The study on the church of San Zaccaria in Rocca Susella has the purpose to increase the knowledge about this monument’s history and about the relationship with its historical and cultural context. First of all it was studied the original organization of Tortona’s diocese and the advent of Christianization in this area. In this way I try to understand the reasons about when and where the church was built and to suppose the ancient importance of San Zaccaria. After that I wanted to complete the important scripts of the experts which worked on this architecture from the beginning of the Twentieth Century to the nineties of the last century. This was possible thanks to the reading of the pastoral inspections and the few surviving documents. The purpose was to underline the historical and architectural complexity of this monument and of the happenings suffered by a building that cannot well transmit them with its actual image. Church’s appearance at the end of mid-century was totally different from we can see it today and it showed signs of passed transformations of its Romanesque architecture. Its disrepair’s conditions convinced the community to intervene on the building with a renovation’s campaign that deleted every non-original elements and recreated a factitious and hypothetical ancient appearance. However these operations allowed the church to preserve its Romanesque elements until today. In particular I mean the façade’s polychrome masonry obtained thanks to bricks and stone’s alternated strips. This solution cannot be compared with other buildings in the local context. In hill country like this terracotta elements are not so used because extracting stone is easier than producing bricks, even if clay is anyway present. So I decide to examine in depth polychromy in Lombard Romanesque and to take advantage of this to employ mensiocronologia on the church. Mensiocronologia is a method of analysis that allows to obtain buildings’ age from bricks’ measure. In the end I carry out a specific evaluation of materials and façade’s situation, making a confrontation between its masonry’s preservation before and after a new renovation campaign on San Zaccaria’s façade, judging solutions prepared.

Lo studio condotto sulla pieve di San Zaccaria a Rocca Susella si è posto l’obiettivo di accrescere la conoscenza della storia di questo manufatto e del suo legame con il contesto storico-culturale in cui è inserito. Innanzitutto è stata analizzata l’origine del sistema per pievi all’interno della diocesi di Tortona, dalla logica insediativa delle prime chiese battesimali al processo sempre più sistematico di cristianizzazione e di organizzazione del territorio diocesano. In questo modo si è cercato di comprendere e di formulare delle ipotesi relative al ruolo giocato dalla nostra pieve e alle ragioni legate ai tempi e al luogo della sua costruzione. Successivamente, attraverso la rilettura delle visite pastorali e della poca documentazione sopravvissuta, si è andati ad integrare l’importantissimo contributo fino ad ora fornito dagli studiosi che, dall’inizio del Novecento fino agli anni Novanta del secolo scorso, si sono occupati di quest’opera. Lo scopo è stato quello di far emergere quella complessità di vicende storiche ed architettoniche, vissute e subite da un monumento che nella sua veste attuale, in gran parte debitrice dei restauri del secolo scorso, non riesce a trasmettere fino in fondo. L’immagine della chiesa di San Zaccaria alla fine degli anni Cinquanta era profondamente diversa da come la possiamo vedere oggi e, creando un tutt’uno con una serie di costruzioni rurali che le sorsero accanto nel corso dei secoli, mostrava i segni di un passato di continue trasformazioni della sua architettura romanica. Le condizioni di profondo degrado in cui versava a metà Novecento spinsero ad intraprendere una lunga campagna di restauri che portò all’eliminazione di tutte le parti non originarie dell’edificio e all’artificiosa ricostruzione di un suo ipotetico aspetto primitivo. Tuttavia, questi interventi permisero alla pieve di conservarsi e di giungere fino a noi con i pochi, ma significativi elementi romanici che ancora la caratterizzano. Tra questi spicca soprattutto la ricercata soluzione a fasce bicrome di pietra e laterizi della facciata, che trova rari termini di paragone nell’ambito del romanico locale. L’utilizzo del mattone in un contesto collinare in cui l’argilla è presente, ma la produzione di elementi in cotto è più complicata dell’estrazione della pietra, ha spinto ad approfondire lo studio della policromia nel romanico lombardo ed a sfruttarne la presenza per effettuare un tentativo di applicazione dell’analisi mensiocronologica sul manufatto. Infine, è stata svolto un rilievo di dettaglio dei materiali e dello stato di conservazione della facciata, realizzando un confronto tra la condizione delle murature prima e dopo gli interventi di restauro conservativo che hanno riguardato il fronte di San Zaccaria negli ultimi anni, valutando le scelte fatte e le soluzioni messe in atto per arrestare i fenomeni di degrado che hanno interessato i materiali litici di cui è composto.

