Pavia accoglie nella sua forma odierna l’impronta della città antica, così netta e percepibile da delimitare tuttora l’ambito del cosiddetto centro storico. Nonostante la tenace corrosione delle mura, poderoso manufatto cinquecentesco ma ricalcante nel suo andamento il contorno murato medioevale, l’anello perimetrale resta demarcazione ancora fisica tra il nucleo interno e il moderno ampliamento fuori mura. Gli elementi che costituiscono la città moderna sembrano essere talmente diversi da quelli della città antica da trovarsi al di fuori della possibilità di venire ordinati secondo i principi propri della città nel corso della sua storia. Si è creata una scissione tra “due città”, la città antica e la città moderna, definendo strumenti di intervento differenziati e contrapposti. Il progetto per l’area dell’antica Piazza d’Armi pavese cerca proprio di superare questa dicotomia tra città antica e città moderna, partendo dalla riscoperta del sedime della Piazza d’Armi ottocentesca. Il dato dimensionale della Piazza d’Armi, un quadrato di circa 240 metri di lato riporta questo grande elemento urbano in quella che è la logica della città storica: emerge nuovamente quella modularità, basata sul quadrato romano di 80m x 80m, elemento base di caratterizzazione e determinazione del nucleo costruito, modulo di riferimento di un impianto intellegibile, l’isolato urbano quadrato non è altro che quel dato dimensionale, funzionale e compositivo, quell’entità irriducibile che esplicita la legge elementare della forma della città, il suo impianto razionale, il suo tipo architettonico ripetibile. Il multiplo dell’archetipo architettonico diviene indicazione della regola dimensionale attorno alla quale si riuniscono le differenti funzioni, la scuola di arti visive, i servizi sportivi, e la residenza studentesca. La riscoperta di questo tracciato di riferimento costituisce il sostegno del principio-meccanismo di trasformazione che ridefinisce questa parte di città e riconquista, di fronte all’impoverimento moderno, l’autentico significato urbano di Pavia.

La Piazza d'Armi di Pavia : un progetto per la città fuori le mura

CERESATTO, PAOLO;TUROTTI, VALENTINA
2012/2013

Abstract

Pavia accoglie nella sua forma odierna l’impronta della città antica, così netta e percepibile da delimitare tuttora l’ambito del cosiddetto centro storico. Nonostante la tenace corrosione delle mura, poderoso manufatto cinquecentesco ma ricalcante nel suo andamento il contorno murato medioevale, l’anello perimetrale resta demarcazione ancora fisica tra il nucleo interno e il moderno ampliamento fuori mura. Gli elementi che costituiscono la città moderna sembrano essere talmente diversi da quelli della città antica da trovarsi al di fuori della possibilità di venire ordinati secondo i principi propri della città nel corso della sua storia. Si è creata una scissione tra “due città”, la città antica e la città moderna, definendo strumenti di intervento differenziati e contrapposti. Il progetto per l’area dell’antica Piazza d’Armi pavese cerca proprio di superare questa dicotomia tra città antica e città moderna, partendo dalla riscoperta del sedime della Piazza d’Armi ottocentesca. Il dato dimensionale della Piazza d’Armi, un quadrato di circa 240 metri di lato riporta questo grande elemento urbano in quella che è la logica della città storica: emerge nuovamente quella modularità, basata sul quadrato romano di 80m x 80m, elemento base di caratterizzazione e determinazione del nucleo costruito, modulo di riferimento di un impianto intellegibile, l’isolato urbano quadrato non è altro che quel dato dimensionale, funzionale e compositivo, quell’entità irriducibile che esplicita la legge elementare della forma della città, il suo impianto razionale, il suo tipo architettonico ripetibile. Il multiplo dell’archetipo architettonico diviene indicazione della regola dimensionale attorno alla quale si riuniscono le differenti funzioni, la scuola di arti visive, i servizi sportivi, e la residenza studentesca. La riscoperta di questo tracciato di riferimento costituisce il sostegno del principio-meccanismo di trasformazione che ridefinisce questa parte di città e riconquista, di fronte all’impoverimento moderno, l’autentico significato urbano di Pavia.
ARC II - Scuola di Architettura Civile
16-dic-2013
2012/2013
Tesi di laurea Magistrale
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