La conservazione degli edifici storici non può trascurare un’attenta valutazione delle tematiche ambientali che caratterizzano ogni singolo manufatto. Non è più possibile infatti, al giorno d’oggi, approcciarsi alla progettazione in questo ambito relegando l’aspetto climatico ad una mera questione tecnico-impiantistica. Per avere pertanto una piena padronanza e cognizione degli interventi che ci si propone di effettuare, e per avere, soprattutto, una conoscenza di quali effetti essi produrranno sul costruito, è necessario sviluppare un background di informazioni che restituiscano appieno la condizione attuale dell’edificio. Il nostro approccio alla questione climatico-conservativa mira appunto a sottolineare l’importanza, come pre-requisito alla fase progettuale, della consapevolezza di una comprensione dei fenomeni climatici, poiché saranno questi ad indicarci la via da seguire per una piena integrazione del nostro intervento rispetto ad una preesistenza. Naturalmente, questo nostro percorso non intende dettare principi universalmente estendibili a tutto il patrimonio storico del costruito, ma è il risultato di una presa di coscienza, un punto di vista rispetto a quelle che riteniamo essere aspetti peculiari caratterizzanti una buona pratica conservativa del manufatto antico. A livello metodologico, il primo passo del nostro percorso è stato quello di approfondire lo studio della bibliografia relativa all’evoluzione dei sistemi di riscaldamento dal Seicento al Novecento. Questo sviluppo porta con sé l’affermazione del concetto di comfort climatico. Il Capitolo 1 parte appunto dalle considerazioni che tra 1600 e 1700 iniziavano ad emergere rispetto alle questioni del clima degli edifici. Il paragrafo relativo a quest’epoca storica riporta in termini generali di come l’aspetto del comfort nel contesto nobiliare italiano e delle corti europee fosse più legato alla sfera della rappresentazione del proprio status sociale piuttosto che risultare sensibile agli aspetti del clima interno. Con lo sviluppo dell’epoca industriale (paragrafo 2) si afferma la concezione di comfort climatico come requisito basilare per il benessere all’interno degli ambienti. Iniziano a diffondersi negli edifici pubblici i sistemi di riscaldamento centralizzato. Nel paragrafo 3, e nei relativi sotto-paragrafi, l’attenzione sugli edifici pubblici viene specificata relativamente al contesto museale. Qui la questione primaria risulta essere quella della conservazione delle opere d’arte, la quale non può prescindere dallo studio e dalle definizione di adeguati parametri climatici. Con il Novecento infatti la condizione di conservazione delle opere d’arte viene ricondotta direttamente all’azione parametri termoigrometrici, i quali, da lì in poi, assumeranno un valore primario nella considerazione del clima degli ambienti espositivi. Gli standard climatici generalizzati, dal dopoguerra in poi, verranno bilanciati da una considerazione del clima più sensibile rispetto alle specificità delle singole opere d’arte. L’attività normativa più recente in termini di conservazione dei beni culturali (Es. UNI 10829:1999, UNI 10969:2002, UNI 15757:2010) porta alla definitiva affermazione del concetto di clima storico, come elemento imprescindibile per la comprensione dello stato di conservazione di un’opera. Il primo capitolo si conclude con una breve appendice riferita alla multidisciplinarietà dei contributi che hanno portato alla definizione del concetto di comfort. Il Capitolo 2 - Evoluzione del concetto di restauro tra XVIII e XX secolo e vicende legate al Palazzo della Ragione, ripercorre l’evoluzione del concetto di restauro inteso come disciplina mirata allo studio dei manufatti antichi: si parte dai principi dell’Illuminismo per poi analizzare, passo a passo, tutti gli apporti fondamentali che hanno concorso a sviluppare la concezione di restauro moderna. Questo percorso ha permesso di incorporare una visione umanistica che desse più ampio respiro al nostro approccio al Palazzo della Ragione. Il Capitolo 3, Indagini microclimatiche sul campo, partendo dal paragrafo 1 inizia a focalizzare l’attenzione sulle questioni microclimatiche che concorrono a definire l’ambiente interno di un edificio. Dall’enunciazione del lessico essenziale che porta ad una comprensione delle tematiche fisiche in ambito climatico, si passa al paragrafo 2, Edifici storici: questioni conservative. La prima parte è incentrata sulle normative della conservazione dei beni culturali in ambito museale, per concludersi con una breve, ma comunque importante ai fini della comprensione della sezione successiva, traslazione dalla conservazione