This research arose from the study and perception of a general condition of the political, economic and social crises which are currently being observed on a global level. The train of thought emerged following co-participation at the 2012 Istanbul Biennal, where it was possible to look into the question of how, in today’s climate, architectural projects are inevitabile as a political instrument with large-scale social implications. The title of Adhocracy refers to the passage from the predomination of the bureaucratic model of organization typical of the industrial era towards an approach which embraces bottom-up innovation. What the world is witnessing is the birth of informal take-overs, the radical use of means of communication and the need to reinvent the concept of the city in favour of rescuing the rights of citizens.The objective of this study is to investigate how urban development in today’s cities no longer occurs to such a degree as previously in the physical sense and that the city today constitutes the context, the scene, the rigid structure in which one moves freely, thus renegotiating the urban axis according to new, urban barycentres fixed through identifiable parameters within the structure as a consequence of social tensions and dynamics. The city thus becomes an anthropized territory. This study develops towards a deductive method of retrospective analysis as regards facts which happened a number of years ago yet continue to be current. A great potential has been recognized in these occurrences, a potential so great as to perceive innovative characters which try to assume and transfer other conditions, in fact, building up a sort of new model for spatial reorganization. The ever more frequent phenomena of web-riot are in actual fact clear examples of the realization of the so-called dialogical condition in which recognition is given to the virtual and where physicality is the translation of action. On these occasions it is the actual relationship between cyberspace and urban space which characterizes what is termed as “a new social movement” in which people physically appear and disappear in waves, periodically and rhythmically, while an invisible virtual level always remains present according to rhizomatic logic.

Questo lavoro di ricerca nasce da un’osservazione nonché sensibilizzazione nei confronti di una generale condizione di crisi politico-economico-sociale cui attualmente siamo investiti a livello globale . La riflessione è nata in seguito a una co-partecipazione presso la Biennale di Istanbul 2012 durante la quale si è avuto modo di approfondire la questione di come il progetto architettonico sia oggi inevitabilmente da intendersi come uno strumento politico con implicazioni sociali a larga scala. Lo stesso titolo Adhocracy è un riferimento per il passaggio dal predominio del modello burocratico di organizzazione, tipico dell’era industriale, in direzione di un approccio che abbraccia un’innovazione bottom-up. Si sta infatti assistendo alla nascita di insediamenti informali, all’uso radicale di strumenti di comunicazione e alla necessità di reinventare il concetto di città a favore del recupero dei diritti dei cittadini. Lo studio mira a indagare come nell’epoca attuale lo sviluppo urbano delle città non avvenga più tanto attraverso un’azione fisica e che la città costruita costituisca oggi il contesto, la scena, la struttura rigida entro la quale muoversi liberamente così da rinegoziare l’assetto urbano secondo nuovi baricentri urbani fissati tramite parametri identificabili all’interno del tessuto costruito come conseguenza di dinamiche e tensioni sociali. La città quindi come territorio antropizzato. La ricerca si sviluppa attraverso un metodo deduttivo, di analisi retrospettiva nei confronti di fatti accaduti alcuni anni fa e che continuano a essere attuali, nei quali è stato riconosciuto un potenziale tanto forte da scorgere dei caratteri innovativi che nel corso dello studio si cerca di assumere e traslare in condizioni altre, costituendo appunto una sorta di nuovo modello di riorganizzazione spaziale. I sempre più frequenti fenomeni di web-riot infatti sono chiaro esempio di realizzazione di condizione definita dialogica in cui viene data riconoscibilità al virtuale e in cui la fisicità è la traduzione dell’azione. In queste occasioni è proprio la relazione tra cyberspace e spazio urbano a caratterizzare quello che viene definito “un nuovo movimento sociale” nel quale infatti le persone fisicamente appaiono e scompaiono a ondate, a periodi, ritmicamente, mentre a un livello virtuale, invisibile, permangono sempre secondo logiche rizomatiche.

