The end of the Second World War brought the rise of Socialism in Romania, determining a period of 45 years of continuous socio-cultural and territorial transformations, in a wider scale context of geo-political and economic shifts. One key role in these transformations was played by the intense industrialisation sustained economic as well as ideologically by the State, defining a main feature of the entire Eastern Bloc. At the end of this period (1945 - 89), important testimonies of Romanian recent past remained, both tangible and intangible. My research is directed towards the Romanian industrialisation of the Communist regime through the analysis of the architectural manifestation of this phenomenon, in a context of political control of the construction industry together with the architectural practice. This research will also approach the post-socialist effects on the built industrial legacy, in a context in which industrialisation is ideologically directly linked with the Communist regime, and thus, today is often regarded with resentment. All these aspects are analysed through the case study of Hunedoara, a ‘metallurgic icon’ during the Communism, already a steel plant by the end of the 19th century. However, due to the continuous industrial development of the years 1947 – 89, it became one of the largest Romanian metallurgic sites, bearing an important impact on the territorial transformation. Industrial architecture represented a leitmotiv of the official propaganda, especially in the context of the strong control of the State on architectural practice, and Hunedoara offers the opportunity to analyse some of the main features of the industrial architecture and its designing process, while the entire architectural practice was reorganized in base of the hyper-centralised Soviet model. Moreover, this case study brings into focus issues characterizing the political and economic shifts towards Capitalism triggered by the fall of the Communist regime in 1989, and their fast effects on the built environment. In the present context the physical disappearance of the industry is threatened by the real estate speculation, doubled by its ideological association with Romanian recent political past, and thus, contributing to the vulnerability increase of the industrial built legacy.

La fine della seconda guerra mondiale ha visto la salita al potere del Socialismo in Romania, generando un periodo lungo 45 anni fatto di continui mutamenti territoriali e socio-culturali, inquadrabile in un contesto generale di cambiamento economico e geo-politico. Un ruolo chiave nell’ ambito di queste trasformazioni è stato ricoperto dalla intensa industrializzazione supportata sia economicamente che ideologicamente dallo Stato, tratto comune a tutti i paesi del Blocco Sovietico. Di questo periodo della storia recente rumena durato dal 1945 al 1989, restano ancora importanti testimonianze, tanto fisiche quanto immateriali. La mia ricerca si concentrerà, attraverso lo studio e l’ analisi delle manifestazioni architettoniche di questo fenomeno, sui processi di industrializzazione avvenuti in Romania e favoriti dal regime comunista, inquadrando i risultati nel contesto del controllo politico esercitato dal regime sia sulla industria delle costruzioni, che più in generale su tutta la pratica del mestiere dell’ architetto. Inoltre, saranno analizzati gli effetti del post-socialismo sui reperti della archeologia industriale ereditati da quel periodo, nel contesto di una industrializzazione spesso percepita come associata al regime comunista da un punto di vista ideologico, e come tale oggetto di risentimento. Questi aspetti verranno analizzati attraverso la lente del caso studio di Hunedoara, già acciaieria alla fine del 19° secolo e diventata una delle maggiori “icone metallurgiche” durante il Comunismo. Grazie al continuo sviluppo industriale del periodo 1947 – 1989, la città divenne infatti uno dei principali siti metallurgici di tutta la Romania, con importanti conseguenze sulle trasformazioni territoriali della zona. L’ architettura industriale era in effetti diventata uno dei leitmotiv della propaganda di regime, soprattutto nel contesto del forte controllo che lo Stato esercitava sulla pratica architettonica. Hunedoara offre lo spunto ideale per analizzare alcune delle caratteristiche principali della architettura industriale dell’ epoca, unitamente ai suoi processi di design, in un periodo che vedeva il riorganizzarsi di tutta la pratica architettonica sulla base del modello Sovietico centralizzato. Infine, questo caso studio permette di focalizzare l’ attenzione tanto sulle problematiche che hanno caratterizzato la transizione politica ed economica della Romania verso il capitalismo avvenuti a partire dalla caduta del regime comunista del 1989, quanto sul loro rapido impatto sull’ ambiente antropico. Nel contesto attuale, l’ esistenza fisica degli edifici industriali subisce la forte pressione della speculazione edilizia. A questa si aggiunge la vicinanza ideologica con lo scomodo passato recente della storia rumena, che aumenta ulteriormente la vulnerabilità del retaggio costruito di quegli anni.