del bene artistico a quella dell’edificio nel suo complesso Strumenti e metodologie del monitoraggio climatico (sotto paragrafo 2.2) partendo da una panoramica generale che introduce le differenti tecniche di monitoraggio, si specifica a proposito dei metodi non invasivi di indagine climatica per poi fornire un’applicazione pratica di questa tecnica, tramite il caso studio della Villa Reale di Milano. L’appendice a questo paragrafo comporta una considerazione sulle questioni delle normative energetiche legate all’edificio. Il terzo paragrafo può essere considerato il cuore del lavoro di tesi poiché descrive le procedure ed i risultati ottenuti dal monitoraggio del clima del Palazzo della Ragione, attraverso la restituzione grafica dei fenomeni registrati. Il Capitolo 4 invece riguarda la nostra proposta progettuale di riuso del Palazzo della Ragione come nuovo Urban Center per il Comune di Milano: partendo da un excursus sulle caratteristiche ed i tratti che definiscono questa funzione in ambito internazionale, si giunge alla redazione del nostro punto di vista attraverso uno schema di massima, che mira ad inglobare anche la risoluzione della criticità di accessibilità al luogo e a proporre una risposta per il requisito di manutenibilità dell’edificio, attraverso la realizzazione di un collegamento verticale che permetta l’accesso al sottotetto del Palazzo. Il nostro percorso di tesi ci ha portati ad approfondire la rilevanza della questione climatica come approccio conoscitivo al tema della conservazione dell’edificio storico. Più approfonditamente, attraverso il monitoraggio effettuato presso il Palazzo della Ragione, abbiamo appreso le specificità intrinseche del manufatto nella determinazione del suo clima interno, cercando di coniugare una metodologia scientifico-analitica con lo studio della storia. Una visione integrata della conservazione degli edifici storici, che ponga in diretto dialogo le analisi del clima con lo studio del clima storico e delle strategie di controllo climatico che sono state applicate nel passato può pertanto, a nostro avviso può fornire una conoscenza più esaustiva del comportamento climatico dei manufatti storici.

Il Palazzo della Ragione di Milano : un approccio multidisciplinare al tema della conservazione

DE MICHELI, ALBERTO LORENZO;NAITANA, ANTONIO
2012/2013

Abstract

La conservazione degli edifici storici non può trascurare un’attenta valutazione delle tematiche ambientali che caratterizzano ogni singolo manufatto. Non è più possibile infatti, al giorno d’oggi, approcciarsi alla progettazione in questo ambito relegando l’aspetto climatico ad una mera questione tecnico-impiantistica. Per avere pertanto una piena padronanza e cognizione degli interventi che ci si propone di effettuare, e per avere, soprattutto, una conoscenza di quali effetti essi produrranno sul costruito, è necessario sviluppare un background di informazioni che restituiscano appieno la condizione attuale dell’edificio. Il nostro approccio alla questione climatico-conservativa mira appunto a sottolineare l’importanza, come pre-requisito alla fase progettuale, della consapevolezza di una comprensione dei fenomeni climatici, poiché saranno questi ad indicarci la via da seguire per una piena integrazione del nostro intervento rispetto ad una preesistenza. Naturalmente, questo nostro percorso non intende dettare principi universalmente estendibili a tutto il patrimonio storico del costruito, ma è il risultato di una presa di coscienza, un punto di vista rispetto a quelle che riteniamo essere aspetti peculiari caratterizzanti una buona pratica conservativa del manufatto antico. A livello metodologico, il primo passo del nostro percorso è stato quello di approfondire lo studio della bibliografia relativa all’evoluzione dei sistemi di riscaldamento dal Seicento al Novecento. Questo sviluppo porta con sé l’affermazione del concetto di comfort climatico. Il Capitolo 1 parte appunto dalle considerazioni che tra 1600 e 1700 iniziavano ad emergere rispetto alle questioni del clima degli edifici. Il paragrafo relativo a quest’epoca storica riporta in termini generali di come l’aspetto del comfort nel contesto nobiliare italiano e delle corti europee fosse più legato alla sfera della rappresentazione del proprio status sociale piuttosto che risultare sensibile agli aspetti del clima interno. Con lo sviluppo dell’epoca industriale (paragrafo 2) si afferma la concezione di comfort climatico come requisito basilare per il benessere all’interno degli ambienti. Iniziano a diffondersi negli edifici pubblici i sistemi di riscaldamento centralizzato. Nel paragrafo 3, e nei relativi