggio progettuale. Si arriva quindi alla cantina dove il visitatore potrà comprendere come si fa il vino direttamente in uno spazio ricco di storia e suggestioni. Da qui attraverso i vigneti si arriva alla seconda casa che rappresenta il momento del Vino come cibo, come elemento primario per l’uomo. Così è stato fino a qualche decennio fa prima di diventare uno stile di vita, una moda, un prodotto raffinato e talvolta elitario, sinonimo di gusto ed eleganza. Il terzo momento è quello del vino quale espressione artistica e carico di valori simbolici presenti in tutte le civiltà. Il vino , presente nelle tre maggiori religioni monoteiste (ebraismo-cristianesimo e islam) come elemento in grado di poter essere anche un momento di avvicinamento e dialogo interculturale. Spazi di esibizione, aule didattiche e laboratori artistici, per chiunque voglia vivere un'esperienza intensa tra i vigneti e appagare la propria creatività. Un sistema capace di sopravvivere tutto l'anno,e rivolto anche alla gente del territorio. Un padiglione spirituale, che simboleggia un grappolo di uva conclude il percorso e cerca di far convergere su di sè due assi visivi rivolgendosi alle città di Assisi e Montefalco in omaggio alla figura che più di tutte ha solcato profondamente la terra umbra, S.Francesco divenendo esempio estremo di amore per la terra e di tutti i suoi frutti.

Montefalco. La casa del Sagrantino. Progettare il percorso della scoperta e della cultura del vino : rigenerazione, recupero e valorizzazione del paesaggio rurale

DOTTORINI, FEDERICO
2012/2013

Abstract

Il progetto ha come obiettivo quello della conoscenza, promozione e valorizzazione di un particolare territorio e dei suoi prodotti, quello Umbro delle terre del Sagrantino DOCG di Montefalco, in rapporto al fenomeno dell’ eno-turismo che negli ultimi anni lo interessa in maniera crescente e ne delinea un’identità sempre più marcata nello scenario italiano ed internazionale. Il Sagrantino è oggi considerato uno dei prodotti di eccellenza del territorio umbro, frutto della terra che rappresenta in maniera esemplare il forte e quasi sacrale legame tra esso e la gente che per secoli ne ha avuto cura. Rappresenta la massima espressione della coltivazione della vite che nel tempo, in queste terre si è perfezionata sino a raggiungere i grandi risultati odierni. Un Vino Sacro, coltivato in origine esclusivamente all’interno delle mura monastiche e prodotto solo per la celebrazione della liturgia. Un prodotto in cui si possono far convergere molti caratteri dell’Umbria, dall’intensa spiritualità che si respira nell'aria, all’arte raffinata degli affreschi di Giotto, del Gozzoli e del Perugino, dalla forza delle rocche e dei castelli, alla bellezza dei suoi paesaggi e alla passione della sua gente per i suoi prodotti ed il grande amore per la propria terra. Il progetto cerca di interpretare tutto questo fornendo una risposta ad una domanda di un turismo che cerca sempre di più nuove esperienze culturali, e ricreative intorno al fenomeno del vino. Un progetto quindi per far conoscere la storia di questo prodotto seguendo il suo percorso nei secoli e nei significati che esso ha rappresentato per l’uomo e che si sono modificati nel corso del tempo. Il paesaggio rurale è lo scenario dove questo percorso di conoscenza si snoda,e come un tronco di una vite si aggrappa a dei sostegni, in questo caso delle vecchie case rurali abbandonate che circondano la Cantina monumentale di Scacciadiavoli. La scelta dell’area di progetto è data dalla collocazione della cantina al centro dell’area del Territorio del Sagrantino (costituito da 5 comuni) che risulta essere altamente strategica per la sua facile accessibilità e il suo collegamento ai principali snodi autostradali e ferroviari della regione. Inoltre la cantina Scacciadiavoli rappresenta l’esempio più forte della memoria storica della produzione del vino essendo la cantina più antica del territorio di Montefalco e di grande interesse storico-culturale. Il percorso, che è un percorso sia fisico che conoscitivo e di graduale scoperta, segue la morfologia del terreno ed è un crescendo di immagini, scorci viste sul paesaggio che mano a mano si svela all’osservatore, il quale potrà comprenderne meglio, alla luce di questa nuova esperienza, la sua storia e la sua identità. Un racconto della storia del Vino che si divide in tre momenti. In un primo tempo si ripercorre il significato che la vite ha rappresentato nella storia dell’uomo accompagnandolo nei suoi spostamenti e segnando, quale prodotto agricolo per eccellenza, il passaggio dell’uomo dalla pastorizia all’agricoltura, il suo radicamento al territorio. Quindi tutti gli spazi della cascina, un tempo usati per l’allevamento del bestiame in un momento storico in cui la vite aveva perso la sua forza economica, vengono riusati in funzione di una nuova destinazione che vede come protagonista il prodotto vino. Si vedrà come l’inizio del percorso avviene attraverso una rampa che scende e che rappresenta quindi il segno, l’incisione nel paesaggio da parte dell’uomo, il momento della scelta e della permanenza in un territorio nel quale far crescere i propri prodotti e al quale legare la propria esistenza e sussistenza. Lo scavo è anche il segno della coltivazione della vite , lo scasso nel terreno per preparare un fondo adatto all’innesto delle piantine, e permetterne una crescita rigogliosa e duratura. Da questo momento prende forma il tronco che rigenera il vecchio orto dei contadini e lo avvolge come a simboleggiare uno orto di qualche convento: un orto aromatico che raccoglie le essenze vegetali che compongono il bouquet dei vini umbri. Il percorso continua e diventa ora aula didattica, ora sala degustazione ora uno spazio di sosta e una terrazza affacciata sul paesaggio. Continua quindi muovendosi tra la corte della cascina ed entra nella casa rigenerando e reinterpretando gli ambienti, gli spazi e la storia stessa della casa rurale. Gli elementi architettonici sono sostituiti e convertiti nello stesso linguaggio progettuale. Si arriva quindi alla cantina dove il visitatore potrà comprendere come si fa il vino direttamente in uno spazio ricco di storia e suggestioni. Da qui attraverso i vigneti si arriva alla seconda casa che rappresenta il momento del Vino come cibo, come elemento primario per l’uomo. Così è stato fino a qualche decennio fa prima di diventare uno stile di vita, una moda, un prodotto raffinato e talvolta elitario, sinonimo di gusto ed eleganza. Il terzo momento è quello del vino quale espressione artistica e carico di valori simbolici presenti in tutte le civiltà. Il vino , presente nelle tre maggiori religioni monoteiste (ebraismo-cristianesimo e islam) come elemento in grado di poter essere anche un momento di avvicinamento e dialogo interculturale. Spazi di esibizione, aule didattiche e laboratori artistici, per chiunque voglia vivere un'esperienza intensa tra i vigneti e appagare la propria creatività. Un sistema capace di sopravvivere tutto l'anno,e rivolto anche alla gente del territorio. Un padiglione spirituale, che simboleggia un grappolo di uva conclude il percorso e cerca di far convergere su di sè due assi visivi rivolgendosi alle città di Assisi e Montefalco in omaggio alla figura che più di tutte ha solcato profondamente la terra umbra, S.Francesco divenendo esempio estremo di amore per la terra e di tutti i suoi frutti.
FAROLDI, EMILIO
ARC I - Scuola di Architettura e Società
2-ott-2013
2012/2013
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/83961