Il lavoro di tesi qui presentato propone un avvicinamento all’ancestrale dicotomia tra sapere e fare nella cultura architettonica, guardando alla loro soglia, al loro margine, dall’interno degli spazi del lavoro e dell’educazione. Tre elementi hanno sostenuto la scelta del tema proposto: un corollario di riflessioni in ambito sociologico ed economico che hanno iniziato a mettere in discussione l’idea di sviluppo dominante; una specifica e tipica crisi della figura dell’architetto, che ha perso oggi ogni legame con i saperi pratici e con la cultura materiale che lo ha sempre caratterizzato; infine la tendenza che i luoghi dell’apprendimento più all’avanguardia stanno tornando a forme mescolate di tecnica e di tecnologia, nel tentativo di avvicinare le competenze dei tecnologi e delle figure manageriali con quelle, straordinarie, dei tecnici e degli artigiani. Per questi motivi, porsi oggi la domanda sul valore e l’importanza della componente manuale nella pratica architettonica, è un compito necessario e una sfida da affrontare: ha a che fare con il futuro dell’architettura, con il suo ruolo civile, con la possibilità che i saperi tecnici abbiano ancora possibilità di essere trasmessi e praticati in forme utili e necessarie al nostro tempo. Una raccolta di articoli, letture critiche, libri, interviste, conversazioni informali, foto e video ha supportato la comprensione lo sviluppo di questo tema che lascia sicuramente intravedere nuovi orizzonti e nuove possibilità.

Sapere fare. Pratica, tecnica e manualità nella cultura architettonica

CARINI, LETIZIA MARTINA
2012/2013

Abstract

Il lavoro di tesi qui presentato propone un avvicinamento all’ancestrale dicotomia tra sapere e fare nella cultura architettonica, guardando alla loro soglia, al loro margine, dall’interno degli spazi del lavoro e dell’educazione. Tre elementi hanno sostenuto la scelta del tema proposto: un corollario di riflessioni in ambito sociologico ed economico che hanno iniziato a mettere in discussione l’idea di sviluppo dominante; una specifica e tipica crisi della figura dell’architetto, che ha perso oggi ogni legame con i saperi pratici e con la cultura materiale che lo ha sempre caratterizzato; infine la tendenza che i luoghi dell’apprendimento più all’avanguardia stanno tornando a forme mescolate di tecnica e di tecnologia, nel tentativo di avvicinare le competenze dei tecnologi e delle figure manageriali con quelle, straordinarie, dei tecnici e degli artigiani. Per questi motivi, porsi oggi la domanda sul valore e l’importanza della componente manuale nella pratica architettonica, è un compito necessario e una sfida da affrontare: ha a che fare con il futuro dell’architettura, con il suo ruolo civile, con la possibilità che i saperi tecnici abbiano ancora possibilità di essere trasmessi e praticati in forme utili e necessarie al nostro tempo. Una raccolta di articoli, letture critiche, libri, interviste, conversazioni informali, foto e video ha supportato la comprensione lo sviluppo di questo tema che lascia sicuramente intravedere nuovi orizzonti e nuove possibilità.
ARC I - Scuola di Architettura e Società
2-ott-2013
2012/2013
Tesi di laurea Magistrale
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