La pieve di San Zaccaria a Rocca Susella

CEVINI, STEFANO
2012/2013

Abstract

The study on the church of San Zaccaria in Rocca Susella has the purpose to increase the knowledge about this monument’s history and about the relationship with its historical and cultural context. First of all it was studied the original organization of Tortona’s diocese and the advent of Christianization in this area. In this way I try to understand the reasons about when and where the church was built and to suppose the ancient importance of San Zaccaria. After that I wanted to complete the important scripts of the experts which worked on this architecture from the beginning of the Twentieth Century to the nineties of the last century. This was possible thanks to the reading of the pastoral inspections and the few surviving documents. The purpose was to underline the historical and architectural complexity of this monument and of the happenings suffered by a building that cannot well transmit them with its actual image. Church’s appearance at the end of mid-century was totally different from we can see it today and it showed signs of passed transformations of its Romanesque architecture. Its disrepair’s conditions convinced the community to intervene on the building with a renovation’s campaign that deleted every non-original elements and recreated a factitious and hypothetical ancient appearance. However these operations allowed the church to preserve its Romanesque elements until today. In particular I mean the façade’s polychrome masonry obtained thanks to bricks and stone’s alternated strips. This solution cannot be compared with other buildings in the local context. In hill country like this terracotta elements are not so used because extracting stone is easier than producing bricks, even if clay is anyway present. So I decide to examine in depth polychromy in Lombard Romanesque and to take advantage of this to employ mensiocronologia on the church. Mensiocronologia is a method of analysis that allows to obtain buildings’ age from bricks’ measure. In the end I carry out a specific evaluation of materials and façade’s situation, making a confrontation between its masonry’s preservation before and after a new renovation campaign on San Zaccaria’s façade, judging solutions prepared.
ARC I - Scuola di Architettura e Società
16-dic-2013
2012/2013
Lo studio condotto sulla pieve di San Zaccaria a Rocca Susella si è posto l’obiettivo di accrescere la conoscenza della storia di questo manufatto e del suo legame con il contesto storico-culturale in cui è inserito. Innanzitutto è stata analizzata l’origine del sistema per pievi all’interno della diocesi di Tortona, dalla logica insediativa delle prime chiese battesimali al processo sempre più sistematico di cristianizzazione e di organizzazione del territorio diocesano. In questo modo si è cercato di comprendere e di formulare delle ipotesi relative al ruolo giocato dalla nostra pieve e alle ragioni legate ai tempi e al luogo della sua costruzione. Successivamente, attraverso la rilettura delle visite pastorali e della poca documentazione sopravvissuta, si è andati ad integrare l’importantissimo contributo fino ad ora fornito dagli studiosi che, dall’inizio del Novecento fino agli anni Novanta del secolo scorso, si sono occupati di quest’opera. Lo scopo è stato quello di far emergere quella complessità di vicende storiche ed architettoniche, vissute e subite da un monumento che nella sua veste attuale, in gran parte debitrice dei restauri del secolo scorso, non riesce a trasmettere fino in fondo. L’immagine della chiesa di San Zaccaria alla fine degli anni Cinquanta era profondamente diversa da come la possiamo vedere oggi e, creando un tutt’uno con una serie di costruzioni rurali che le sorsero accanto nel corso dei secoli, mostrava i segni di un passato di continue trasformazioni della sua architettura romanica. Le condizioni di profondo degrado in cui versava a metà Novecento spinsero ad intraprendere una lunga campagna di restauri che portò all’eliminazione di tutte le parti non originarie dell’edificio e all’artificiosa ricostruzione di un suo ipotetico aspetto primitivo. Tuttavia, questi interventi permisero alla pieve di conservarsi e di giungere fino a noi con i pochi, ma significativi elementi romanici che ancora la caratterizzano. Tra questi spicca soprattutto la ricercata soluzione a fasce bicrome di pietra e laterizi della facciata, che trova rari termini di paragone nell’ambito del romanico locale. L’utilizzo del mattone in un contesto collinare in cui l’argilla è presente, ma la produzione di elementi in cotto è più complicata dell’estrazione della pietra, ha spinto ad approfondire lo studio della policromia nel romanico lombardo ed a sfruttarne la presenza per effettuare un tentativo di applicazione dell’analisi mensiocronologica sul manufatto. Infine, è stata svolto un rilievo di dettaglio dei materiali e dello stato di conservazione della facciata, realizzando un confronto tra la condizione delle murature prima e dopo gli interventi di restauro conservativo che hanno riguardato il fronte di San Zaccaria negli ultimi anni, valutando le scelte fatte e le soluzioni messe in atto per arrestare i fenomeni di degrado che hanno interessato i materiali litici di cui è composto.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/88042