Dialogic space : cities without architecture

MAINARDI, CLAUDIA
2012/2013

Abstract

This research arose from the study and perception of a general condition of the political, economic and social crises which are currently being observed on a global level. The train of thought emerged following co-participation at the 2012 Istanbul Biennal, where it was possible to look into the question of how, in today’s climate, architectural projects are inevitabile as a political instrument with large-scale social implications. The title of Adhocracy refers to the passage from the predomination of the bureaucratic model of organization typical of the industrial era towards an approach which embraces bottom-up innovation. What the world is witnessing is the birth of informal take-overs, the radical use of means of communication and the need to reinvent the concept of the city in favour of rescuing the rights of citizens.The objective of this study is to investigate how urban development in today’s cities no longer occurs to such a degree as previously in the physical sense and that the city today constitutes the context, the scene, the rigid structure in which one moves freely, thus renegotiating the urban axis according to new, urban barycentres fixed through identifiable parameters within the structure as a consequence of social tensions and dynamics. The city thus becomes an anthropized territory. This study develops towards a deductive method of retrospective analysis as regards facts which happened a number of years ago yet continue to be current. A great potential has been recognized in these occurrences, a potential so great as to perceive innovative characters which try to assume and transfer other conditions, in fact, building up a sort of new model for spatial reorganization. The ever more frequent phenomena of web-riot are in actual fact clear examples of the realization of the so-called dialogical condition in which recognition is given to the virtual and where physicality is the translation of action. On these occasions it is the actual relationship between cyberspace and urban space which characterizes what is termed as “a new social movement” in which people physically appear and disappear in waves, periodically and rhythmically, while an invisible virtual level always remains present according to rhizomatic logic.
BARAONA POHL, ETHEL
OTTOMANELLI, ANTONIO
ARC I - Scuola di Architettura e Società
2-ott-2013
2012/2013
Questo lavoro di ricerca nasce da un’osservazione nonché sensibilizzazione nei confronti di una generale condizione di crisi politico-economico-sociale cui attualmente siamo investiti a livello globale . La riflessione è nata in seguito a una co-partecipazione presso la Biennale di Istanbul 2012 durante la quale si è avuto modo di approfondire la questione di come il progetto architettonico sia oggi inevitabilmente da intendersi come uno strumento politico con implicazioni sociali a larga scala. Lo stesso titolo Adhocracy è un riferimento per il passaggio dal predominio del modello burocratico di organizzazione, tipico dell’era industriale, in direzione di un approccio che abbraccia un’innovazione bottom-up. Si sta infatti assistendo alla nascita di insediamenti informali, all’uso radicale di strumenti di comunicazione e alla necessità di reinventare il concetto di città a favore del recupero dei diritti dei cittadini. Lo studio mira a indagare come nell’epoca attuale lo sviluppo urbano delle città non avvenga più tanto attraverso un’azione fisica e che la città costruita costituisca oggi il contesto, la scena, la struttura rigida entro la quale muoversi liberamente così da rinegoziare l’assetto urbano secondo nuovi baricentri urbani fissati tramite parametri identificabili all’interno del tessuto costruito come conseguenza di dinamiche e tensioni sociali. La città quindi come territorio antropizzato. La ricerca si sviluppa attraverso un metodo deduttivo, di analisi retrospettiva nei confronti di fatti accaduti alcuni anni fa e che continuano a essere attuali, nei quali è stato riconosciuto un potenziale tanto forte da scorgere dei caratteri innovativi che nel corso dello studio si cerca di assumere e traslare in condizioni altre, costituendo appunto una sorta di nuovo modello di riorganizzazione spaziale. I sempre più frequenti fenomeni di web-riot infatti sono chiaro esempio di realizzazione di condizione definita dialogica in cui viene data riconoscibilità al virtuale e in cui la fisicità è la traduzione dell’azione. In queste occasioni è proprio la relazione tra cyberspace e spazio urbano a caratterizzare quello che viene definito “un nuovo movimento sociale” nel quale infatti le persone fisicamente appaiono e scompaiono a ondate, a periodi, ritmicamente, mentre a un livello virtuale, invisibile, permangono sempre secondo logiche rizomatiche.
Tesi di laurea Magistrale
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