Il lavoro di tesi presenta un progetto di una scuola dell’infanzia, sita in via Ugo Betti a Milano. L’elaborato indaga le relazioni esistenti tra modello pedagogico e spazio architettonico attribuendo a questo un ruolo essenziale come strumento formativo della prima infanzia. A tal fine è stato analizzato il contesto nazionale e normativo entro cui l’organismo edilizio si colloca cercando di mettere in rilievo la carenza di edifici idonei a rispondere alle esigenze di una società fortemente mutata rispetto alla vetustà degli edifici stessi. La strategia di utilizzare uno spazio flessibile a diversi livelli di complessità, permette agli operatori stessi, posti con atteggiamento positivo verso le possibilità che l’edificio offre, di gestire l’ambiente in base al progetto pedagogico che si intende attuare, il quale, in una visione contemporanea dell’insegnamento, non segue regole standardizzate e rigide ma osserva, ascolta e asseconda il bambino il quale possiede naturalmente la curiosità a conoscere. L’idea è stata quella di creare una “macro-scatola” che contenesse spazi fissi e componibili seguendo la pratica attuata nei modelli pedagogici di consegnare al bambino oggetti da poter manipolare. Le scelte tecniche cercano di indagare le possibilità di materiali non tradizionali, legno lamellare e pannelli multistrato a strati incrociati (x-lam), essere coerenti con principi di economicità e velocità di messa in opera della struttura.

L'architettura dell'apprendimento

LAVIOLA, VINCENZO;LAURIERI, MARTA
2012/2013

Abstract

Il lavoro di tesi presenta un progetto di una scuola dell’infanzia, sita in via Ugo Betti a Milano. L’elaborato indaga le relazioni esistenti tra modello pedagogico e spazio architettonico attribuendo a questo un ruolo essenziale come strumento formativo della prima infanzia. A tal fine è stato analizzato il contesto nazionale e normativo entro cui l’organismo edilizio si colloca cercando di mettere in rilievo la carenza di edifici idonei a rispondere alle esigenze di una società fortemente mutata rispetto alla vetustà degli edifici stessi. La strategia di utilizzare uno spazio flessibile a diversi livelli di complessità, permette agli operatori stessi, posti con atteggiamento positivo verso le possibilità che l’edificio offre, di gestire l’ambiente in base al progetto pedagogico che si intende attuare, il quale, in una visione contemporanea dell’insegnamento, non segue regole standardizzate e rigide ma osserva, ascolta e asseconda il bambino il quale possiede naturalmente la curiosità a conoscere. L’idea è stata quella di creare una “macro-scatola” che contenesse spazi fissi e componibili seguendo la pratica attuata nei modelli pedagogici di consegnare al bambino oggetti da poter manipolare. Le scelte tecniche cercano di indagare le possibilità di materiali non tradizionali, legno lamellare e pannelli multistrato a strati incrociati (x-lam), essere coerenti con principi di economicità e velocità di messa in opera della struttura.
ARC I - Scuola di Architettura e Società
28-apr-2014
2012/2013
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/90667