Una tendenza recente nella progettazione di impianti sportivi in aree urbane è quella cercare di stabilire una relazione tra l’impianto e l’area urbana circostante di modo da risolvere alcune problematiche di tipo urbanistico, architettonico, sociale e economico che affliggono da un lato la città e dall’altro la gestione stessa degli impianti. In particolare in una città come Buenos Aires i temi dell’economia delle risorse, dello sviluppo sostenibile e della densificazione urbana devono essere alla base di qualsiasi riflessione. Nel caso specifico di un impianto per il gioco del calcio in area urbana queste problematiche si affrontano attraverso l’ubicazione all’interno della struttura, di una serie di servizi pubblici e/o privati capaci di permettere uno sfruttamento giornaliero del complesso (una tendenza si pone evidentemente in antitesi con una vecchia concezione che riconosce nello stadio un luogo aperto una volta ogni due settimane in occasione della partita) e inoltre di permettere all’intero sistema di autofinanziarsi attraverso spazi commerciali e di ristorazione ma più in generale di tutti quei servizi assenti nell’area limitrofa utili alla popolazione i quali, grazie anche all’attaccamento della popolazione alla squadra, permettano all’impianto di diventare un vero e proprio centro di riferiemento nel quartiere. Facendo una panoramica rapida sul fenomeno del « futbol » nella Gran Buenos Aires (Capital Federal + Conurbazione), si nota subito che il calcio è una vera e propria passione, sono presenti in totale 36 squadre tra la prima e la terza categoria (12 su 20 della Primera Division, 7 su 20 della Primera Nacional B e 17 su 21 della Primera B Metropolitana) ed un numero eguale di stadi. L’obiettivo della tesi diventa dunque quello di realizzare all’interno dell’area di progetto, che fin dalla nascita della squadra era il vero centro del quartiere prima che lo stadio fosse trasferito per questioni politiche al di fuori dei confini cittadini, un nuovo stadio misto che sappia soddisfare al meglio le esigenze dell’intorno andando a implementarne l’offerta ed incrementare la qualità architettonica proponendosi come motore di sviluppo per tutte le aree urbane circostanti.
Estadio Don Lorenzo Massa. Progettazione di un nuovo stadio di calcio per il Club Atletico San Lorenzo de Almagro, Avenida La Plata, Buenos Aires
HAEUSERMANN, MICHELE;SCOLARI, MARCO
2012/2013
Abstract
Una tendenza recente nella progettazione di impianti sportivi in aree urbane è quella cercare di stabilire una relazione tra l’impianto e l’area urbana circostante di modo da risolvere alcune problematiche di tipo urbanistico, architettonico, sociale e economico che affliggono da un lato la città e dall’altro la gestione stessa degli impianti. In particolare in una città come Buenos Aires i temi dell’economia delle risorse, dello sviluppo sostenibile e della densificazione urbana devono essere alla base di qualsiasi riflessione. Nel caso specifico di un impianto per il gioco del calcio in area urbana queste problematiche si affrontano attraverso l’ubicazione all’interno della struttura, di una serie di servizi pubblici e/o privati capaci di permettere uno sfruttamento giornaliero del complesso (una tendenza si pone evidentemente in antitesi con una vecchia concezione che riconosce nello stadio un luogo aperto una volta ogni due settimane in occasione della partita) e inoltre di permettere all’intero sistema di autofinanziarsi attraverso spazi commerciali e di ristorazione ma più in generale di tutti quei servizi assenti nell’area limitrofa utili alla popolazione i quali, grazie anche all’attaccamento della popolazione alla squadra, permettano all’impianto di diventare un vero e proprio centro di riferiemento nel quartiere. Facendo una panoramica rapida sul fenomeno del « futbol » nella Gran Buenos Aires (Capital Federal + Conurbazione), si nota subito che il calcio è una vera e propria passione, sono presenti in totale 36 squadre tra la prima e la terza categoria (12 su 20 della Primera Division, 7 su 20 della Primera Nacional B e 17 su 21 della Primera B Metropolitana) ed un numero eguale di stadi. L’obiettivo della tesi diventa dunque quello di realizzare all’interno dell’area di progetto, che fin dalla nascita della squadra era il vero centro del quartiere prima che lo stadio fosse trasferito per questioni politiche al di fuori dei confini cittadini, un nuovo stadio misto che sappia soddisfare al meglio le esigenze dell’intorno andando a implementarne l’offerta ed incrementare la qualità architettonica proponendosi come motore di sviluppo per tutte le aree urbane circostanti.File | Dimensione | Formato | |
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