Questa tesi tratta la ricostruzione dell’intero percorso biografico dell’ing. Giuseppe Gorla (1895-1970), figura intermedia del regime fascista che, pur non assumendo notorietà e poteri eclatanti, ha avuto non poca facoltà decisionale in quella variegata realtà gerarchica che fu la piramide mussoliniana. Giovane «puro e duro», animato da sincera intransigenza rivoluzionaria e per niente disposto a subire le imposizioni dei gerarchi romani, Gorla è principalmente ricordato nei manuali di storia urbanistica italiana per aver approvato la prima legge urbanistica nazionale, la n. 1142 del 18 agosto 1942, ma niente o poco si sa di lui. Si è scelto dunque di ricostruire l’opera, la vita e gli scritti di questo personaggio che molto ha influito sulla storia di Milano e su quella nazionale. Ministro dei Lavori Pubblici dal 1940 al 1942, a Milano, ha diretto l’Istituto delle Case Popolari del 1925 al 1939, contribuendo in maniera considerevole alla costruzione di migliaia di alloggi popolari e alla diffusione della cultura razionalista. Personaggio di spicco del fascismo milanese, ha ricoperto numerosi incarichi pubblici e amministrativi e ha diretto per 15 anni l’ordine degli ingeneri, prima come segretario provinciale e poi nazionale, ponendo la figura di ingegnere al servizio del processo produttivo e delle conquiste tecniche e sociali fissate dal regime fascista. A Milano ha contribuito al processo di modernizzazione della metropoli lombarda favorendo e collaborando a importanti realizzazioni: dal piano regolatore entro la cerchia dei navigli alla copertura degli stessi, dal dibattito per la costruzione della metropolitana ai concorsi pubblici di edilizia popolare, dalla costruzione tecnologicamente avveniristica della sede centrale della Cariplo a quella per la nuova sede del Tribunale. Figura di tecnico nell’accezione più nobile del termine, di colui cioè capace di mettersi in ascolto della società, a Roma, con un notevole sforzo umano e in tempi rapidi, riesce a far approvare la legge urbanistica che giace da anni dimenticata in Parlamento, non prima di aver varato un decreto di indemaniamento delle aree intorno all’Esposizione universale prevista nel 1942 che rappresenta quanto di meglio la disciplina urbanistica italiana e internazionale abbia allora teorizzato.

Giuseppe Gorla, ingegnere. Impegno politico e professione nel ventennio fascista

BERTANI, ELENA
2012/2013

Abstract

Questa tesi tratta la ricostruzione dell’intero percorso biografico dell’ing. Giuseppe Gorla (1895-1970), figura intermedia del regime fascista che, pur non assumendo notorietà e poteri eclatanti, ha avuto non poca facoltà decisionale in quella variegata realtà gerarchica che fu la piramide mussoliniana. Giovane «puro e duro», animato da sincera intransigenza rivoluzionaria e per niente disposto a subire le imposizioni dei gerarchi romani, Gorla è principalmente ricordato nei manuali di storia urbanistica italiana per aver approvato la prima legge urbanistica nazionale, la n. 1142 del 18 agosto 1942, ma niente o poco si sa di lui. Si è scelto dunque di ricostruire l’opera, la vita e gli scritti di questo personaggio che molto ha influito sulla storia di Milano e su quella nazionale. Ministro dei Lavori Pubblici dal 1940 al 1942, a Milano, ha diretto l’Istituto delle Case Popolari del 1925 al 1939, contribuendo in maniera considerevole alla costruzione di migliaia di alloggi popolari e alla diffusione della cultura razionalista. Personaggio di spicco del fascismo milanese, ha ricoperto numerosi incarichi pubblici e amministrativi e ha diretto per 15 anni l’ordine degli ingeneri, prima come segretario provinciale e poi nazionale, ponendo la figura di ingegnere al servizio del processo produttivo e delle conquiste tecniche e sociali fissate dal regime fascista. A Milano ha contribuito al processo di modernizzazione della metropoli lombarda favorendo e collaborando a importanti realizzazioni: dal piano regolatore entro la cerchia dei navigli alla copertura degli stessi, dal dibattito per la costruzione della metropolitana ai concorsi pubblici di edilizia popolare, dalla costruzione tecnologicamente avveniristica della sede centrale della Cariplo a quella per la nuova sede del Tribunale. Figura di tecnico nell’accezione più nobile del termine, di colui cioè capace di mettersi in ascolto della società, a Roma, con un notevole sforzo umano e in tempi rapidi, riesce a far approvare la legge urbanistica che giace da anni dimenticata in Parlamento, non prima di aver varato un decreto di indemaniamento delle aree intorno all’Esposizione universale prevista nel 1942 che rappresenta quanto di meglio la disciplina urbanistica italiana e internazionale abbia allora teorizzato.
ARC II - Scuola di Architettura Civile
3-ott-2013
2012/2013
Tesi di laurea Magistrale
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