Partendo dal concetto generico di composizione, attraverso l’analisi delle maggiori arti compositive, si vede come l’attività progettuale del designer possa rispecchiarsi e confrontarsi con l’attività compositiva del musicista. Entrambi infatti, guidati da un processo di scelte progettuali, danno vita a “composizioni” in cui tutto sembra lavorare ad una sensazione unica e totale, dove i cinque sensi sono solo strumenti di una sinestesia che non ha come traguardo l’armonia ma il coinvolgimento, la sorpresa, l’emozione. Casse armoniche sono, infatti, quegli spazi che entrano in vibrazione con chi sta al loro interno, che si modificano con il suono che le attraversa. Non sono necessariamente spazi destinati a teatri o a sale di registrazione, ma sono volumi che, percorsi da flussi di vento o di energia, si comportano come strumenti musicali, creando armonie note più alla dinamica dei flussi che alla statica dei corpi. Si tratta di spazi che “suonano” come giganteschi strumenti musicali. La sensazione è di trovarsi all’interno di un ambiente sensibile e di influire su di esso con il proprio corpo, diventando parte dello spazio stesso: costruzioni all’interno delle quali la presenza umana è assimilabile al tocco di un dito su una chitarra, alla posizione della lingua in un’armonica a soffio, all’inclinazione dell’archetto su un violino. Il corpo non è spettatore, ma elemento costruttivo, che interagisce con suoni, luci, materiali e con il suo potere riverberante, assorbente, riflettente.

Casse armoniche: luce, colore e materia dalla composizione musicale alla composizione di oggetti nello spazio

LEONI, DANIELA
2009/2010

Abstract

Partendo dal concetto generico di composizione, attraverso l’analisi delle maggiori arti compositive, si vede come l’attività progettuale del designer possa rispecchiarsi e confrontarsi con l’attività compositiva del musicista. Entrambi infatti, guidati da un processo di scelte progettuali, danno vita a “composizioni” in cui tutto sembra lavorare ad una sensazione unica e totale, dove i cinque sensi sono solo strumenti di una sinestesia che non ha come traguardo l’armonia ma il coinvolgimento, la sorpresa, l’emozione. Casse armoniche sono, infatti, quegli spazi che entrano in vibrazione con chi sta al loro interno, che si modificano con il suono che le attraversa. Non sono necessariamente spazi destinati a teatri o a sale di registrazione, ma sono volumi che, percorsi da flussi di vento o di energia, si comportano come strumenti musicali, creando armonie note più alla dinamica dei flussi che alla statica dei corpi. Si tratta di spazi che “suonano” come giganteschi strumenti musicali. La sensazione è di trovarsi all’interno di un ambiente sensibile e di influire su di esso con il proprio corpo, diventando parte dello spazio stesso: costruzioni all’interno delle quali la presenza umana è assimilabile al tocco di un dito su una chitarra, alla posizione della lingua in un’armonica a soffio, all’inclinazione dell’archetto su un violino. Il corpo non è spettatore, ma elemento costruttivo, che interagisce con suoni, luci, materiali e con il suo potere riverberante, assorbente, riflettente.
ARC III - Facolta' del Design
22-lug-2010
2009/2010
Tesi di laurea Magistrale
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