sotto-paragrafi, l’attenzione sugli edifici pubblici viene specificata relativamente al contesto museale. Qui la questione primaria risulta essere quella della conservazione delle opere d’arte, la quale non può prescindere dallo studio e dalle definizione di adeguati parametri climatici. Con il Novecento infatti la condizione di conservazione delle opere d’arte viene ricondotta direttamente all’azione parametri termoigrometrici, i quali, da lì in poi, assumeranno un valore primario nella considerazione del clima degli ambienti espositivi. Gli standard climatici generalizzati, dal dopoguerra in poi, verranno bilanciati da una considerazione del clima più sensibile rispetto alle specificità delle singole opere d’arte. L’attività normativa più recente in termini di conservazione dei beni culturali (Es. UNI 10829:1999, UNI 10969:2002, UNI 15757:2010) porta alla definitiva affermazione del concetto di clima storico, come elemento imprescindibile per la comprensione dello stato di conservazione di un’opera. Il primo capitolo si conclude con una breve appendice riferita alla multidisciplinarietà dei contributi che hanno portato alla definizione del concetto di comfort. Il Capitolo 2 - Evoluzione del concetto di restauro tra XVIII e XX secolo e vicende legate al Palazzo della Ragione, ripercorre l’evoluzione del concetto di restauro inteso come disciplina mirata allo studio dei manufatti antichi: si parte dai principi dell’Illuminismo per poi analizzare, passo a passo, tutti gli apporti fondamentali che hanno concorso a sviluppare la concezione di restauro moderna. Questo percorso ha permesso di incorporare una visione umanistica che desse più ampio respiro al nostro approccio al Palazzo della Ragione. Il Capitolo 3, Indagini microclimatiche sul campo, partendo dal paragrafo 1 inizia a focalizzare l’attenzione sulle questioni microclimatiche che concorrono a definire l’ambiente interno di un edificio. Dall’enunciazione del lessico essenziale che porta ad una comprensione delle tematiche fisiche in ambito climatico, si passa al paragrafo 2, Edifici storici: questioni conservative. La prima parte è incentrata sulle normative della conservazione dei beni culturali in ambito museale, per concludersi con una breve, ma comunque importante ai fini della comprensione della sezione successiva, traslazione dalla conservazione del bene artistico a quella dell’edificio nel suo complesso Strumenti e metodologie del monitoraggio climatico (sotto paragrafo 2.2) partendo da una panoramica generale che introduce le differenti tecniche di monitoraggio, si specifica a proposito dei metodi non invasivi di indagine climatica per poi fornire un’applicazione pratica di questa tecnica, tramite il caso studio della Villa Reale di Milano. L’appendice a questo paragrafo comporta una considerazione sulle questioni delle normative energetiche legate all’edificio. Il terzo paragrafo può essere considerato il cuore del lavoro di tesi poiché descrive le procedure ed i risultati ottenuti dal monitoraggio del clima del Palazzo della Ragione, attraverso la restituzione grafica dei fenomeni registrati. Il Capitolo 4 invece riguarda la nostra proposta progettuale di riuso del Palazzo della Ragione come nuovo Urban Center per il Comune di Milano: partendo da un excursus sulle caratteristiche ed i tratti che definiscono questa funzione in ambito internazionale, si giunge alla redazione del nostro punto di vista attraverso uno schema di massima, che mira ad inglobare anche la risoluzione della criticità di accessibilità al luogo e a proporre una risposta per il requisito di manutenibilità dell’edificio, attraverso la realizzazione di un collegamento verticale che permetta l’accesso al sottotetto del Palazzo. Il nostro percorso di tesi ci ha portati ad approfondire la rilevanza della questione climatica come approccio conoscitivo al tema della conservazione dell’edificio storico. Più approfonditamente, attraverso il monitoraggio effettuato presso il Palazzo della Ragione, abbiamo appreso le specificità intrinseche del manufatto nella determinazione del suo clima interno, cercando di coniugare una metodologia scientifico-analitica con lo studio della storia. Una visione integrata della conservazione degli edifici storici, che ponga in diretto dialogo le analisi del clima con lo studio del clima storico e delle strategie di controllo climatico che sono state applicate nel passato può pertanto, a nostro avviso può fornire una conoscenza più esaustiva del comportamento climatico dei manufatti storici.
ARC I - Scuola di Architettura e Società
28-apr-2014
2012/2013
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