Questa tesi propone il progetto di un allestimento incentrato sul Wabi Sabi. Il Wabi Sabi costituisce una visione del mondo giapponese, o estetica, fondata sull’accoglimento della transitorietà delle cose. E’ un’estetica talvolta definita come bellezza imperfetta, impermanente o incompleta. E’ un tema che può essere declinato su svariati sottotemi e dal quale si possono trarre molte riflessioni, anche di tipo progettuale e ambientale. Da questa visione giapponese si posso condurre riflessioni riguardanti gli oggetti quotidiani e il loro ciclo di vita ma interessa anche i luoghi. Quello che si può apprendere da questa estetica è un modo di pensare che apprezza cose insolite o imperfette, che apprezza l’impermanenza e la transitorietà. Inoltre permette di vedere aspetti della vita quotidiana che spesso passano inosservati; ponendo l’attenzione proprio su questi aspetti che vengono lasciati in secondo piano, appunto perché fanno parte del quotidiano e quindi vengono assimilati per scontati, si vuole rivalutare il loro significato profondo. Un tema, secondo me, rivolto a chiunque voglia vivere il quotidiano in maniera più profonda ma ritengo che anche progettisti o artisti possano adottare interessanti linee guida da questa filosofia per una nuova metodologia progettuale.
Wabi Sabi : la mostra
PEZZINI, SARA
2012/2013
Abstract
Questa tesi propone il progetto di un allestimento incentrato sul Wabi Sabi. Il Wabi Sabi costituisce una visione del mondo giapponese, o estetica, fondata sull’accoglimento della transitorietà delle cose. E’ un’estetica talvolta definita come bellezza imperfetta, impermanente o incompleta. E’ un tema che può essere declinato su svariati sottotemi e dal quale si possono trarre molte riflessioni, anche di tipo progettuale e ambientale. Da questa visione giapponese si posso condurre riflessioni riguardanti gli oggetti quotidiani e il loro ciclo di vita ma interessa anche i luoghi. Quello che si può apprendere da questa estetica è un modo di pensare che apprezza cose insolite o imperfette, che apprezza l’impermanenza e la transitorietà. Inoltre permette di vedere aspetti della vita quotidiana che spesso passano inosservati; ponendo l’attenzione proprio su questi aspetti che vengono lasciati in secondo piano, appunto perché fanno parte del quotidiano e quindi vengono assimilati per scontati, si vuole rivalutare il loro significato profondo. Un tema, secondo me, rivolto a chiunque voglia vivere il quotidiano in maniera più profonda ma ritengo che anche progettisti o artisti possano adottare interessanti linee guida da questa filosofia per una nuova metodologia progettuale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/89258