Il concetto di “città ideale”, caposaldo della cultura Rinascimentale si esprime in un’utopica visione urbana in cui fosse rappresentato il massimo splendore della società del tempo, e l’apporto delle arti e della tecnica fosse sinonimo di funzionalità. La Urbs diviene dunque non solo un luogo privilegiato di manifestazione delle arti, ma anche uno spazio teorico rivolto alla ricerca e all’innovazione, secondo la definizione di Bruni: «spazio ideale aperto all’invenzione e insieme luogo concreto della vita associata». Oggi, la rilettura di questo concetto risulta contemporanea sulla base delle recenti sperimentazioni attorno all’idea di “smart cities”. La città ideale di oggi dovrà quindi essere smart, dovrà, cioè, essere in grado di agire attivamente per migliorare la qualità della vita dei propri cittadini, attraverso la ricerca e l’innovazione tecnologica, con particolare attenzione all’ecosostenibilità. SmartLab è la trasposizione fisica del concetto di città intelligente, un’embrionale modello di attivazione della città nei confronti del tema della sostenibilità e della salvaguardia del territorio attraverso l’utilizzo di risorse locali per la ricerca e l’ideazione di nuovi dispositivi “smart”, che possano fare di Vigevano una moderna città ideale. Lo scenario che si viene a costruire ha come protagonista un gruppo multidisciplinare composto da architetti, designers, accademici, biologi, urbanisti, paesaggisti, ingegneri, sociologi e artisti e fa parte di un nuovo tipo di laboratorio-studio a indirizzo formativo e di ricerca altamente specializzato, che usa materiali inconsueti, e reperiti localmente, come acqua e riso, nella tradizione del progetto. Tutto nel contesto di uno spazio lontano dall’immagine comune dell’ipertecnologica smart city del futuro, dove l’apporto tecnologico è attenuato dalla presenza del legno, materiale familiare, sostenibile, sensoriale, intelligente, inserito negli spazi risultanti dalla fuga prospettica creata dagli archi e sottolineata anche dal cambio materico e cromatico delle diverse aree. Una infilata di archi che rendono unico il luogo e rappresenta il suo punto di forza, perciò sottolineata dalla linearità del rivestimento in legno del pavimento e di una serie di sedute lineari che, simili a panche posizionate sotto i portici delle città storiche italiane, attraversano tutto lo spazio, fungendo, dunque, da elemento di congiunzione tra le differenti aree.
SmartLab. Centro internazionale di ricerca e d'alta formazione nel castello di Vigevano
FILANNINO, DONATO;RUSSO, GIUSEPPE
2012/2013
Abstract
Il concetto di “città ideale”, caposaldo della cultura Rinascimentale si esprime in un’utopica visione urbana in cui fosse rappresentato il massimo splendore della società del tempo, e l’apporto delle arti e della tecnica fosse sinonimo di funzionalità. La Urbs diviene dunque non solo un luogo privilegiato di manifestazione delle arti, ma anche uno spazio teorico rivolto alla ricerca e all’innovazione, secondo la definizione di Bruni: «spazio ideale aperto all’invenzione e insieme luogo concreto della vita associata». Oggi, la rilettura di questo concetto risulta contemporanea sulla base delle recenti sperimentazioni attorno all’idea di “smart cities”. La città ideale di oggi dovrà quindi essere smart, dovrà, cioè, essere in grado di agire attivamente per migliorare la qualità della vita dei propri cittadini, attraverso la ricerca e l’innovazione tecnologica, con particolare attenzione all’ecosostenibilità. SmartLab è la trasposizione fisica del concetto di città intelligente, un’embrionale modello di attivazione della città nei confronti del tema della sostenibilità e della salvaguardia del territorio attraverso l’utilizzo di risorse locali per la ricerca e l’ideazione di nuovi dispositivi “smart”, che possano fare di Vigevano una moderna città ideale. Lo scenario che si viene a costruire ha come protagonista un gruppo multidisciplinare composto da architetti, designers, accademici, biologi, urbanisti, paesaggisti, ingegneri, sociologi e artisti e fa parte di un nuovo tipo di laboratorio-studio a indirizzo formativo e di ricerca altamente specializzato, che usa materiali inconsueti, e reperiti localmente, come acqua e riso, nella tradizione del progetto. Tutto nel contesto di uno spazio lontano dall’immagine comune dell’ipertecnologica smart city del futuro, dove l’apporto tecnologico è attenuato dalla presenza del legno, materiale familiare, sostenibile, sensoriale, intelligente, inserito negli spazi risultanti dalla fuga prospettica creata dagli archi e sottolineata anche dal cambio materico e cromatico delle diverse aree. Una infilata di archi che rendono unico il luogo e rappresenta il suo punto di forza, perciò sottolineata dalla linearità del rivestimento in legno del pavimento e di una serie di sedute lineari che, simili a panche posizionate sotto i portici delle città storiche italiane, attraversano tutto lo spazio, fungendo, dunque, da elemento di congiunzione tra le differenti aree.File | Dimensione | Formato | |
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