In 2009 the World food Summit had estimated that in 2050 the 70% of the world population would have lived in cities and urban areas. Today’s figures show that urban population has already incremented compared to rural population and that ongoing migration from the country to the city has never stopped. This phenomenon brings ever changing scenarios, that require to urgently rethink over process systems and food supply in metropolitan areas. Reflections and interventions over these issues are based on the following factors: a) Size growth: “the challenge will be to satisfy the world food demand by 2050 when it will be twice as the population” (Sonnino, 2011); b) Sales control: “today 5 companies control 48% of the world total retail”, mostly producing through intensive farming which “contributes to massively deteriorate ecosystems, that are important for the future of the farm” (De la Torre Ugarte, 2009); c) Hungry cities: urban growth and population bring to the creation of “hungry cities” in which there is no possibility of access to any direct production. Today, through the practice of urban farming, something is changing; in fact, new tendencies of food urban production and distribution are real expression of a new economic and organizational model, based on prudency and on the awareness of the available resources. These experiences begin to be increasingly common in our cities, so that it is advisable to "feed this political-cultural movement with their environments and create new agricultural landscapes to be analyzed also in terms of aesthetics" (Nicolin, 2012). Design perceives the need to "create new permeable gateways between town and country, semi-urban and semi-agricultural hybrid territories, horizontal, hospitable production areas, (..) able to follow the seasons and the climate changing, creating widespread and reversible habitability conditions" (Branzi, 2010). This research investigates the possible contributions of Design for the Urban Farming, with the aim of exploring the potential of this phenomenon through the contribution of project discipline. The methodological framework of the research is structured in two phases. The first phase traces the analysis of the state of the art and the major problematic areas, that are the current food crisis and its impact on the urban areas as result of the great migration. The major outcome is the spatial organization of Urban Farming described by its modes of expression, techniques of cultivation and used energy. Eventually, a qualitative analysis of 15 case studies has been carried on to represent the manifestations of Urban Farming in developed cities of Europe, the United States of America, Canada, and Japan with the aim of exploring such aspects as the presence of Design contribution, the systematization of its approach, the valences of technological innovation. The second phase of the research is based on field work experiences: focus groups, action research and participant observation. Focus groups explore the uncovered designer’s roles and exploit its competences for Urban Farming. Collaborative action research tasks validate the hypothesis of the importance of a multidisciplinary work in designing new scenarios for Urban Farming. Finally, participant observation in Zurich-based Conceptual Devices analysed the designer’s work phases of an Interior Farm, i.e. a Urban Farming project. These experiences gradually reveal useful information to outline the possible contributions and designer’s roles for Urban Farming. This process, here called Metafarming, revealed the multifaceted figure of the designer as collaborator, innovator and aesthete. All this leads to Design scenarios for the introduction of Urban Farming, made through drawings and photographic re-elaborations of some chosen places for implementation.

