Il progetto di tesi è nato dalla consapevolezza che in tutto il mondo migliaia di piattaforme petrolifere off-shore sono state abbandonate a seguito dell’esaurimento dei giacimenti. Alcune sono state recuperate, ma la maggior parte è rimasta in mare ad arrugginire. Come risolvere questo problema? Che cosa fare delle piattaforme petrolifere marine sfruttate e da dismettere? Determinante è stata fin dall’inizio la decisione di conservare l’entità del luogo, indispensabile per raggiungere l’obiettivo di trasmettere un nuovo grande messaggio attraverso una “piccola” struttura dismessa. L’intenzione è di far proprie le suggestioni del luogo per poi trasmetterle ai suoi futuri visitatori, siano essi esseri umani o animali. Prolungare la vita a questo “oggetto” come dovesse arrivare ad un'ultima fase, quella della vecchiaia, quella quindi dal carattere espressivo ed incantevole per i suoi contenuti. Una volta esaurita la risorsa mineraria del giacimento, subentra la fase conclusiva del suo ciclo vitale, ovvero il decommissioning, la fase della dismissione. Questa è a sua volta divisa in due importanti altre fasi: la chiusura del pozzo e la pulizia degli impianti. L‘idea di progetto consiste nel prolungare queste fasi nell’arco di 10 anni circa, in considerazione del fatto che durante il processo di decommissioning si attiverà un processo graduale di utilizzo di essa che porterà anche i suoi guadagni. Diventerà un luogo polivalente, coinvolgente e altamente tecnologico in cui le varie funzioni sono episodi interconnessi e nel quale il visitatore può recarsi senza necessariamente avere uno scopo se non quello di stimolare il proprio senso di sorpresa e piacere attraverso esperienze. Un luna-park con le sue attrazioni, un cinema all’aperto, un albergo, un ristorante, un laboratorio di ricerca marina. È così che l’isola di ferro continuerà a vivere, non più con il suo scopo di nascita, quello di estrarre energia dal sottosuolo, ma riuscendo a trasmettere l’energia immateriale dei sogni, contribuendo nel tempo a riqualificare l’idea del consumo. Questi sono gli spunti per il progetto di Petrolpark, un'isola dei sogni.
Petrolpark. Possibili riusi della piattaforma petrolifera Cervia A
PRETARA, CHIARA
2012/2013
Abstract
Il progetto di tesi è nato dalla consapevolezza che in tutto il mondo migliaia di piattaforme petrolifere off-shore sono state abbandonate a seguito dell’esaurimento dei giacimenti. Alcune sono state recuperate, ma la maggior parte è rimasta in mare ad arrugginire. Come risolvere questo problema? Che cosa fare delle piattaforme petrolifere marine sfruttate e da dismettere? Determinante è stata fin dall’inizio la decisione di conservare l’entità del luogo, indispensabile per raggiungere l’obiettivo di trasmettere un nuovo grande messaggio attraverso una “piccola” struttura dismessa. L’intenzione è di far proprie le suggestioni del luogo per poi trasmetterle ai suoi futuri visitatori, siano essi esseri umani o animali. Prolungare la vita a questo “oggetto” come dovesse arrivare ad un'ultima fase, quella della vecchiaia, quella quindi dal carattere espressivo ed incantevole per i suoi contenuti. Una volta esaurita la risorsa mineraria del giacimento, subentra la fase conclusiva del suo ciclo vitale, ovvero il decommissioning, la fase della dismissione. Questa è a sua volta divisa in due importanti altre fasi: la chiusura del pozzo e la pulizia degli impianti. L‘idea di progetto consiste nel prolungare queste fasi nell’arco di 10 anni circa, in considerazione del fatto che durante il processo di decommissioning si attiverà un processo graduale di utilizzo di essa che porterà anche i suoi guadagni. Diventerà un luogo polivalente, coinvolgente e altamente tecnologico in cui le varie funzioni sono episodi interconnessi e nel quale il visitatore può recarsi senza necessariamente avere uno scopo se non quello di stimolare il proprio senso di sorpresa e piacere attraverso esperienze. Un luna-park con le sue attrazioni, un cinema all’aperto, un albergo, un ristorante, un laboratorio di ricerca marina. È così che l’isola di ferro continuerà a vivere, non più con il suo scopo di nascita, quello di estrarre energia dal sottosuolo, ma riuscendo a trasmettere l’energia immateriale dei sogni, contribuendo nel tempo a riqualificare l’idea del consumo. Questi sono gli spunti per il progetto di Petrolpark, un'isola dei sogni.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/87968