“Milano cerca casa” riprende la ricerca “L’Italia cerca casa / Housing Italy” sviluppata all’interno del padiglione italiano per l’11. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia 2008 e curata da Francesco Garofalo. Sviluppata a partire da una consapevolezza sempre più forte nei confronti della drammatica situazione abitativa milanese, “Milano cerca casa” frutta le stesse metodologie di riflessione e di indagine del progetto della Biennale. A partire da una ricerca a livello di politiche pubbliche e pratiche urbane, viene sviluppato un ragionamento anche a livello architettonico, fornendo una proposta progettuale. Riadattata al contesto milanese, in cui si concretizzano tutte le più grandi contraddizioni che ruotano attorno all’abitare contemporaneo, la ricerca ha la finalità di delineare una strategia urbana, traducendola in una pratica progettuale Milano è indagata come ‘capitale’ italiana in cui sono oggi manifesti tutti i prodotti dell’attuale crisi economica e sociale. Immobili abbandonati, cantieri incompiuti, scheletri cittadini, sono quegli scarti urbani materiali, prodotti fisici di un’economia interrotta bruscamente e abbandonata inanimata. Tanto scarto fisico quanto scarto sociale, è il prodotto di una crisi che ha radunato unnuovo esercito, ogni giorno più numeroso, che si vede privato del diritto fondamentale al quale una cittadinanza non deve rinunciare: l’abitare. Una domanda nuova, e per questo inesperta e impreparata a reagire, che viene descritta come ‘costitutivamente temporanea’, in quanto catapultata da una condizione abitativa stabile in una di totale emergenza, trovando nella strada l’unica soluzione possibile. A questo contesto “Milano cerca casa” risponde con una alternativa tanto scontata e banale nella teoria, quando radicale ed estrema nella pratica. I prodotti di questa crisi si riuniscono in un processo di trasformazione abitativa, puntuale e transitoria in grado di accogliere una domanda variegata e complessa come quella odierna. Un modulo abitativo provvisorio e temporaneo viene iniettato puntualmente in residui di edifici abbandonati o incompiuti milanesi, trasformandoli in edilizia sociale, unica soluzione al bisogno abitativo. In questo modo avverrà la riappropriazione del paesaggio milanese contemporaneo, definito ‘della crisi’, che non solo è il simbolo di un riutilizzo fisico del patrimonio immobiliare dismesso ma anche della ri-ossigenazione dei soggetti prodotti della stessa crisi.

Milano cerca casa. Riappropriarsi del paesaggio della crisi

COLOMBO, ALICE MARIA;FAILLA, CATERINA
2012/2013

Abstract

“Milano cerca casa” riprende la ricerca “L’Italia cerca casa / Housing Italy” sviluppata all’interno del padiglione italiano per l’11. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia 2008 e curata da Francesco Garofalo. Sviluppata a partire da una consapevolezza sempre più forte nei confronti della drammatica situazione abitativa milanese, “Milano cerca casa” frutta le stesse metodologie di riflessione e di indagine del progetto della Biennale. A partire da una ricerca a livello di politiche pubbliche e pratiche urbane, viene sviluppato un ragionamento anche a livello architettonico, fornendo una proposta progettuale. Riadattata al contesto milanese, in cui si concretizzano tutte le più grandi contraddizioni che ruotano attorno all’abitare contemporaneo, la ricerca ha la finalità di delineare una strategia urbana, traducendola in una pratica progettuale Milano è indagata come ‘capitale’ italiana in cui sono oggi manifesti tutti i prodotti dell’attuale crisi economica e sociale. Immobili abbandonati, cantieri incompiuti, scheletri cittadini, sono quegli scarti urbani materiali, prodotti fisici di un’economia interrotta bruscamente e abbandonata inanimata. Tanto scarto fisico quanto scarto sociale, è il prodotto di una crisi che ha radunato unnuovo esercito, ogni giorno più numeroso, che si vede privato del diritto fondamentale al quale una cittadinanza non deve rinunciare: l’abitare. Una domanda nuova, e per questo inesperta e impreparata a reagire, che viene descritta come ‘costitutivamente temporanea’, in quanto catapultata da una condizione abitativa stabile in una di totale emergenza, trovando nella strada l’unica soluzione possibile. A questo contesto “Milano cerca casa” risponde con una alternativa tanto scontata e banale nella teoria, quando radicale ed estrema nella pratica. I prodotti di questa crisi si riuniscono in un processo di trasformazione abitativa, puntuale e transitoria in grado di accogliere una domanda variegata e complessa come quella odierna. Un modulo abitativo provvisorio e temporaneo viene iniettato puntualmente in residui di edifici abbandonati o incompiuti milanesi, trasformandoli in edilizia sociale, unica soluzione al bisogno abitativo. In questo modo avverrà la riappropriazione del paesaggio milanese contemporaneo, definito ‘della crisi’, che non solo è il simbolo di un riutilizzo fisico del patrimonio immobiliare dismesso ma anche della ri-ossigenazione dei soggetti prodotti della stessa crisi.
ARC I - Scuola di Architettura e Società
28-apr-2014
2012/2013
Tesi di laurea Magistrale
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