Industrial architecture in communist Romania. Hunedoara: construction and destiny of a Major Steel Plant, 1947 - 1999

TIGANEA, OANA CRISTINA

Abstract

The end of the Second World War brought the rise of Socialism in Romania, determining a period of 45 years of continuous socio-cultural and territorial transformations, in a wider scale context of geo-political and economic shifts. One key role in these transformations was played by the intense industrialisation sustained economic as well as ideologically by the State, defining a main feature of the entire Eastern Bloc. At the end of this period (1945 - 89), important testimonies of Romanian recent past remained, both tangible and intangible. My research is directed towards the Romanian industrialisation of the Communist regime through the analysis of the architectural manifestation of this phenomenon, in a context of political control of the construction industry together with the architectural practice. This research will also approach the post-socialist effects on the built industrial legacy, in a context in which industrialisation is ideologically directly linked with the Communist regime, and thus, today is often regarded with resentment. All these aspects are analysed through the case study of Hunedoara, a ‘metallurgic icon’ during the Communism, already a steel plant by the end of the 19th century. However, due to the continuous industrial development of the years 1947 – 89, it became one of the largest Romanian metallurgic sites, bearing an important impact on the territorial transformation. Industrial architecture represented a leitmotiv of the official propaganda, especially in the context of the strong control of the State on architectural practice, and Hunedoara offers the opportunity to analyse some of the main features of the industrial architecture and its designing process, while the entire architectural practice was reorganized in base of the hyper-centralised Soviet model. Moreover, this case study brings into focus issues characterizing the political and economic shifts towards Capitalism triggered by the fall of the Communist regime in 1989, and their fast effects on the built environment. In the present context the physical disappearance of the industry is threatened by the real estate speculation, doubled by its ideological association with Romanian recent political past, and thus, contributing to the vulnerability increase of the industrial built legacy.
DI BIASE, CAROLINA
LASCU, NICOLAE
22-nov-2013
La fine della seconda guerra mondiale ha visto la salita al potere del Socialismo in Romania, generando un periodo lungo 45 anni fatto di continui mutamenti territoriali e socio-culturali, inquadrabile in un contesto generale di cambiamento economico e geo-politico. Un ruolo chiave nell’ ambito di queste trasformazioni è stato ricoperto dalla intensa industrializzazione supportata sia economicamente che ideologicamente dallo Stato, tratto comune a tutti i paesi del Blocco Sovietico. Di questo periodo della storia recente rumena durato dal 1945 al 1989, restano ancora importanti testimonianze, tanto fisiche quanto immateriali. La mia ricerca si concentrerà, attraverso lo studio e l’ analisi delle manifestazioni architettoniche di questo fenomeno, sui processi di industrializzazione avvenuti in Romania e favoriti dal regime comunista, inquadrando i risultati nel contesto del controllo politico esercitato dal regime sia sulla industria delle costruzioni, che più in generale su tutta la pratica del mestiere dell’ architetto. Inoltre, saranno analizzati gli effetti del post-socialismo sui reperti della archeologia industriale ereditati da quel periodo, nel contesto di una industrializzazione spesso percepita come associata al regime comunista da un punto di vista ideologico, e come tale oggetto di risentimento. Questi aspetti verranno analizzati attraverso la lente del caso studio di Hunedoara, già acciaieria alla fine del 19° secolo e diventata una delle maggiori “icone metallurgiche” durante il Comunismo. Grazie al continuo sviluppo industriale del periodo 1947 – 1989, la città divenne infatti uno dei principali siti metallurgici di tutta la Romania, con importanti conseguenze sulle trasformazioni territoriali della zona. L’ architettura industriale era in effetti diventata uno dei leitmotiv della propaganda di regime, soprattutto nel contesto del forte controllo che lo Stato esercitava sulla pratica architettonica. Hunedoara offre lo spunto ideale per analizzare alcune delle caratteristiche principali della architettura industriale dell’ epoca, unitamente ai suoi processi di design, in un periodo che vedeva il riorganizzarsi di tutta la pratica architettonica sulla base del modello Sovietico centralizzato. Infine, questo caso studio permette di focalizzare l’ attenzione tanto sulle problematiche che hanno caratterizzato la transizione politica ed economica della Romania verso il capitalismo avvenuti a partire dalla caduta del regime comunista del 1989, quanto sul loro rapido impatto sull’ ambiente antropico. Nel contesto attuale, l’ esistenza fisica degli edifici industriali subisce la forte pressione della speculazione edilizia. A questa si aggiunge la vicinanza ideologica con lo scomodo passato recente della storia rumena, che aumenta ulteriormente la vulnerabilità del retaggio costruito di quegli anni.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/85663