L’obiettivo di questa tesi è dimostrare come, anche un bene minore, abbandonato e privo di manutenzione, grazie ad un opportuno progetto di conservazione, di valorizzazione e di riuso può ritrovare la sua dignità ed essere testimonianza di memorie individuali e collettive nonché dei processi formativi dell’architettura, della città e del territorio. Villa Igea è un edificio “elegante” che risale alla seconda metà del 1800, circondato da alberi altissimi, che si trova alla periferia sud di Lodi. La sua storia secolare, dopo alterne vicende legate ai numerosi cambi di proprietà, sembra terminare definitivamente nel 1988 quando, il Convitto ospitato al suo interno, perde la sua funzione e viene dismesso. Da allora è cominciato un lento e continuo degrado, chiaramente visibile dall'esterno, che ne pregiudica seriamente la conservazione. Lo stato di abbandono di questo bene storico e il fatto che si trovi proprio nel territorio in cui vivo quotidianamente e che conosco bene, è stata una delle motivazioni che mi hanno spinto a intraprendere questo percorso. Nel primo capitolo della tesi viene riportato un breve inquadramento territoriale ed urbanistico del complesso che comprende anche la Villa, volto ad identificare le potenzialità dell’area in cui si colloca e i vincoli di natura paesistico-ambientale e architettonica. Il secondo capitolo è dedicato alla ricerca e all’analisi bibliografica, archivistica e cartografica delle fonti storiche per risalire alla datazione dell’edificio e ne riporta i vari utilizzi a seguito del passaggio dalla proprietà privata al Comune di Lodi. Il terzo capitolo è dedicato all’analisi dello stato di fatto, con l’individuazione dei materiali, dei principali meccanismi di degrado in atto e dei dissesti nelle strutture murarie sia della Villa che dell’edificio accessorio. L’insieme di queste informazioni è stato raccolto con l’apporto esclusivo di ispezioni visive, supportato da documentazione fotografica e da elaborati grafici, nei quali sono stati riportati i materiali, i fenomeni di degrado riconoscibili a vista e le lesioni presenti. La parte finale del capitolo è dedicata all’analisi dello stato di funzionamento delle componenti impiantistiche. Nel quarto capitolo si riportano una serie di indicazioni volte ad identificare le procedure di indagine diagnostica più appropriate al caso in esame e si dedica particolare attenzione alla conoscenza degli elementi che lo compongono e del loro stato di salute, presupposto necessario alla stesura di un progetto di conservazione, seguite da approfondimenti riguardo gli interventi di miglioramento strutturale e di conservazione delle superfici interne ed esterne. Il quinto capitolo, dopo aver analizzato in modo critico, il progetto del Bio & Food Park che prevede l’urbanizzazione dei 40 ettari nelle immediate vicinanze della Villa, prosegue con un’attenta indagine atta ad assumere tutte le informazioni necessarie affinché l’adeguamento funzionale dell’edificio permetta la valorizzazione e la conservazione integrata del complesso nel tessuto del territorio. L’adeguamento funzionale, l’inserimento cioè di una nuova funzione all’interno dell’involucro storico del complesso di Villa Igea, non è solo il fine dell’intervento, ma un mezzo per perseguirne la conservazione. Per individuare correttamente una destinazione d’uso idonea, in linea con i principi della conservazione integrata, occorre verificarne la compatibilità a scala urbana e architettonica. Nel capitolo si esaminano gli aspetti di compatibilità, verificando se sono possibili interrelazioni tra il complesso e le attività limitrofe e, se esistono funzioni complementari a quella individuata per Villa Igea che possano con esso attivare una sinergia e fare sistema. Con queste premesse, valutate le caratteristiche e le potenzialità dell’edificio, il contesto agricolo, il paesaggio rurale e la vicinanza con l’IPSIA, l’ Istituto Superiore in cui si studiano e si applicano le materie legate all'ambiente e all'alimentazione, si