Introduzione La crisi economica mondiale ha visto la generazione di nuove spinte politiche, soprattutto in realtà economiche come quella italiana che sono ormai consolidate. Negli ultimi hanno si è visto come sia dal punto di vista mediatico che dal punto di vista politico l’interesse verso l’innovazione e la creazione di nuove imprese altamente tecnologiche abbia attirato la curiosità di molti. Il mondo delle startup è ultimamente in primo piano in Italia e non solo. Obiettivi L’obiettivo di questo lavoro è analizzare le realtà che offrono servizi di incubazione all’imprese, con un focus sugli incubatori e acceleratori universitari. Si è proceduto per obiettivi: - Mappare gli incubatori, acceleratori, parchi scientifici e spazi di coworking in Italia. - Analizzare lo sviluppo dell’offerta di incubazione degli incubatori, acceleratori e parchi scientifici. - Approfondire il mondo degli incubatori universitari. Metodologia Una volta definiti gli obiettivi, si è poi proceduto con il censimento dell’offerta italiana attraverso l’analisi web e fonti secondarie e interviste con ciascuna delle realtà. È stato creato il campione di analisi dei soli enti realmente attivi, sono state create le basi di studio di: 97 incubatori e acceleratori, 40 parchi scientifici e tecnologici e 66 spazi di coworking. Poi è stata studiata più approfonditamente la realtà degli incubatori universitari e, in particolare, i tre principali attraverso studi di casi. Risultati Inizialmente è stata fatta un’analisi sugli incubatori italiani per quanto riguarda l’andamento storico basandoci sull’anno di fondazione di ciascuno di essi. Si è notato come le nascite di nuovi incubatori si siano concentrate negli ultimi 5 anni subendo, proprio a partire dall’anno 2009, un’importante crescita. Successivamente sono state analizzate diverse variabili di classificazione come la proprietà degli incubatori (pubblico o privato), se investe o non investe in equity e i servizi offerti alle startup. Poi sono stati studiati i tre incubatori universitari I3P, PoliHub e 2i3T che sono risultati rispettivamente il 2°,3° e 4°, subito dopo H-Farm (incubatore privato), nella classifica stilata in base al numero di startup incubate. L’incubatore universitario, inoltre, è risultato la categoria con il più alto tasso di attrattività µ=15.3, ampiamente superiore rispetto agli altri cluster considerati (ad esempio gli incubatori privati che investono in equity µ=12.3). µ=(Numero di startup incubate)/(Numero di incubatori) Infine sono stati descritti sia fornendo alcune informazioni riguardo l’università a cui sono collegati, le partnership che hanno instaurato, i settori in cui operano, alcuni numeri sulla loro attività di incubazione e un’analisi dei servizi offerti, sia tramite il supporto della SWOT analysis.
Incubatori e acceleratori universitari : la fotografia italiana
DE SANTO, MARIO;TRIVINI BELLINI, SIMONE
2012/2013
Abstract
Introduzione La crisi economica mondiale ha visto la generazione di nuove spinte politiche, soprattutto in realtà economiche come quella italiana che sono ormai consolidate. Negli ultimi hanno si è visto come sia dal punto di vista mediatico che dal punto di vista politico l’interesse verso l’innovazione e la creazione di nuove imprese altamente tecnologiche abbia attirato la curiosità di molti. Il mondo delle startup è ultimamente in primo piano in Italia e non solo. Obiettivi L’obiettivo di questo lavoro è analizzare le realtà che offrono servizi di incubazione all’imprese, con un focus sugli incubatori e acceleratori universitari. Si è proceduto per obiettivi: - Mappare gli incubatori, acceleratori, parchi scientifici e spazi di coworking in Italia. - Analizzare lo sviluppo dell’offerta di incubazione degli incubatori, acceleratori e parchi scientifici. - Approfondire il mondo degli incubatori universitari. Metodologia Una volta definiti gli obiettivi, si è poi proceduto con il censimento dell’offerta italiana attraverso l’analisi web e fonti secondarie e interviste con ciascuna delle realtà. È stato creato il campione di analisi dei soli enti realmente attivi, sono state create le basi di studio di: 97 incubatori e acceleratori, 40 parchi scientifici e tecnologici e 66 spazi di coworking. Poi è stata studiata più approfonditamente la realtà degli incubatori universitari e, in particolare, i tre principali attraverso studi di casi. Risultati Inizialmente è stata fatta un’analisi sugli incubatori italiani per quanto riguarda l’andamento storico basandoci sull’anno di fondazione di ciascuno di essi. Si è notato come le nascite di nuovi incubatori si siano concentrate negli ultimi 5 anni subendo, proprio a partire dall’anno 2009, un’importante crescita. Successivamente sono state analizzate diverse variabili di classificazione come la proprietà degli incubatori (pubblico o privato), se investe o non investe in equity e i servizi offerti alle startup. Poi sono stati studiati i tre incubatori universitari I3P, PoliHub e 2i3T che sono risultati rispettivamente il 2°,3° e 4°, subito dopo H-Farm (incubatore privato), nella classifica stilata in base al numero di startup incubate. L’incubatore universitario, inoltre, è risultato la categoria con il più alto tasso di attrattività µ=15.3, ampiamente superiore rispetto agli altri cluster considerati (ad esempio gli incubatori privati che investono in equity µ=12.3). µ=(Numero di startup incubate)/(Numero di incubatori) Infine sono stati descritti sia fornendo alcune informazioni riguardo l’università a cui sono collegati, le partnership che hanno instaurato, i settori in cui operano, alcuni numeri sulla loro attività di incubazione e un’analisi dei servizi offerti, sia tramite il supporto della SWOT analysis.File | Dimensione | Formato | |
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