La dimensione operativa delle trasformazioni urbane ed il perseguimento dell’interesse pubblico nei processi che le determinano sono temi di grande complessità e d’importanza cruciale all’interno del dibattito urbanistico contemporaneo. La situazione economica del settore pubblico italiano ha da tempo determinato come modello d’attuazione la concertazione pubblico-privata: definita attraverso la creazione di strumenti specifici (es.: AdP, PRU e PII), ha spesso portato ad esiti controversi nella valutazione del valore “pubblico” delle trasformazioni. La formalizzazione di strumenti di piano e attuativi moderni è necessaria, ma sorge un’esigenza ulteriore: “spingere” il pubblico ad avere un ruolo attivo anche nelle fasi specifiche dell’attuazione, fino ad “inserirsi” nei processi di sviluppo urbano come attore portatore d’interesse. Secondo tale prospettiva, un progetto in itinere come quello per la riorganizzazione del nodo ferroviario di Varese e la connessa riqualificazione urbanistica può risultare un buon esercizio applicato per rintracciare i limiti che caratterizzano la procedura e il conseguente perseguimento dell’interesse pubblico in tale progetto/processo. L’analisi viene svolta in ottica comparata, rintracciandone i limiti alla luce delle buone pratiche ad hoc sperimentate negli ultimi anni su numerosi progetti di trasformazione nei comparti delle stazioni ferroviarie urbane svizzere, con lo scopo di dedurne dei principi guida applicabili a progetti con caratteristiche simili. Tali principi afferiscono al concetto di definizione strategica nello sviluppo urbano dei nodi di mobilità: aspetto complesso e diversificato, esso si pone come elemento d’unione fra pianificazione e trasformazione urbana per mezzo di un insieme di azioni propedeutiche all’avvio di processi che godano di operatività e valenza pubblica.

Operatività e interesse pubblico nei processi di trasformazione urbana. Un'analisi comparata per la definizione strategica del progetto stazioni di Varese

GHIRARDELLI, FEDERICO
2012/2013

Abstract

La dimensione operativa delle trasformazioni urbane ed il perseguimento dell’interesse pubblico nei processi che le determinano sono temi di grande complessità e d’importanza cruciale all’interno del dibattito urbanistico contemporaneo. La situazione economica del settore pubblico italiano ha da tempo determinato come modello d’attuazione la concertazione pubblico-privata: definita attraverso la creazione di strumenti specifici (es.: AdP, PRU e PII), ha spesso portato ad esiti controversi nella valutazione del valore “pubblico” delle trasformazioni. La formalizzazione di strumenti di piano e attuativi moderni è necessaria, ma sorge un’esigenza ulteriore: “spingere” il pubblico ad avere un ruolo attivo anche nelle fasi specifiche dell’attuazione, fino ad “inserirsi” nei processi di sviluppo urbano come attore portatore d’interesse. Secondo tale prospettiva, un progetto in itinere come quello per la riorganizzazione del nodo ferroviario di Varese e la connessa riqualificazione urbanistica può risultare un buon esercizio applicato per rintracciare i limiti che caratterizzano la procedura e il conseguente perseguimento dell’interesse pubblico in tale progetto/processo. L’analisi viene svolta in ottica comparata, rintracciandone i limiti alla luce delle buone pratiche ad hoc sperimentate negli ultimi anni su numerosi progetti di trasformazione nei comparti delle stazioni ferroviarie urbane svizzere, con lo scopo di dedurne dei principi guida applicabili a progetti con caratteristiche simili. Tali principi afferiscono al concetto di definizione strategica nello sviluppo urbano dei nodi di mobilità: aspetto complesso e diversificato, esso si pone come elemento d’unione fra pianificazione e trasformazione urbana per mezzo di un insieme di azioni propedeutiche all’avvio di processi che godano di operatività e valenza pubblica.
WAGNER, STEFANO
ARC I - Scuola di Architettura e Società
16-dic-2013
2012/2013
Tesi di laurea Magistrale
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