suggeriscono le attività compatibili con il cambio di destinazione d’uso più idonea a rendere nuovamente vitale l’edificio storico e l’intero complesso. La trasformazione in Centro Didattico Ambientale e Alimentare, nel rispetto dei requisiti della conservazione del bene storico e delle superfici di pregio, custodite al suo interno, rappresenta un investimento per il futuro del territorio, per la cultura, per la perpetrazione dei segni della nostra civiltà. Nel sesto ed ultimo capitolo, si affronta la tematica della sostenibilità ambientale del costruito che ha, come obiettivo, quello di sperimentare la possibilità di applicare i principi dell’architettura bioclimatica non solo ai nuovi edifici, ma anche al patrimonio edilizio esistente e, in particolar modo, ai beni storici; si analizzano e si propongono soluzioni tecnologiche reversibili, alcune delle quali innovative, che prevedono l’utilizzo di materiali naturali volte al contenimento energetico. Per quanto riguarda la logica della manutenzione che è un’ esigenza primaria nell’edilizia storica e che include anche una componente di consumo energetico, diventa evidente la sinergia fra conservazione e riqualificazione energetica. La riqualificazione energetica rendendo meno onerosa la manutenzione assume una valenza conservativa in sé e, quando si possono applicare soluzioni moderne che rispettano il costruito esistente e si fanno interagire realtà limitrofe con lo scopo di migliorare l’ambiente e il territorio si raggiunge un obiettivo che soddisfa anche i criteri più severi del restauro. La possibilità di collaborazione tra Villa Igea e l’Istituto Professionale di Stato per l’Agricoltura, sia a livello didattico che a livello energetico sembrerebbe confermare la validità della proposta consentendo a tutta l’area di ritrovare un po’ del suo passato e di contribuire a migliorarne il presente e il futuro.

Villa Igea. Progetto di conservazione di un bene dimenticato

ZENONI, FEDERICA
2012/2013

Abstract

L’obiettivo di questa tesi è dimostrare come, anche un bene minore, abbandonato e privo di manutenzione, grazie ad un opportuno progetto di conservazione, di valorizzazione e di riuso può ritrovare la sua dignità ed essere testimonianza di memorie individuali e collettive nonché dei processi formativi dell’architettura, della città e del territorio. Villa Igea è un edificio “elegante” che risale alla seconda metà del 1800, circondato da alberi altissimi, che si trova alla periferia sud di Lodi. La sua storia secolare, dopo alterne vicende legate ai numerosi cambi di proprietà, sembra terminare definitivamente nel 1988 quando, il Convitto ospitato al suo interno, perde la sua funzione e viene dismesso. Da allora è cominciato un lento e continuo degrado, chiaramente visibile dall'esterno, che ne pregiudica seriamente la conservazione. Lo stato di abbandono di questo bene storico e il fatto che si trovi proprio nel territorio in cui vivo quotidianamente e che conosco bene, è stata una delle motivazioni che mi hanno spinto a intraprendere questo percorso. Nel primo capitolo della tesi viene riportato un breve inquadramento territoriale ed urbanistico del complesso che comprende anche la Villa, volto ad identificare le potenzialità dell’area in cui si colloca e i vincoli di natura paesistico-ambientale e architettonica. Il secondo capitolo è dedicato alla ricerca e all’analisi bibliografica, archivistica e cartografica delle fonti storiche per risalire alla datazione dell’edificio e ne riporta i vari utilizzi a seguito del passaggio dalla proprietà privata al Comune di Lodi. Il terzo capitolo è dedicato all’analisi dello stato di fatto, con l’individuazione dei materiali, dei principali meccanismi di degrado in atto e dei dissesti nelle strutture murarie sia della Villa che dell’edificio accessorio. L’insieme di queste informazioni è stato raccolto con l’apporto esclusivo di ispezioni visive, supportato da documentazione fotografica e da elaborati grafici, nei quali sono stati riportati i materiali, i fenomeni