Il World Food Summit ha già nel 2009 stimato che nel 2050 il 70% della popolazione mondiale vivrà nelle città e nelle aree urbane. I dati odierni afferiscono che il sorpasso della popolazione urbana a dispetto di quella rurale è già avvenuto e che la continua migrazione dalle campagne verso le aree metropolitane non si è mai arrestata. Questo movimento ha comportando scenari in continua mutazione, richiedendo in maniera sempre più pressante un ripensamento dei sistemi di produzione e approviggionamento alimentare delle nostre metropoli. Alla base di riflessioni ed interventi volti a proporre nuovi scenari produttivi e di approviggione alimentare possono essere rintracciati i seguenti fattori: l’entità della crescita “di qui al 2050 la sfida consisterà nel soddisfare una domanda alimentare mondiale il cui incremento sarà due volte maggiore di quello della popolazione”. Sonnino 2011 controllo vendite “Oggi 5 aziende controllano a livello mondiale il 48% della vendita totale al dettaglio”, producendo prevalentemente attraverso sistemi di agricoltura intensiva che “contribuisce a degradare massicciamente gli ecosistemi, quando il futuro agricolo dipende proprio dalla loro conservazione”. De la Torre Ugarte 2009 Hungry Cities: il binomio crescita e popolazione urbanizzata, porta alla creazione di “Hungry Cities” dove le metropoli si trovano sprovviste di ogni possibilità di accesso a qualsiasi tipo di produzione diretta. Oggi attraverso la pratica dell’urban farming qualcosa sta cambiando, infatti, nuove tendenze legate alla produzione e distribuzione del cibo, sono la reale espressione di un nuovo modello econômico e organizativo basato sulla prudenza e sulla disponibilità delle risorse disponibili. Queste esperienze cominciano ad essere sempre più diffuse nelle nostre metropoli, tanto che “alimentano questo movimento politico-culturale e con i loro ambienti agricoli creano nuovi paesaggi da analizzare anche in chiave estetica” Nicolin 2012. Il mondo del progetto percepisce la necessità di “creare nuove soglie permeabili tra città e campagna, territori ibridi semi-urbani e semi-agricoli; territori produttivi, orizzontali, ospitali (..) che seguano le stagioni e il mutare del clima, creando condizioni di abitabilità diffusa e reversibile” Branzi 2010 Questa ricerca indaga i possibili contributi del Design per l’Urban Farming, con l’obiettivo di esplorare le potenzialità di questo fenomeno attraverso il progetto. La struttura metodologica della ricerca è stata strutturata in due fasi. La prima fase è inerente al contesto di riferimento e traccia un’analisi dello stato dell’arte, delle principali aree problematiche, ovvero la crisi agroalimentare attuale e il suo impatto sulle metropoli a seguito dei grossi flussi migratori. Attraverso un’ampia ricognizione sulla letteratura sul tema, è stato possibile risalire all’organizzazione spaziale dell’Urban Farming ma anche le sue modalità espressive, le tecniche di coltivazione adottate e le energie utilizzate. A riguardo, la ricerca ha proceduto attraverso l’analisi qualitativa di 15 casi di studio rappresentativi di manifestazioni di Urban Farming nelle metropoli industrializzate di Stati Uniti, Canada, Europa e Giappone con lo scopo di esplorarne alcuni aspetti quali la presenza progettuale, la sistematizzazione dell’intervento progettuale, l’utilizzo di energie, le valenze di innovazione tecnologica. La seconda parte della ricerca, raccoglie alcune esperienze di ricerca sul campo, condotte al fine di rispondere ad alcune domande. Nella fase esplorativa della ricerca, i Focus Groups, hanno provato a esplorare i possibili ruoli e competenze del designer per l’Urban Farming. La pratica dell’action research, condotta attraverso un esercizio di team working ha validato l’ipotesi dell’importanza della multidisciplinarietà di un team di lavoro nella progettazione di nuovi scenari per l’Urban Farming. Infine, è riportata un’esperienza di osservazione partecipata condotta presso lo studio Conceptual Devices di Zurigo, dove, a stretto contatto col progettista Antonio Scarponi, in quel momento impegnato nel progetto di una Interior Farm, si è potuto osservare alcune fasi salienti del designer impegnato in un progetto domestico di Urban Farming. Queste esperienze hanno gradualmente fatto emergere informazioni utili per delineare i possibili contributi e ruoli del designer per l’Urban Farming. Questo processo, che in questa ricerca è stato denominato Metafarming, ha fatto emergere Ia poliedrica figura del designer come collaboratore, come innovatore e come esteta. Tutto ciò ha condotto a delle vere e proprie ipotesi di scenario per l’introduzione dell’Urban Farming, realizzate attraverso lo strumento del disegno e della rielaborazione fotografica alcuni luoghi prescelti per l’attuazione.

