Al di là del fiume è Mantova : un'architettura termale a Borgo San Giorgio

L’area in cui si colloca il progetto natatorio è Borgo San Giorgio, piccola frazione posta nella periferia est di Mantova, sull’altra sponda del Lago di Mezzo. Il sobborgo ha sempre costituito un importante avvio al collegamento tra la città e i territori circostanti e la sua posizione strategica lo ha reso un importante sistema difensivo per Mantova, divenendo così nei secoli un avamposto a difesa dell’accesso alla città. Fin dall’antichità dunque, la relazione tra il borgo e la città di Mantova è sempre stata molto forte e suggestionata dalle acque dei laghi e del fiume Mincio. La zona interessata dal progetto era in passato paludosa e costituiva la riva stessa dei laghi. In seguito alle opere di sistemazione delle acque da parte di Alberto Pitentino tra il 1188 e il 1190 e di Gabriele Bertazzolo documentate nel 1597, la morfologia del territorio è stata profondamente mutata. Oggi l’entroterra è avanzato lasciando spazio al Parco naturale del Mincio che per un lungo tratto costeggia le rive del Lago. Già nel 1776, in Catasto Teresiano mostra il borgo in gran parte demolito in seguito ai numerosi attacchi da parte delle truppe francesi. Solo gli elementi architettonici più forti si erano conservati: la chiesa di San Giorgio, il convento e la chiesa della Santa Annunziata e il convento e la chiesa di San Vito. Di queste tre chiese però oggi non rimangono che incisioni e testimonianze scritte. Con la consapevolezza del ruolo che ricopre l’acqua all’interno del territorio mantovano e di quella che è stata la storia passata del luogo, si è deciso di progettare una cittadella costituita da un centro culturale, edifici destinati ad attività terziarie, un albergo, punti di ristorazione ed un impianto termale e sportivo, al fine di ristabilire l’importanza del borgo. Il progetto si configura come un percorso di collegamento tra le preesistenze storiche del luogo: la rocca di Sparafucile, antica porta posta alla testa del ponte di San Giorgio, e la Fossamana, avamposto di difesa realizzato dagli austriaci. La connessione tra questi elementi avviene attraverso un sistema di successione di piazze, percorsi e camminamenti, già presente nei tracciati antichi della città di Mantova. A partire da queste considerazioni sono stati individuati due assi su cui strutturare l’intervento: il primo è l’asse principale di penetrazione che oggi costituisce l’accesso a Mantova; il secondo è costituito dalla Strada del Forte, ancora presente, che oltrepassando il centro termale collega alla Fossamana. A questi due assi se ne somma uno secondario che attraversa il parco del Mincio ed arriva fino al lago. L’intero complesso mira a ristabilire una relazione tra il borgo e la città utilizzando l’acqua come elemento che li accomuna e tenendo conto del rapporto inscindibile che c’è tra antico e il nuovo.