36 milioni di persone nel mondo soffrono di demenza. Poiché la ricerca farmacologica oggi non fornisce cure risolutive, è necessario migliorare la qualità di vita dei malati con terapie che agiscono su potenzialità residue e disturbi. In quest’ottica assume un ruolo importante il design d’interni, perché un ambiente calibrato sulle capacità dei malati ne attenua il disagio psicologico e percettivo. Il declino cognitivo e i disturbi comportamentali rendono difficile la relazione con gli altri. Ma i bambini, con spontaneità e padronanza dei linguaggi non verbali, sviluppano più facilmente contatti positivi. Attività intergenerazionali strutturate, che riconoscono all’anziano uno status sociale rilevante, aiutano i malati a restare attivi, favorendone il benessere psicologico; i bambini acquisiscono abilità, saperi del passato e sensibilità sociale. L’obiettivo è progettare uno spazio che accolga questo incontro: un ambiente adatto alle peculiarità dei malati e favorevole alla presenza costruttiva dei bambini, con accorgimenti per creare interdipendenza generazionale. L’analisi di casi studio ha permesso di delineare due ambiti di attività: il primo, del “racconto”, ha come esito progettuale una poltrona che attiva la comunicazione nella coppia anziano-bambino, ricreando un microambiente intimo, che favorisce il contatto visivo; il secondo, della “manualità”, ha come supporto un tavolo dalla superficie interattiva, caratterizzata da incisioni geometriche, pensato come spunto per esperienze creative nei momenti di presenza dei bambini e, allo stesso tempo, come strumento di rilassamento nella quotidianità, perché lo stimolo tattile cattura l’interesse del malato, distraendolo dall’inquietudine della malattia. La proposta applicativa si inserisce in un progetto di residenze e servizi socio-assistenziali di studenti di Ingegneria Edile-Architettura del Politecnico di Milano: il risultato è uno spazio che, rispettando i requisiti di sicurezza e semplicità d’uso necessari per l’Alzheimer, risulta fruibile da tutta la comunità e al tempo stesso costituisce un ambiente protetto, predisposto allo scambio tra generazioni con attività strutturate o in modo spontaneo.

Ri-generazione Alzheimer. Spazi che accolgono l'incontro intergenerazionale come strumento terapeutico

MAGNI, VALENTINA
2012/2013

Abstract

36 milioni di persone nel mondo soffrono di demenza. Poiché la ricerca farmacologica oggi non fornisce cure risolutive, è necessario migliorare la qualità di vita dei malati con terapie che agiscono su potenzialità residue e disturbi. In quest’ottica assume un ruolo importante il design d’interni, perché un ambiente calibrato sulle capacità dei malati ne attenua il disagio psicologico e percettivo. Il declino cognitivo e i disturbi comportamentali rendono difficile la relazione con gli altri. Ma i bambini, con spontaneità e padronanza dei linguaggi non verbali, sviluppano più facilmente contatti positivi. Attività intergenerazionali strutturate, che riconoscono all’anziano uno status sociale rilevante, aiutano i malati a restare attivi, favorendone il benessere psicologico; i bambini acquisiscono abilità, saperi del passato e sensibilità sociale. L’obiettivo è progettare uno spazio che accolga questo incontro: un ambiente adatto alle peculiarità dei malati e favorevole alla presenza costruttiva dei bambini, con accorgimenti per creare interdipendenza generazionale. L’analisi di casi studio ha permesso di delineare due ambiti di attività: il primo, del “racconto”, ha come esito progettuale una poltrona che attiva la comunicazione nella coppia anziano-bambino, ricreando un microambiente intimo, che favorisce il contatto visivo; il secondo, della “manualità”, ha come supporto un tavolo dalla superficie interattiva, caratterizzata da incisioni geometriche, pensato come spunto per esperienze creative nei momenti di presenza dei bambini e, allo stesso tempo, come strumento di rilassamento nella quotidianità, perché lo stimolo tattile cattura l’interesse del malato, distraendolo dall’inquietudine della malattia. La proposta applicativa si inserisce in un progetto di residenze e servizi socio-assistenziali di studenti di Ingegneria Edile-Architettura del Politecnico di Milano: il risultato è uno spazio che, rispettando i requisiti di sicurezza e semplicità d’uso necessari per l’Alzheimer, risulta fruibile da tutta la comunità e al tempo stesso costituisce un ambiente protetto, predisposto allo scambio tra generazioni con attività strutturate o in modo spontaneo.
ARC III - Scuola del Design
18-dic-2013
2012/2013
Tesi di laurea Magistrale
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