Metafarming. Il design per una produzione agroalimentare urbana sostenibile nelle metropoli industrializzate

MIOLA, GIACOMO

Abstract

In 2009 the World food Summit had estimated that in 2050 the 70% of the world population would have lived in cities and urban areas. Today’s figures show that urban population has already incremented compared to rural population and that ongoing migration from the country to the city has never stopped. This phenomenon brings ever changing scenarios, that require to urgently rethink over process systems and food supply in metropolitan areas. Reflections and interventions over these issues are based on the following factors: a) Size growth: “the challenge will be to satisfy the world food demand by 2050 when it will be twice as the population” (Sonnino, 2011); b) Sales control: “today 5 companies control 48% of the world total retail”, mostly producing through intensive farming which “contributes to massively deteriorate ecosystems, that are important for the future of the farm” (De la Torre Ugarte, 2009); c) Hungry cities: urban growth and population bring to the creation of “hungry cities” in which there is no possibility of access to any direct production. Today, through the practice of urban farming, something is changing; in fact, new tendencies of food urban production and distribution are real expression of a new economic and organizational model, based on prudency and on the awareness of the available resources. These experiences begin to be increasingly common in our cities, so that it is advisable to "feed this political-cultural movement with their environments and create new agricultural landscapes to be analyzed also in terms of aesthetics" (Nicolin, 2012). Design perceives the need to "create new permeable gateways between town and country, semi-urban and semi-agricultural hybrid territories, horizontal, hospitable production areas, (..) able to follow the seasons and the climate changing, creating widespread and reversible habitability conditions" (Branzi, 2010). This research investigates the possible contributions of Design for the Urban Farming, with the aim of exploring the potential of this phenomenon through the contribution of project discipline. The methodological framework of the research is structured in two phases. The first phase traces the analysis of the state of the art and the major problematic areas, that are the current food crisis and its impact on the urban areas as result of the great migration. The major outcome is the spatial organization of Urban Farming described by its modes of expression, techniques of cultivation and used energy. Eventually, a qualitative analysis of 15 case studies has been carried on to represent the manifestations of Urban Farming in developed cities of Europe, the United States of America, Canada, and Japan with the aim of exploring such aspects as the presence of Design contribution, the systematization of its approach, the valences of technological innovation. The second phase of the research is based on field work experiences: focus groups, action research and participant observation. Focus groups explore the uncovered designer’s roles and exploit its competences for Urban Farming. Collaborative action research tasks validate the hypothesis of the importance of a multidisciplinary work in designing new scenarios for Urban Farming. Finally, participant observation in Zurich-based Conceptual Devices analysed the designer’s work phases of an Interior Farm, i.e. a Urban Farming project. These experiences gradually reveal useful information to outline the possible contributions and designer’s roles for Urban Farming. This process, here called Metafarming, revealed the multifaceted figure of the designer as collaborator, innovator and aesthete. All this leads to Design scenarios for the introduction of Urban Farming, made through drawings and photographic re-elaborations of some chosen places for implementation.
