Il progetto di tesi riguarda il tema delle residenze per studenti e visiting professors all’interno della Sede Leonardo del Politecnico di Milano. La portata dell’intervento non si ferma al lotto di costruzione in sé (un vuoto urbano compreso tra via Ponzio, via Bassini e via Pascal), ma ha un raggio di azione più ampio, al fine di far interagire ed integrare il progetto con il contesto in cui è inserito. Il lotto è situato all’interno di Città Studi, un campus universitario urbano estremamente complesso ed articolato, che trascende dalla classica concezione di campus all’americana. Per questo motivo si è cercato, prima di tutto, di capire cosa sia un campus, le sue diverse declinazioni e necessità. Nonostante l’università sia un’istituzione molto antica, che risale al Medioevo europeo, i campus iniziano a svilupparsi successivamente, a partire dal XVII secolo, in Inghilterra. Per prima, la cultura anglosassone dà il via a questa tipologia didattica-residenziale totalizzante, derivata dai collegi francesi, che trova il suo grande sviluppo negli Stati Uniti. La bassa densità, la spaziosità e l’apertura degli edifici verso l’esterno, la struttura aperta e dialogante con il paesaggio, la grandiosità degli scenari e gli spazi dilatati che trovano la loro connessione tramite il verde, fanno sì che il complesso universitario americano prenda il nome di “campus”. Dal punto di vista morfologico, i campus non instaurano alcun rapporto con la città. Si connotano come nuclei indipendenti ed autosufficienti, esterni al centro urbano, immersi nel verde. L’isolamento del campus e, al tempo stesso, la sua autonomia rispetto agli aggregati urbani, rispecchia le condizioni ideologiche e culturali legate sia ad un indirizzo scientifico di tipo positivista e pragmatico, sia ad un atteggiamento morale di pretta marca protestante. Al contrario, il complesso universitario di origine mitteleuropea, come il Politecnico di Milano, nasce nella città e da questa trae i suoi più validi motivi di sussistenza. Dallo sviluppo di questa tendenza europea nasce la definizione di campus urbano, l’insieme di edifici universitari che si articola all’interno del tessuto e che da questo ne viene condizionato. Il rapporto con la città è, dunque, innegabile, ma molti sono i modi in cui questa relazione si è impostata e sviluppata nel tempo. In altri termini, nel corpo della città, l’università ha trovato storicamente forme di insediamento di volta in volta differenti al cambiare del contesto, proprio per la sua natura di “sistema” autonomo rispetto al complesso urbano senza, per tale motivo, rinunciare ad un dialogo, ora esplicito, ora sottointeso, con il corpo della città. Cercando di approfondire l’argomento, si è considerata l’ingente quantità di casistiche in cui l’università si relaziona alla città e si è stabilita una catalogazione, dall’approccio astratto e senza pretese di schematizzazione semplicistica, con lo scopo di dare ordine e di renderne più chiara la comprensione. Sono stati distinti i seguenti modelli di localizzazione e per ciascuno si è studiato un caso studio di riferimento: l’università decentrata nel territorio, l’università come nucleo urbano satellite, l’università nella periferia urbana, l’università come tessuto urbano, l’università come nucleo autonomo nella città, l’università diffusa nel centro urbano. Una volta approfondito il rapporto che sussiste tra università e città, la distribuzione delle sedi universitarie sul territorio e la loro relativa posizione rispetto all’agglomerato urbano, si è passati ad analizzare la relazione microurbanistica dei rapporti dell’insediamento universitario con il suo immediato intorno. Anche in questo caso si sono distinte tre tipologie di intervento: la ricucitura all’interno del tessuto storico, la riconversione di fabbricati esistenti, il recupero di aree industriali dismesse o di zone degradate. Il Campus Leonardo costituisce un episodio molto particolare nella costruzione, non solo del sistema universitario milanese e delle sue sedi, ma in generale della recente edificazione della città stessa di Milano. Una “città” nata insieme alla città stessa che contemporaneamente cresce e si espande, un po’ per caso, un po’ attraverso decisioni e strumenti di pianificazione incerti e non capaci di disegnare un organismo del sapere, della tecnica e della scienza che il nome “Città Studi” avrebbe dovuto far credere. La tipologia di questo campus segue la tradizione europea, si relaziona con la città e da questa ne è dipendente e trae le sue caratteristiche peculiari. La città però, oltre a conferire vantaggi, servizi e dinamicità, porta ad una frammentazione del campus urbano che, a causa del traffico, dei parcheggi e del passaggio dei mezzi di trasporto, non riesce a trovare una propria unità. Il progetto dello spazio aperto cerca di ridare continuità e unitarietà a questa porzione urbana attraverso la pedonalizzazione di via Pascal che, da via secondaria e poco utilizzata, diventa un asse di collegamento centrale al campus, oltre che costituire un luogo di incontro e di aggregazione. Al vertice ovest della via insiste l’area di progetto vera e propria, sulla quale viene organizzato il complesso universitario per studenti e professori, oltre a funzioni pubbliche poste a quota -4 metri. La scelta della funzione residenziale è stata dettata dalle reali necessità di un campus in continua espansione quale il Politecnico di Milano e, allo stesso tempo, dalla carenza di questo servizio primario indispensabile sia a studenti che a docenti. La residenza universitaria, infatti, non va pensata e considerata come un mero supplemento fisiologico dell’università (mangiare, dormire, studiare), ma costituisce un vero e proprio complemento pedagogico che accoglie gli studenti in un momento fondamentale della loro crescita culturale e personale. Le residenze per studenti sono un servizio indispensabile che si affianca a quello universitario e devono saper rispondere a determinate problematiche dettate dalle esigenze degli studenti, primo tra tutti il complesso dualismo tra privacy e socializzazione. Il progetto cerca di offrire una gamma di servizi che variano da quelli privati, a quelli in uso a piccoli gruppi fino a quelli pubblici, in modo da creare un ambiente confortevole e vivibile, che sia di appoggio a degli studenti che stanno iniziando il proprio percorso accademico.

Abitare il Politecnico. Progetto di residenze per studenti e visiting professors nel Campus Leonardo di Milano

MAURIELLO, MICHELA
2012/2013

Abstract

Il progetto di tesi riguarda il tema delle residenze per studenti e visiting professors all’interno della Sede Leonardo del Politecnico di Milano. La portata dell’intervento non si ferma al lotto di costruzione in sé (un vuoto urbano compreso tra via Ponzio, via Bassini e via Pascal), ma ha un raggio di azione più ampio, al fine di far interagire ed integrare il progetto con il contesto in cui è inserito. Il lotto è situato all’interno di Città Studi, un campus universitario urbano estremamente complesso ed articolato, che trascende dalla classica concezione di campus all’americana. Per questo motivo si è cercato, prima di tutto, di capire cosa sia un campus, le sue diverse declinazioni e necessità. Nonostante l’università sia un’istituzione molto antica, che risale al Medioevo europeo, i campus iniziano a svilupparsi successivamente, a partire dal XVII secolo, in Inghilterra. Per prima, la cultura anglosassone dà il via a questa tipologia didattica-residenziale totalizzante, derivata dai collegi francesi, che trova il suo grande sviluppo negli Stati Uniti. La bassa densità, la spaziosità e l’apertura degli edifici verso l’esterno, la struttura aperta e dialogante con il paesaggio, la grandiosità degli scenari e gli spazi dilatati che trovano la loro connessione tramite il verde, fanno sì che il complesso universitario americano prenda il nome di “campus”. Dal punto di vista morfologico, i campus non instaurano alcun rapporto con la città. Si connotano come nuclei indipendenti ed autosufficienti, esterni al centro urbano, immersi nel verde. L’isolamento del campus e, al tempo stesso, la sua autonomia rispetto agli aggregati urbani, rispecchia le condizioni ideologiche e culturali legate sia ad un indirizzo scientifico di tipo positivista e pragmatico, sia ad un atteggiamento morale di pretta marca protestante. Al contrario, il complesso universitario di origine mitteleuropea, come il Politecnico di Milano, nasce nella città e da questa trae i suoi più validi motivi di sussistenza. Dallo sviluppo di questa tendenza europea nasce la definizione di campus urbano, l’insieme di edifici universitari che si articola all’interno del tessuto e che da questo