di degrado riconoscibili a vista e le lesioni presenti. La parte finale del capitolo è dedicata all’analisi dello stato di funzionamento delle componenti impiantistiche. Nel quarto capitolo si riportano una serie di indicazioni volte ad identificare le procedure di indagine diagnostica più appropriate al caso in esame e si dedica particolare attenzione alla conoscenza degli elementi che lo compongono e del loro stato di salute, presupposto necessario alla stesura di un progetto di conservazione, seguite da approfondimenti riguardo gli interventi di miglioramento strutturale e di conservazione delle superfici interne ed esterne. Il quinto capitolo, dopo aver analizzato in modo critico, il progetto del Bio & Food Park che prevede l’urbanizzazione dei 40 ettari nelle immediate vicinanze della Villa, prosegue con un’attenta indagine atta ad assumere tutte le informazioni necessarie affinché l’adeguamento funzionale dell’edificio permetta la valorizzazione e la conservazione integrata del complesso nel tessuto del territorio. L’adeguamento funzionale, l’inserimento cioè di una nuova funzione all’interno dell’involucro storico del complesso di Villa Igea, non è solo il fine dell’intervento, ma un mezzo per perseguirne la conservazione. Per individuare correttamente una destinazione d’uso idonea, in linea con i principi della conservazione integrata, occorre verificarne la compatibilità a scala urbana e architettonica. Nel capitolo si esaminano gli aspetti di compatibilità, verificando se sono possibili interrelazioni tra il complesso e le attività limitrofe e, se esistono funzioni complementari a quella individuata per Villa Igea che possano con esso attivare una sinergia e fare sistema. Con queste premesse, valutate le caratteristiche e le potenzialità dell’edificio, il contesto agricolo, il paesaggio rurale e la vicinanza con l’IPSIA, l’ Istituto Superiore in cui si studiano e si applicano le materie legate all'ambiente e all'alimentazione, si suggeriscono le attività compatibili con il cambio di destinazione d’uso più idonea a rendere nuovamente vitale l’edificio storico e l’intero complesso. La trasformazione in Centro Didattico Ambientale e Alimentare, nel rispetto dei requisiti della conservazione del bene storico e delle superfici di pregio, custodite al suo interno, rappresenta un investimento per il futuro del territorio, per la cultura, per la perpetrazione dei segni della nostra civiltà. Nel sesto ed ultimo capitolo, si affronta la tematica della sostenibilità ambientale del costruito che ha, come obiettivo, quello di sperimentare la possibilità di applicare i principi dell’architettura bioclimatica non solo ai nuovi edifici, ma anche al patrimonio edilizio esistente e, in particolar modo, ai beni storici; si analizzano e si propongono soluzioni tecnologiche reversibili, alcune delle quali innovative, che prevedono l’utilizzo di materiali naturali volte al contenimento energetico. Per quanto riguarda la logica della manutenzione che è un’ esigenza primaria nell’edilizia storica e che include anche una componente di consumo energetico, diventa evidente la sinergia fra conservazione e riqualificazione energetica. La riqualificazione energetica rendendo meno onerosa la manutenzione assume una valenza conservativa in sé e, quando si possono applicare soluzioni moderne che rispettano il costruito esistente e si fanno interagire realtà limitrofe con lo scopo di migliorare l’ambiente e il territorio si raggiunge un obiettivo che soddisfa anche i criteri più severi del restauro. La possibilità di collaborazione tra Villa Igea e l’Istituto Professionale di Stato per l’Agricoltura, sia a livello didattico che a livello energetico sembrerebbe confermare la validità della proposta consentendo a tutta l’area di ritrovare un po’ del suo passato e di contribuire a migliorarne il presente e il futuro.
GARUFI, SILVANA
LINOCI, VINCENZO
ARC I - Scuola di Architettura e Società
28-apr-2014
2012/2013
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/90466