TRABUCCO, FRANCESCO
GUERRINI, LUCA
25-mar-2014
Il World Food Summit ha già nel 2009 stimato che nel 2050 il 70% della popolazione mondiale vivrà nelle città e nelle aree urbane. I dati odierni afferiscono che il sorpasso della popolazione urbana a dispetto di quella rurale è già avvenuto e che la continua migrazione dalle campagne verso le aree metropolitane non si è mai arrestata. Questo movimento ha comportando scenari in continua mutazione, richiedendo in maniera sempre più pressante un ripensamento dei sistemi di produzione e approviggionamento alimentare delle nostre metropoli. Alla base di riflessioni ed interventi volti a proporre nuovi scenari produttivi e di approviggione alimentare possono essere rintracciati i seguenti fattori: l’entità della crescita “di qui al 2050 la sfida consisterà nel soddisfare una domanda alimentare mondiale il cui incremento sarà due volte maggiore di quello della popolazione”. Sonnino 2011 controllo vendite “Oggi 5 aziende controllano a livello mondiale il 48% della vendita totale al dettaglio”, producendo prevalentemente attraverso sistemi di agricoltura intensiva che “contribuisce a degradare massicciamente gli ecosistemi, quando il futuro agricolo dipende proprio dalla loro conservazione”. De la Torre Ugarte 2009 Hungry Cities: il binomio crescita e popolazione urbanizzata, porta alla creazione di “Hungry Cities” dove le metropoli si trovano sprovviste di ogni possibilità di accesso a qualsiasi tipo di produzione diretta. Oggi attraverso la pratica dell’urban farming qualcosa sta cambiando, infatti, nuove tendenze legate alla produzione e distribuzione del cibo, sono la reale espressione di un nuovo modello econômico e organizativo basato sulla prudenza e sulla disponibilità delle risorse disponibili. Queste esperienze cominciano ad essere sempre più diffuse nelle nostre metropoli, tanto che “alimentano questo movimento politico-culturale e con i loro ambienti agricoli creano nuovi paesaggi da analizzare anche in chiave estetica” Nicolin 2012. Il mondo del progetto percepisce la necessità di “creare nuove soglie permeabili tra città e campagna, territori ibridi semi-urbani e semi-agricoli; territori produttivi, orizzontali, ospitali (..) che seguano le stagioni e il mutare del clima, creando condizioni di abitabilità diffusa e reversibile” Branzi 2010 Questa ricerca indaga i possibili contributi del Design per l’Urban Farming, con l’obiettivo di esplorare le potenzialità di questo fenomeno attraverso il progetto. La struttura metodologica della ricerca è stata strutturata in due fasi. La prima fase è inerente al contesto di riferimento e traccia un’analisi dello stato dell’arte, delle principali aree problematiche, ovvero la crisi agroalimentare attuale e il suo impatto sulle metropoli a seguito dei grossi flussi migratori. Attraverso un’ampia ricognizione sulla letteratura sul tema, è stato possibile risalire all’organizzazione spaziale dell’Urban Farming ma anche le sue modalità espressive, le tecniche di coltivazione adottate e le energie utilizzate. A riguardo, la ricerca ha proceduto attraverso l’analisi qualitativa di 15 casi di studio rappresentativi di manifestazioni di Urban Farming nelle metropoli industrializzate di Stati Uniti, Canada, Europa e Giappone con lo scopo di esplorarne alcuni aspetti quali la presenza progettuale, la sistematizzazione dell’intervento progettuale, l’utilizzo di energie, le valenze di innovazione tecnologica. La seconda parte della ricerca, raccoglie alcune esperienze di ricerca sul campo, condotte al fine di rispondere ad alcune domande. Nella fase esplorativa della ricerca, i Focus Groups, hanno provato a esplorare i possibili ruoli e competenze del designer per l’Urban Farming. La pratica dell’action research, condotta attraverso un esercizio di team working ha validato l’ipotesi dell’importanza della multidisciplinarietà di un team di lavoro nella progettazione di nuovi scenari per l’Urban Farming. Infine, è riportata un’esperienza di osservazione partecipata condotta presso lo studio Conceptual Devices di Zurigo, dove, a stretto contatto col progettista Antonio Scarponi, in quel momento impegnato nel progetto di una Interior Farm, si è potuto osservare alcune fasi salienti del designer impegnato in un progetto domestico di Urban Farming. Queste esperienze hanno gradualmente fatto emergere informazioni utili per delineare i possibili contributi e ruoli del designer per l’Urban Farming. Questo processo, che in questa ricerca è stato denominato Metafarming, ha fatto emergere Ia poliedrica figura del designer come collaboratore, come innovatore e come esteta. Tutto ciò ha condotto a delle vere e proprie ipotesi di scenario per l’introduzione dell’Urban Farming, realizzate attraverso lo strumento del disegno e della rielaborazione fotografica alcuni luoghi prescelti per l’attuazione.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/89742