ne viene condizionato. Il rapporto con la città è, dunque, innegabile, ma molti sono i modi in cui questa relazione si è impostata e sviluppata nel tempo. In altri termini, nel corpo della città, l’università ha trovato storicamente forme di insediamento di volta in volta differenti al cambiare del contesto, proprio per la sua natura di “sistema” autonomo rispetto al complesso urbano senza, per tale motivo, rinunciare ad un dialogo, ora esplicito, ora sottointeso, con il corpo della città. Cercando di approfondire l’argomento, si è considerata l’ingente quantità di casistiche in cui l’università si relaziona alla città e si è stabilita una catalogazione, dall’approccio astratto e senza pretese di schematizzazione semplicistica, con lo scopo di dare ordine e di renderne più chiara la comprensione. Sono stati distinti i seguenti modelli di localizzazione e per ciascuno si è studiato un caso studio di riferimento: l’università decentrata nel territorio, l’università come nucleo urbano satellite, l’università nella periferia urbana, l’università come tessuto urbano, l’università come nucleo autonomo nella città, l’università diffusa nel centro urbano. Una volta approfondito il rapporto che sussiste tra università e città, la distribuzione delle sedi universitarie sul territorio e la loro relativa posizione rispetto all’agglomerato urbano, si è passati ad analizzare la relazione microurbanistica dei rapporti dell’insediamento universitario con il suo immediato intorno. Anche in questo caso si sono distinte tre tipologie di intervento: la ricucitura all’interno del tessuto storico, la riconversione di fabbricati esistenti, il recupero di aree industriali dismesse o di zone degradate. Il Campus Leonardo costituisce un episodio molto particolare nella costruzione, non solo del sistema universitario milanese e delle sue sedi, ma in generale della recente edificazione della città stessa di Milano. Una “città” nata insieme alla città stessa che contemporaneamente cresce e si espande, un po’ per caso, un po’ attraverso decisioni e strumenti di pianificazione incerti e non capaci di disegnare un organismo del sapere, della tecnica e della scienza che il nome “Città Studi” avrebbe dovuto far credere. La tipologia di questo campus segue la tradizione europea, si relaziona con la città e da questa ne è dipendente e trae le sue caratteristiche peculiari. La città però, oltre a conferire vantaggi, servizi e dinamicità, porta ad una frammentazione del campus urbano che, a causa del traffico, dei parcheggi e del passaggio dei mezzi di trasporto, non riesce a trovare una propria unità. Il progetto dello spazio aperto cerca di ridare continuità e unitarietà a questa porzione urbana attraverso la pedonalizzazione di via Pascal che, da via secondaria e poco utilizzata, diventa un asse di collegamento centrale al campus, oltre che costituire un luogo di incontro e di aggregazione. Al vertice ovest della via insiste l’area di progetto vera e propria, sulla quale viene organizzato il complesso universitario per studenti e professori, oltre a funzioni pubbliche poste a quota -4 metri. La scelta della funzione residenziale è stata dettata dalle reali necessità di un campus in continua espansione quale il Politecnico di Milano e, allo stesso tempo, dalla carenza di questo servizio primario indispensabile sia a studenti che a docenti. La residenza universitaria, infatti, non va pensata e considerata come un mero supplemento fisiologico dell’università (mangiare, dormire, studiare), ma costituisce un vero e proprio complemento pedagogico che accoglie gli studenti in un momento fondamentale della loro crescita culturale e personale. Le residenze per studenti sono un servizio indispensabile che si affianca a quello universitario e devono saper rispondere a determinate problematiche dettate dalle esigenze degli studenti, primo tra tutti il complesso dualismo tra privacy e socializzazione. Il progetto cerca di offrire una gamma di servizi che variano da quelli privati, a quelli in uso a piccoli gruppi fino a quelli pubblici, in modo da creare un ambiente confortevole e vivibile, che sia di appoggio a degli studenti che stanno iniziando il proprio percorso accademico.
SCRIGNA, FRANCESCA
ARC I - Scuola di Architettura e Società
2-ott-2013
2012/2013
Tesi di laurea Magistrale
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