L’acqua potabile è ormai una risorsa rara e preziosa, non può essere sostituita con altre rinnovabili ed è, a oggi, sempre più in pericolo; il suo uso indiscriminato pregiudica la possibilità di poterne usufruire in futuro. Da sempre esistono sistemi in grado di preservarla e recuperarla, ove è possibile, al fine di riutilizzarla per vari scopi. Oggi siamo alla ricerca di metodi sicuri ed efficaci per poterla riutilizzare che non mettano in pericolo la salute umana. Nei vari paesi del mondo lo stesso problema è affrontato in modi completamente diversi: dallo scarico delle greywater a cielo aperto dei paesi meno sviluppati, alla canalizzazione e lavorazione negli impianti più elaborati dei paesi più sviluppati dal punto di vista sia normativo che comportamentale; Australia, Bangladesh, Giordania, Kenya, Uganda, Usa, con le corrispondenti normative vigenti dimostrano quale divario comportamentale ci possa ancora essere in una realtà mondiale così ampia e variegata. L’Italia si pone a metà tra queste due realtà, abbastanza attenta agli sprechi e poco informata sulla possibilità di sistemi alternativi, ma con un ampio margine di miglioramento. Nelle strutture pubbliche, ed in particolar modo negli ospedali caratterizzati da elevati consumi idrici, dovrebbe essere posta l’attenzione ad un uso razionale dell’energia, includendo anche il risparmio idrico. Nella presente tesi riportano i risultati dell’indagine pilota sulle Pratiche di Risparmio Idrico negli Ospedali (studio P.R.I.O.) negli ospedali d’Italia, svolta nelle aziende ospedaliere della Lombardia. Tale indagine ha previsto la compilazione – da parte di ciascuna azienda – di un questionario conoscitivo costruito ad hoc, al fine di avere un immediato quadro della situazione. L’obiettivo finale dello studio è quello di avere dati precisi sull’applicazione di dette pratiche e sul grado di sensibilità ed informazione degli uffici tecnici italiani in proposito, al fine di individuare i bisogni formativi e definire appropriate strategie di intervento per giungere ad un uso più sostenibile di questa risorsa.
Uso sostenibile dell'acqua in ospedale. Studio sulle pratiche di risparmio idrico negli ospedali della Lombardia
STIEVANI, LIDIA
2012/2013
Abstract
L’acqua potabile è ormai una risorsa rara e preziosa, non può essere sostituita con altre rinnovabili ed è, a oggi, sempre più in pericolo; il suo uso indiscriminato pregiudica la possibilità di poterne usufruire in futuro. Da sempre esistono sistemi in grado di preservarla e recuperarla, ove è possibile, al fine di riutilizzarla per vari scopi. Oggi siamo alla ricerca di metodi sicuri ed efficaci per poterla riutilizzare che non mettano in pericolo la salute umana. Nei vari paesi del mondo lo stesso problema è affrontato in modi completamente diversi: dallo scarico delle greywater a cielo aperto dei paesi meno sviluppati, alla canalizzazione e lavorazione negli impianti più elaborati dei paesi più sviluppati dal punto di vista sia normativo che comportamentale; Australia, Bangladesh, Giordania, Kenya, Uganda, Usa, con le corrispondenti normative vigenti dimostrano quale divario comportamentale ci possa ancora essere in una realtà mondiale così ampia e variegata. L’Italia si pone a metà tra queste due realtà, abbastanza attenta agli sprechi e poco informata sulla possibilità di sistemi alternativi, ma con un ampio margine di miglioramento. Nelle strutture pubbliche, ed in particolar modo negli ospedali caratterizzati da elevati consumi idrici, dovrebbe essere posta l’attenzione ad un uso razionale dell’energia, includendo anche il risparmio idrico. Nella presente tesi riportano i risultati dell’indagine pilota sulle Pratiche di Risparmio Idrico negli Ospedali (studio P.R.I.O.) negli ospedali d’Italia, svolta nelle aziende ospedaliere della Lombardia. Tale indagine ha previsto la compilazione – da parte di ciascuna azienda – di un questionario conoscitivo costruito ad hoc, al fine di avere un immediato quadro della situazione. L’obiettivo finale dello studio è quello di avere dati precisi sull’applicazione di dette pratiche e sul grado di sensibilità ed informazione degli uffici tecnici italiani in proposito, al fine di individuare i bisogni formativi e definire appropriate strategie di intervento per giungere ad un uso più sostenibile di questa risorsa.File | Dimensione | Formato | |
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