Questa tesi nasce dall’esigenza di rispondere ad alcune domande, riguardanti il territorio veronese, e più in generale alla città: ci si riferisce allo sfruttamento del territorio, alla continua ed insensata edificazione di fabbricati, quando le città offrono beni e spazi aperti che potrebbero essere sfruttati, invece che essere lasciati al degrado e all’abbandono. Il testo è stato quindi suddiviso essenzialmente, in tre parti. La prima analizza, da una scala più ampia, a livello europeo, fino ad arrivare al caso relativo alla città di Verona, il tema del consumo del suolo. E’ stato visto, come tale consumo - inteso come quel processo antropogenico che prevede la progressiva trasformazione di superfici naturali od agricole mediante la realizzazione di costruzioni ed infrastrutture - sia in continuo aumento. Tra il 2000 e il 2006 nell’UE infatti, l’aumento medio di aree trasformate è stato pari al 3%: diverse regioni europee sono state colpite da una crescente impermeabilizzazione del suolo, tra cui la metà delle regioni olandesi, e otto province italiane, tra le quali Verona. Sono state poi citate diverse associazioni, che si sono mosse per promuovere un arresto alla cementificazione del territorio attraverso varie campagne di sensibilizzazione, volte anche all’individuazione, tramite censimenti finalizzati al riuso, di immobili e spazi aperti abbandonati. La seconda parte riguarda invece il caso del quartiere di San Massimo a Verona, analizzato sotto l’aspetto territoriale, viabilistico e funzionale, per poi arrivare all’individuazione, all’interno di esso, di un’area abbandonata caratterizzata dal un ex cava di ghiaia e il limitrofo forte austriaco, oggi in buono stato, ma poco valorizzato. Ci si è poi concentrati, nell’ultima parte di questo elaborato, al progetto di un sistema che interessasse l’intera città attraverso un itinerario ciclo-pedonale dei forti austriaci, che facesse da cintura culturale, e che si legasse a questo, sia a livello di verde urbano, sia attraverso percorsi radiali che conducessero al centro storico. Infine, si è andati a sviluppare più nel dettaglio, il progetto di un parco urbano per il quartiere di San Massimo e per la città di Verona, che potesse dare risposta ad una richiesta dei cittadini, prevedendo quindi la riqualificazioni di un’ex cava abbondata e la valorizzazione di un bene storico (il forte), oggi poco visibile e non inserito in un percorso di visita.
Il forte e il parco. Riqualificazione di un bordo urbano
ARDUINI, NOEMI
2012/2013
Abstract
Questa tesi nasce dall’esigenza di rispondere ad alcune domande, riguardanti il territorio veronese, e più in generale alla città: ci si riferisce allo sfruttamento del territorio, alla continua ed insensata edificazione di fabbricati, quando le città offrono beni e spazi aperti che potrebbero essere sfruttati, invece che essere lasciati al degrado e all’abbandono. Il testo è stato quindi suddiviso essenzialmente, in tre parti. La prima analizza, da una scala più ampia, a livello europeo, fino ad arrivare al caso relativo alla città di Verona, il tema del consumo del suolo. E’ stato visto, come tale consumo - inteso come quel processo antropogenico che prevede la progressiva trasformazione di superfici naturali od agricole mediante la realizzazione di costruzioni ed infrastrutture - sia in continuo aumento. Tra il 2000 e il 2006 nell’UE infatti, l’aumento medio di aree trasformate è stato pari al 3%: diverse regioni europee sono state colpite da una crescente impermeabilizzazione del suolo, tra cui la metà delle regioni olandesi, e otto province italiane, tra le quali Verona. Sono state poi citate diverse associazioni, che si sono mosse per promuovere un arresto alla cementificazione del territorio attraverso varie campagne di sensibilizzazione, volte anche all’individuazione, tramite censimenti finalizzati al riuso, di immobili e spazi aperti abbandonati. La seconda parte riguarda invece il caso del quartiere di San Massimo a Verona, analizzato sotto l’aspetto territoriale, viabilistico e funzionale, per poi arrivare all’individuazione, all’interno di esso, di un’area abbandonata caratterizzata dal un ex cava di ghiaia e il limitrofo forte austriaco, oggi in buono stato, ma poco valorizzato. Ci si è poi concentrati, nell’ultima parte di questo elaborato, al progetto di un sistema che interessasse l’intera città attraverso un itinerario ciclo-pedonale dei forti austriaci, che facesse da cintura culturale, e che si legasse a questo, sia a livello di verde urbano, sia attraverso percorsi radiali che conducessero al centro storico. Infine, si è andati a sviluppare più nel dettaglio, il progetto di un parco urbano per il quartiere di San Massimo e per la città di Verona, che potesse dare risposta ad una richiesta dei cittadini, prevedendo quindi la riqualificazioni di un’ex cava abbondata e la valorizzazione di un bene storico (il forte), oggi poco visibile e non inserito in un percorso di visita.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/90182