Hangzhou : archeologia, storia e natura in Cina

“Radical conservation of our heritage permits us to remember our identity and our institutional status. However, this conservation, which has become obsessive self- contemplation, turns sterile and dangerous when it is cut off from action, and relinquishes the continuation of construction which founds all anthropological and societal identity.” Françoise Choay, On demolition Hangzhou è una città costiera della Cina, a sud di Shanghai. La sua peculiarità è il compenetrarsi della natura nel compatto tessuto edificato, soprattutto in corrispondenza dell’elemento che maggiormente rappresenta la città: il lago dell’Ovest (Xihu). Canali, colline, giardini cinesi, attraversamenti sull’acqua spezzano la continuità e la serialità del tipico tessuto urbano di nuova costruzione, conferendo dinamismo allo skyline e ricchezza di percorsi. In passato la città fu la capitale della dinastia Song del Sud (1127-1279) e ricoprì ruoli di prestigio anche durante le dinastie successive. Ciò ha lasciato evidenti tracce storiche soprattutto nei punti chiave dell’organizzazione spaziale dinastica. Le porte delle vecchie cinte murarie, gli accessi ai monti, gli ex palazzi imperiali, le residenze e i giardini sul lago sono luoghi di memoria che nel caso del contesto cinese si materializzano in falsi antichi, ricostruzioni fedeli, elementi simbolici astratti. Lo stretto rapporto con la natura e il difficile rapporto con la memoria storica sono i temi principali del progetto svolto. Nel luogo dove sorgeva un ex tempio ancestrale sono stati riportati alla luce degli scavi archeologici che suggeriscono antichi layout distributivi, tuttavia ciò che si presenta oggi è una piazza vuota con un’incisione ricostruita nel centro. Il progetto, oltre a mettere in discussione l’approcio con la storia, è finalizzato a ripensare la piazza come luogo di dialogo tra gli elementi che la racchiudono: il monte Wu da una parte, la strada imperiale che corre parallela alla strada sopraelevata, il tessuto di case a corte tradizionali e gli edifici in linea multipiano. Collegarsi all’asse imperiale, portare alla salita del monte e ai punti alti che lo ritmano, creare luoghi di aggregazione di richiamo locale e urbano sono obiettivi che si intrecciano per restituire alla città uno spazio vivo e plurimo.